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Wall Street e Trump
Scott Bessent, il segretario al Tesoro del governo nell’era Trump, è persona conosciuta e gradita ai mercati finanziari.
Di lui si apprezza l’esperienza e la competenza, fenomeni piuttosto rarefatti nell’entourage del Presidente.
La sua nomina fu uno dei pochi sospiri di sollievo che la Grande Finanza americana ebbe, di fronte allo sfacelo fiduciario che Trump aveva provocato (e continua, evidentemente, a provocare).
Wall Street non ama Trump e si è faticosamente adattata alla sua presidenza.
Un giro di telefonate: Wall Street in fermento
Da qualche settimana, nei nostri articoli e nelle nostre Classroom, rimarchiamo come il Fear & Greed Index di CNN, indice sicuramente molto lento, stenti a seguire il rialzo delle borse iniziato dopo il 20-21 novembre.
E’ come se l’indice di CNN fosse fortemente condizionato da Trump, che, non per nulla, odia CNN (sicuramente ben ricambiato).
Ovviamente l’indice è basato su numeri e non su opinioni, ma di sicuro fa fatica a ritrovare stabilità.
Fatto sta che, dopo essere precipitato a quota 3, praticamente il minimo livello della Extreme Fear, l’indice è rimasto nella zona dei primi 25 punti (appunto la paura estrema) fino ad inizio della settimana passata.
Ora è nel quadrante successivo, che è quello della paura (non estrema, ma paura rimane).
Bessent nel frattempo ha concluso un giro di telefonate con i maggiori acquirenti dei Treasury americani per verificare l’accettazione o meno da parte dei grandi operatori del nome che sembra essere il prossimo sostituto di Powell:vale a dire Kevin Hassett.
Hassett ha una lunga esperienza, come Bessent, ed è stato consigliere della Casa Bianca con tre passati Presidenti.
Ha però due peccati mortali sulle spalle che lo rendono inviso alla Grande Finanza americana: la quale non ha fatto mistero a Bessent di non essere affatto contenta che Hasset possa sostituire Powell alla guida della FED dopo che a maggio 2026 scadrà il suo mandato.
I peccati mortali di Hassett
Di fatto, Hassett ha sempre dimostrato di essere molto vicino a Trump, fin dal suo primo mandato.
Trump lo elesse nel 2017 Presidente del Consiglio dei Consulenti Economici.
Hassett, in quel periodo, concepì il “Tax Cuts and Jobs Act”.
Senza entrare in eccessivi dettagli, quello che sarebbe dovuto essere una facilitazione economica per le multinazionali a pagare tasse in USA anziché nei paesi offshore, divenne una mannaia per il Tesoro americano, che incassò, l’anno successivo, il 31% di tasse in meno sui profitti delle imprese.
Hassett venne svergognato dal New York Times con una serie di articoli, il primo pubblicato il 6 febbraio del 2019.
Veniva posto in evidenza il completo fallimento della politica proposta da Hassett, il quale, a fronte di tale pubblico muro della vergogna diede le dimissioni.
Ovviamente, oggi, Trump ha messo il New York Times nella lista dei giornali “inaffidabili”, il modo originale con cui definisce la stampa che è in opposizione alle sue politiche o che semplicemente esprime opinioni diverse dalle sue.
Ma non basta…
Hassett ha il viso di chi è caduto dal letto pochi minuti prima. Lo si può constatare in ogni foto pubblica, che facilmente chiunque può trovare su internet.
Così, mentre la Grande Finanza pensava che la lezione subita da Hassett durante il primo mandato di Trump fosse stata sufficiente, quelle caratteristiche somatiche, più che il personaggio in sé, hanno cominciato di nuovo a tormentare il sonno di Wall Street.
Fra le prime nomine che Trump fece dopo il suo insediamento, ricomparve, implacabile, il nome di uno dei suoi yes-man preferiti: Kevin Hassett salì alla guida del National Economic Council.
In tale ruolo, dal gennaio a ottobre del 2025, comparvero molte sue dichiarazioni.
Quella del 2 aprile, in appoggio completo alla politica dei dazi annunciata da Trump nel Liberation Day, fece esplodere Wall Street quasi quanto la stessa conferenza di Trump: e sappiamo come è finita, poi, con il crollo delle borse e il minimo del 7 aprile.
Bessent, ottobre 2025
La luminosa figura di Hassett fu posta in evidenza da Bessent nello scorso ottobre, quando dichiarò che Hassett era fra i cinque possibili candidati a diventare Presidente della FED, in avvicendamento a Powell.
L’incubo tornava prepotentemente a turbare il sonno della Grande Finanza.
Qualcuno, negli ambienti Wall Street, osserva che dal 29 ottobre al 21 novembre le borse sono andate al ribasso …
Siccome nulla c’è di più perfido degli ambienti finanziari, alcuni hanno avvicinato la figura di Hassett a quella della Lagarde in Europa … il semplice parlare di lui, o ascoltarlo, fa scendere o crollare i mercati.
Che cosa teme Wall Street
Di fatto, Wall Street perde il controllo e il rapporto con la FED se uno yes-man di Trump si impadronisce della Presidenza della Banca Centrale Americana.
Il terrore che domina gli animi è pensare ad una politica di disperata svalutazione del dollaro conseguente ad un ribasso dei tassi esagerato, volto ad alimentare il mercato immobiliare, notoriamente diventato piuttosto problematico.
La svalutazione del dollaro è un ottimo modo per un debitore come gli USA per avere meno debiti. Ma è semplicemente suicida per chi detiene il debito e per chi è seduto su una montagna di dollari.
Non c’è solo un lato della medaglia, come sempre sul mercato, chi ci guadagna troppo finisce con l’impoverire la controparte.
Una politica di tassi contenuti, ovviamente, piace alle borse.
Ma una politica di esagerazione, con incentivi inflazionistici e svalutazione eccessiva del dollaro, quella no, non piace a Wall Street.
Il grande timore è la perdita di controllo. La perdita del canale preferenziale con la FED.
La FED perde la sua “presunta” indipendenza (o di dipendenza dalla Grande Finanza per chi vuole vederla in altro modo), e diventa un braccio operativo del Governo degli Stati Uniti.
Il tutto in mano a Trump. Il terrore è comprensibile, significa la politica monetaria gestita da Trump.
Il filo che lega Wall Street alla FED diventa il filo che la FED ha con il Presidente degli USA.
Per molto meno, John Fitzgerald Kennedy si ritrovò con una pallottola in testa in quel di Dallas…. ma erano altri tempi, oggi la macchina del presidente degli Stati Uniti resiste ad un attacco con i carri armati.
Come andrà a finire
Sarà Kevin Hassett a governare la FED?
Wall Street si adeguerà o reagirà a suo modo?
Fra marzo e maggio, non è improbabile, secondo il nostro metodo ciclico, un minimo di mercato: sarà conseguenza della reazione di Wall Street se dovesse essere confermato il nome di Hassett?
Ne parleremo ancora negli articoli prossimi riservati agli abbonati e nelle Classroom.
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