La mappa del mercato fino a giugno

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Parola d’ordine lateralità

E’ un momento di grande confusione sui mercati.

Abbiamo parlato in precedenti nostri articoli di come i movimenti del mercato, anche i meno significativi, vengano interpretati in modo amplificato da un sentiment generale di paura ed incertezza.

Così, il mercato che si muove del 2% al ribasso, dà subito origine a previsioni nefaste (S&P500 a 3200 o 3000 o per i più estremisti a 2000).

Un rialzo diventa immediatamente una Bull Trap o, viceversa uno sguardo verso il cielo a quota 5000 dell’S&P500.

Noi continuiamo a pensare che nel 2023 non vedremo né 3200 né 5000. E questo articolo vuole provare a rimettere in ordine le idee sull’S&P500 nelle prossime settimane.

Non è che ci attendano giorni luminosi, sia chiaro, ma cerchiamo di mettere le cose al loro posto, secondo i nostri metodi.

Siamo all’interno dell’onda rialzista iniziata il giorno 13 ottobre, dagli inferi di 3502.

Tale onda non è da considerare una correzione del ribasso del 2022, come viene spesso a nostro avviso male interpretata, ma la prima onda di un nuovo ciclo, e la prima onda è spesso rialzista, come questa è stata, indipendentemente se il ciclo, nel suo complesso, sarà al rialzo o al ribasso.

Vero è che finché non saranno superati i massimi di agosto a 4327, il mercato non può dirsi girato al lato bullish.

L’onda ha avuto due minimi importanti, il 22 dicembre a 3788 e il 13 marzo a 3839. L’ultimo valore è leggermente distorto dalla sovrapposizione dei valori del future che scadeva alcuni giorni dopo, quando già veniva usato quello di giugno.

Ha avuto anche due massimi importanti, il 13 dicembre a 4180 e il 2 febbraio a 4208.

Come è facile vedere, sia i minimi che i massimi consecutivi, in realtà, mostrano con la loro poca distanza l’uno dall’altro, che la lateralità è la vera componente di questo mercato.

Nondimeno, da 3502 a 4208 ci sono 706 punti, che è la dimensione normale di un’onda dell’S&P500. La sua eventuale estensione fino al massimo di agosto la porterebbe fino alla dimensione di 825 punti, nell’ipotesi detto massimo fosse raggiunto, anch’esso valore nella norma.

Nelle date del 14-17 aprile, con la consueta approssimazione di tre giorni prima o dopo, secondo i nostri sistemi algoritmici, può esserci un punto di inversione. E il successivo punto di inversione importante è collocato al 16 maggio, più o meno tre giorni. Quest’ultimo è un turning point molto importante.

Lo scenario più probabile è che all’inizio della terza settimana di aprile si formi un massimo relativo. Se dovesse essere un minimo, scenario non impossibile, significherebbe un indizio di grande debolezza: non ne vediamo le ragioni, al momento, però tutto è possibile.

Anche metà maggio è secondo noi un massimo relativo importante.

E fra i due massimi, in corrispondenza di fine aprile-inizio maggio, può esserci un ritracciamento di ricarica, con un minimo.

L’area intorno a 4168, secondo i nostri sistemi, è una resistenza critica molto importante. Il massimo recente del 4 aprile ha tentato di sfondarla, arrivando a 4171, ma perdendo immediatamente forza.

Quella resistenza diventerà il 50% di un range in formazione futura che vedrà completato il proprio ciclo quando l’S&P500 raggiungerà quota 4561: sicuramente non entro luglio, vedremo se sarà entro dicembre.

Se è vero lo scenario del massimo ad aprile e del massimo a maggio, intervallati da un minimo relativo 28 aprile-2 maggio, allora lo scenario successivo diventa molto preoccupante.

Il primo massimo di cui parliamo dovrà sfidare il massimo precedente a 4208, lasciandosi alle spalle l’area 4168. Il secondo massimo, se verrà superata l’area 4208, dovrà sfidare il massimo di agosto, impresa a dir poco titanica.

Se il primo massimo riuscirà a superare quota 4208, si fermerà con molta probabilità a 4266. Se non ci riuscirà, ritenterà con il massimo di maggio, che ripeterà la medesima sfida.

Nella ipotesi di sfondamento del primo massimo a 4208, il massimo successivo di maggio dovrebbe sfidare il massimo di agosto 2022: se riuscisse a superarlo si fermerebbe, probabilmente, a 4365.

Qualunque siano i due massimi di cui parliamo, di aprile e di maggio, lo scenario successivo, vede un drastico ridimensionamento dei valori verso il basso, con non meno di 350-500 punti di ribasso, che andrebbero a svilupparsi nelle settimane successive al 16 maggio, dando luogo ad un giugno piuttosto movimentato: questo significa un ri-test dell’area 3788 o anche un possibile sfondamento della stessa, in dipendenza di quali saranno i massimi toccati.

Non siamo dell’opinione di nuovi minimi rispetto a quelli del 2022. Ma attenzione alle esplosioni di volatilità; queste dipenderanno dalle ragioni che muoveranno il mercato verso il basso e se saranno di un nucleo di una crisi finanziaria la paura potrebbe essere tanta.

Esempi di paura di crisi finanziaria potrebbero essere determinate dalla crisi del debito degli Stati Uniti o da qualche altro effetto domino sul sistema bancario. Improbabile una crisi a breve di Taiwan.

Il modo migliore per prepararsi a quello che avverrà nei prossimi mesi è di essere concentrati su metodi di trading che hanno una lunga esperienza di avere affrontato le fasi più difficili del mercato.

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P.S.: Nei primi giorni di aprile, in un nostro articolo precedente, avevamo dato per probabile una necessità di ricarica del mercato con un ritracciamento, che è avvenuto (e forse è ancora in corso).

L’area 4168, di cui abbiamo parlato sopra, è molto dura da rompere, perché è il lato inferiore di una zona di 40 punti dove negli ultimi mesi si sono concentrate vendite a più riprese. E convincere il mercato a superare quell’area non sarà facile.

Il ritracciamento dei primi di aprile è solo il primo sintomo di quanto sia difficile demolire quella resistenza.

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Maurizio Monti

  Editore TRADERS’ Magazine Italia