Quando Ford e Agnelli scatenarono il mercato del petrolio

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Idee che vincono

Bella vita, quella delle industrie del petrolio e del gas, nei circa 100 anni precedenti rispetto ai nuovi anni venti che stiamo vivendo.

Il loro ruolo: esplorare, trovare e sviluppare nuovi mercati. Con una logica di aumento tendenziale della domanda all’infinito.

Poi, arriva il cambiamento climatico.

Un po’ come per i produttori di sigarette, le imprese dell’energia fossile hanno cominciato a rendersi conto che il danno causato era di gran lunga superiore alle loro stesse aspettative: senza pentirsi troppo, ovviamente, gli azionisti e i manager prima di tutto e prima anche di Dio, come per i citati produttori di sigarette, ma cominciando a pensare che il mercato potrebbe cominciare ad avere dei limiti alla espansione.

E sì che esperti della materia lo sono sempre stati.

Così, prima di tutto, fuori il carbone. È anche il meno redditizio, il più scomodo sotto tutti i punti di vista. Ancora qualche paese lo utilizza, ma sarà il primo combustibile fossile a scomparire del tutto.

Quando parliamo di petrolio e gas, però, tutto diventa più difficile da prevedere: è passato più di un secolo da quando Henry Ford iniziò a produrre i modelli T e A dalle sue catene di montaggio di Detroit, e da allora i sistemi di trasporto a livello mondiale si sono affidati ai derivati del petrolio.

Oggi, tutti i comparti legati al trasporto sono in fase di ripensamento rispetto all’uso del petrolio.

Il problema dell’industria petrolifera si riassume in due parole: incertezza della domanda. E quando la domanda è incerta non è così facile pianificare gli investimenti nel settore.

C’è sicuramente un graduale allontanamento dal petrolio. Ma non è esattamente quello che sta succedendo.

Oggi c’è un crescente senso di urgenza nei confronti del cambiamento climatico. È rafforzato da inondazioni epiche, ghiacciai che si sciolgono e si ritirano, innalzamento del livello del mare, ondate di calore, incendi, tornado, uragani e cicloni.

Sembra che accadano tutti con maggiore frequenza.

E ora, per combattere le emissioni di gas serra e il cambiamento climatico, le case automobilistiche di tutto il mondo si stanno spostando verso modelli completamente elettrici il più rapidamente possibile.

L’abbandono dei combustibili fossili combinato con l’aumento della domanda di veicoli elettrici rende estremamente difficile per una società di esplorazione petrolifera decidere quanto capitale impiegare nello sviluppo di nuovi giacimenti.

Così come rende difficile a te investitore prendere decisioni su tale comparto.

Nel caso del gas naturale, il discorso è diverso rispetto al petrolio. È tuttora considerato come il carburante di transizione fra i combustibili fossili e le rinnovabili.

Il gas naturale viene utilizzato per il riscaldamento domestico e per cucinare. Viene anche utilizzato per alimentare l’industria pesante, ad esempio nella produzione di cemento e acciaio e anche in molte applicazioni per le utilities.  
 
Difficilmente possiamo pensare a questo tipo di industrie come possibili da decarbonizzare.
 
La transizione energetica dal petrolio ha troppi parametri di incertezza.
 
Quella dal gas naturale sarà sicuramente più lunga, molti decenni, alcuni analisti stimano fino a 50 anni. Con la domanda che, nel frattempo, tenderà, sia pure lentamente, ad aumentare almeno per tutti gli anni venti.
 
Così, sembra che l’indicazione di massima, nel medio-lungo termine, sia di stare alla larga dal petrolio ed eventualmente tenere in considerazione grandi aziende ben gestite che perforano per trovare natural gas o che si occupano di gasdotti.
 
Alcuni dei più importanti investitori istituzionali hanno già preso una decisione sugli investimenti nei combustibili fossili: la maggior parte sceglie di prendere le distanze dal petrolio.
 
Peraltro, l’ottima notizia è sicuramente che nel comparto delle società legate al business delle rinnovabili possano esserci straordinarie opportunità. Ne parleremo.
 
Al Martedì della Borsa, il 27 luglio scorso alle ore 21.15, abbiamo dedicato le nostre analisi anche ai temi trattati in questo articolo, con un occhio ai titoli italiani e mondiali legati ai combustibili fossili.
 
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P.S.: La storia è fatta di destini incrociati. Di persone e idee che si incontrano, o si combattono, o si uniscono. Sono le idee a vincere: le guerre, come pure i mercati, rappresentazione pacifica della guerra.

L’idea vincente sono le rinnovabili. L’idea destinata a perdere è il combustibile fossile. Nella transizione, stai dalla parte giusta se guardi al medio e lungo termine. E pensa alla storia, perché è l’unica fonte che può insegnarci quali siano le idee che vincono. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

 

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia