Green Pass, vaccini e un tentativo di spiegazione

0
32

Cari Lettori di Traders’ Magazine, proprio come Voi ho in odio l’argomento Covid e tutto quanto lo riguarda, ma dato il clima turbolento che si respira in Italia (e non solo) su vaccini, green pass e così via, vorrei provare qui a fare il punto su alcune questioni sulle quali c’è una irrazionalità e una emotività del tutto fuori luogo.

Sulla certificazione verde
Concordo facilmente con quanti dicono che questa misura è un modo surrettizio di obbligare la gente a vaccinarsi (sei libero di non vaccinarti, ma senza vaccino non lavori, non studi e non viaggi). E concordo anche con quanti sottolineano i due pesi e due misure del ministro degli interni Lamorgese (tolleranza con i violenti e sgombero forzato con i manifestanti pacifici), e puntano quindi il dito contro le bugie della stampa “di regime”, che ha presentato i manifestanti di Trieste come dei facinorosi.

Ma c’è un “ma”: chi se la prende col green pass dovrebbe fornire un’alternativa per gestire quest’ultima fase dell’emergenza. Insomma, si è contro il green pass perché si vuole l’obbligatorietà del vaccino (o comunque il maggior numero possibile di vaccinazioni) o perché in realtà si è contro il vaccino stesso?

Ebbene, dato che ho un profilo su un social network, ho notato che la stragrande maggioranza dei “no green pass” è in realtà “no vax”, e lo si vede benissimo da quanto essi pubblicano. Allora, se c’è una ipocrisia di Stato, c’è anche l’ipocrisia di tanti che si dicono contro il green pass per ragioni di libertà individuale e in nome dello stato di diritto (e fin qui va bene) ma poi si sfogano nelle chat dicendo peste e corna del vaccino anticovid.

Sui vaccini
E allora parliamo una buona volta di questi vaccini contro il Covid19: dire che essi sono inefficaci è né più né meno che violentare la realtà. I dati di fatto (indiscutibili) ci dicono che con il progredire delle vaccinazioni i contagi e soprattutto i morti e i ricoverati sono diminuiti (è così in Italia e nel resto del Mondo, o forse ci siamo dimenticati che un anno fa gli ospedali traboccavano di malati?). Certamente i vaccini (alcuni sono migliori di altri) non eliminano al cento per cento il pericolo di infezione, però se sei vaccinato e tuttavia ti ammali, non vai in ospedale e soprattutto non crepi, perché il Covid degrada a normale influenza. Ma non c’è verso di persuadere un “no vax” di questo elementare ragionamento. Poco tempo fa da una persona che stimo intelligente (e che ha anche avuto il virus l’anno scorso) mi sono sentito dire: “Io non sono contro i vaccini, ma dovrebbero vaccinarsi solo i soggetti a rischio”. Gli ho obiettato che non sai se sei a rischio finché non ti prendi il virus, perché questa malattia ha esiti imprevedibili, infatti di due persone con la stessa età e anche sane una se la cava con poco e un’altra sta malissimo e riporta dei postumi. Ebbene, non ho ricevuto nessuna risposta alla mia obiezione.

E passiamo a quelli che considerano i vaccini una frode delle multinazionali del farmaco; per dimostrare che questa tesi è risibile, basta considerare che è molto ma molto più costoso mettere in circolazione un vaccino inefficace che uno efficace, perché nel primo caso l’industria farmaceutica dovrebbe tacitare con le minacce o la corruzione il mondo intero, salvo poi essere sbugiardata dalla inefficacia del farmaco (che non si può occultare a medio-lungo termine) e quindi essere travolta dalle richieste di risarcimento, con conseguente bancarotta e tracollo del titolo in Borsa. Ma tant’è, per i no vax gli imbecilli siamo noi che ci vacciniamo…

Tuttavia, le considerazioni di cui sopra non assolvono e non giustificano le contraddizioni e le balordaggini che spesso ci sono state imposte per contenere il virus, in primis l’obbligo di mascherina all’aperto anche in luoghi che non sono affollati; misura ridicola, perché la malattia si contrae non dall’aria ma si trasmette da uomo a uomo, e se la Sicilia ha recentemente ridotto contagi e ricoveri è perché le vaccinazioni sono aumentate, non certo perché Tizio o Caio nel frattempo hanno portato la mascherina anche in strade semideserte o nei tratturi di campagna. E stendo un velo sull’inerzia del precedente comitato tecnico scientifico che non ha nemmeno tentato di ascoltare i medici degli ospedali per informarsi sulle possibili cure (forse non c’erano, ma c’era di sicuro il dovere di ascoltare chi quelle cure cercava affannosamente di trovarle), e stendo un altro velo su quei virologi mezzo matti che volevano separare le famiglie (uno in casa, gli altri familiari ciascuno in alberghi diversi) o ridurci ad una esistenza di talpe.

Sulla politica
E qui vengono le dolenti note, perché a mio parere sono fondamentalmente politiche le ragioni che hanno portato a questa conflittualità permanente. Prima questione, la diffidenza verso i vaccini o il loro rifiuto. La mia opinione è che veniamo da vent’anni di globalizzazione balorda, che ha depauperato il nostro (di Europa e America) tessuto industriale e immensamente rafforzato uno Stato con ambizioni di egemonia mondiale, la Cina. Eppure la maggior parte di politici, economisti e anche imprenditori ci diceva che era bene così, insomma tutto peggiorava però ci si voleva far credere che tutto andasse bene. Perdurando questa menzogna per anni e anni, era inevitabile che tutto quanto venisse detto o deciso da questa “classe dirigente” (si fa per dire) fosse screditato in partenza. Quando è venuta la pandemia, la gente usciva appunto da vent’anni di menzogne “ufficiali”, e non deve meravigliare che questa sfiducia abbia investito anche il vaccino anticovid, che infatti da molti è stato visto come un ulteriore diabolico mezzo per arricchirsi scandalosamente. In realtà i dati – come ho scritto più sopra – dimostrano che la vaccinazione è (finora) l’unico mezzo veramente efficace per battere la pandemia, eppure la diffidenza (perfino in molti medici) è tale da vincere ormai anche l’evidenza dei fatti.

Sul caso Italia
E concludo con il caso italiano. Sul fronte dell’emergenza sanitaria allo stato siamo messi meglio di molti Paesi (Stati Uniti compresi, molto indietro a noi come percentuale di vaccinazioni, anche se sono partiti prima), ma anche qui c’è un “ma”. Abbiamo un Parlamento che non rispecchia più la situazione politica attuale, e un governo che è in realtà un governo del Presidente, ossia voluto da Mattarella e sostenuto da forze che si guardano in cagnesco e che solo l’emergenza ha messo – e tiene – nella stessa maggioranza. Proprio questo insieme di fattori ha creato una situazione di “blocco” che ha di fatto trasformato il Draghi in una sorta di “dittatore”; infine, mettiamoci il semestre bianco durante il quale non si possono sciogliere le Camere, e avremo il quadro completo. Ma questa forza di Draghi che lo inchiavarda alla poltrona di Presidente del Consiglio è anche la sua debolezza, in altre parole egli può fare e disfare anche ignorando il Parlamento e la sua stessa rissosa “maggioranza”, ma il rischio è – come si sta vedendo – che proprio la situazione di blocco renda quote sempre maggiori di opinione pubblica ostili al suo operato, o in modo sordo o con manifestazioni eclatanti (vedasi il caso triestino), a prescindere dalla validità dei singoli provvedimenti.

Conclusioni
Per tutte queste ragioni – non ultima la reazione al conformismo di buona parte della stampa, schierata con Draghi in modi goffamente adulatori – chi si sente all’opposizione di questo Governo “si sfoga” (per dir così) in un generico moto di insofferenza per tutto quello che dal Governo viene, ossia vaccini, green pass o – se ci fosse – l’obbligo di vaccinazione. Insomma, ho l’impressione che molti ragionino così: “Se questo ce lo dice Draghi (o Mattarella), non può essere buono”. Atteggiamenti del genere li vedo da parte di molte persone, evidentemente incapaci di capire che è bene vaccinarsi, ma per il bene proprio e degli altri, non perché lo dice il Governo. Se poi costoro insistono a prendersela con il green pass, molto bene: ci indichino però una alternativa, perché di sicuro la strada “né green pass né vaccinazione” non è percorribile, al contrario significherebbe perdere la battaglia contro l’epidemia proprio mentre la stiamo vincendo, e – quel che è peggio – per una ripicca antigovernativa.

P.S. Questo articolo – lo confesso – è la riscrittura di un mio intervento su quel citato social network nel quale ho un profilo. Ebbene, accanto ad alcuni consensi, mi hanno scagliato contro le accuse più strampalate: 1) avrei voluto fare la difesa d’ufficio di Forza Italia e della Lega per la loro scelta governativa (ma figuriamoci, ho solo analizzato i fatti); 2) ho preso le difese del Governo (giudichi il lettore se io sia stato benevolo verso i governanti in carica); 3) le mie argomentazioni non sono giuridiche (e allora? Non era di diritto che intendevo parlare); 4) infine, l’accusa più “antivax”: nella mia difesa dei vaccini anticovid non ho tenuto conto che la loro efficacia si riduce moltissimo dopo sei mesi. Sai che scoperta, stanno distribuendo le terze dosi appunto per questo! Ma al di là della discussione sulla durata dell’efficacia dei vaccini (sulla quale peraltro si sta studiando) lo sapevamo fin da subito che la protezione vaccinale non dura per sempre, ma questa è forse una buona ragione per rifiutare l’unica difesa che tuttora abbiamo? O forse, se uno è esposto alle intemperie, rifiuta di entrare in una baracca – unico rifugio disponibile – perché non è una casa ben costruita e rifinita? Provvederà poi col tempo a rabberciarla e a farne una dimora confortevole. Così è anche nella farmacologia, l’evoluzione è continua, ma intanto si usano gli strumenti che ci sono, anche se imperfetti.

Luigi Tirelli

Nato in Reggio Emilia il 5/09/1967
Maturità Classica al Liceo L. Ariosto di Reggio Emilia Premio Straordinario Lyons Club di Firenze al Certamen Classicum Florentinum anno 1986 Laurea in Giurisprudenza all’Università di Modena Avvocato del Foro di Reggio Emilia
Vive e lavora in Rubiera (RE)