Equilibri precari.
Nella giornata di martedì 15, ASML, azienda olandese quotata al Nasdaq leader nei semiconduttori, ha rilasciato il report della trimestrale, in pieno orario americano di negoziazione e con un giorno di anticipo.
L’outlook sugli ordinativi era molto negativo e il titolo è crollato, trascinando con sé una buona parte del segmento semiconduttori, comprese Nvidia, AMD e Broadcom.
L’effetto sull’indice Nasdaq è stato più che visibile e si è esteso agli altri due indici Dow e Nasdaq, facendoli a loro volta affondare.
Si salvava solo il Russell, che chiudeva vicino alla parità.
Nella mattinata di ieri, gli indici europei attendevano ordini dagli USA, rimanendo stazionari.
Il Vix toccava nel frattempo quota 21.
Nel pomeriggio, dopo una fase iniziale che ritestava i minimi del giorno precedente, i quattro indici, compreso il Russell che guidava la riscossa, tornavano al rialzo.
L’S&P500 tornava a sondare 5890, sotto 5900: livello, quest’ultimo, dove la discesa precipitosa del giorno precedente aveva indotto gli operatori a coprire le migliaia di put che erano state immediatamente vendute lunedì, al superamento di quota 5900.
La giravolta degli operatori ha trasformato quello che voleva essere il supporto 5900 in una resistenza di breve termine.
Nel frattempo il Vix abbassava un po’ il tono, rimanendo in zona alta, come lo vediamo ormai da parecchio tempo, ma ritirandosi sotto quota 20.
La particolarità di un mercato in rialzo e in immediato recupero al primo tentativo di affondo e di un Vix che continua a rimanere in zona alta continua a creare molte conseguenze sul mercato delle opzioni.
Il decadimento temporale delle opzioni sembra essere preso a pugni fino al knock-out, compresso dalla volatilità. Del resto, ottobre è un mese di alta volatilità anche dal punto di vista stagionale, specie negli anni delle elezioni.
L’alta volatilità fa permanere il Vix nella zona dei brutti ricordi: ovvero in quella zona da cui un decollo porta a guizzi di volatilità sgradevoli e spesso inaspettati.
Il petrolio, in questi giorni, è stato l’ulteriore indicatore di volatilità: balzato in alto quando sembrava Israele fosse in procinto di attaccare l’Iran, sceso immediatamente ai valori di partenza appena tale ipotesi è stata, nel breve termine, accantonata.
Nondimeno è sicuro che l’attacco avverrà.
Biden dovrebbe avere ottenuto da Israele che non verranno attaccati i pozzi petroliferi e i siti nucleari, ma soltanto le postazioni militari. Questo ha fatto da ulteriore calmiere, il mercato, al momento, ci ha creduto.
Sullo sfondo, ci sono le continue e massicce esercitazioni militari aeree e navali della Cina intorno a Taiwan. Nella giornata di martedì sembra siano stati contati 134 aerei cinesi intorno all’isola.
In questo clima di equilibri precari, il mercato resta rialzista, con la decisa ambizione di puntare a livello 6000 punti di S&P500 nel breve termine.
E’ altrettanto evidente che la negoziazione in opzioni ora deve essere accompagnata sistematicamente da strategie di assoluto contenimento del rischio accelerazione di volatilità.
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P.S.: Non dobbiamo pensare se avverrà, ma quando avverrà. Ci sveglieremo con una volatilità molto più alta di quella del giorno precedente: Israele avrà attaccato l’Iran e molto probabilmente il primo impatto potrebbe essere forte.
Il 25-29 ottobre il nostro algoritmo prevede una aumentata probabilità di perturbazione sui mercati. La stagionalità del Vix negli anni elettorali, a sua volta, va su massimi importanti.
Diciamolo. Che arrivino queste elezioni e la volatilità torni normale.
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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa