Compagnie petrolifere come bambini viziati

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Troppa ricchezza rende pigri?

Il mondo ha necessità di un severo intervento per affrontare il cambiamento climatico.

L’elettrificazione della mobilità e la necessità di convertire le fonti energetiche in direzione green sono i grandi fenomeni da gestire, che coinvolgono la politica, l’economia e la finanza.

Trovo che le compagnie petrolifere, che hanno i mezzi e la potenzialità per cavalcare il cambiamento non diano prova di avere capito che il mondo deve andare in quella direzione e ci andrà comunque, con o senza di loro.

Sono rimasto colpito che la Royal Dutch Shell, uno dei maggiori produttori di petrolio e gas del mondo, sia stata condannata da un tribunale olandese a ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica del 45% entro il 2030.

Credo sia la prima volta, ma la sentenza è un urlo che il mondo dovrebbe ascoltare.

La storia è questa. Nell’aprile del 2019, sette gruppi per il clima, fra cui Greenpeace, hanno citato in giudizio la Shell, per conto di alcune migliaia di cittadini olandesi, perché la Shell costituirebbe una grave minaccia per i diritti umani.

Fra le altre cose, veniva anche affermato che la Shell continua ad investire miliardi di dollari nella produzione e raffinazione di combustibili fossili, mentre l’allontanamento da tali fonti sarebbe dovuta essere la principale priorità dell’azienda.

La Shell aveva precedentemente fissato un obiettivo di riduzione di Co2 del 20% entro il 2030, ma il tribunale ha affermato che ciò era insufficiente: arrivando ad emettere la sentenza di cui sopra.

La politica climatica della Shell, secondo il tribunale, mancava di concretezza ed era piena di condizioni.

Shell ha annunciato di voler impugnare la sentenza. L’azienda ritiene che la riduzione delle emissioni, nell’entità richiesta dal tribunale, è possibile solo riducendo l’attività.

Se dal punto di vista dell’azienda questo può essere vero, di fatto la compagnia ha dimostrato, come la quasi totalità di quelle del settore, di essere in drammatico ritardo nella scelta strategica di cambiare la propria politica, andando in direzione di fonti diverse dai carburanti fossili.

E se un gruppo di ambientalisti, per la prima volta nella storia, riesce ad obbligare una major petrolifera a cambiare la propria strategia climatica, sarà bene che le aziende del settore ne prendano seriamente atto, prima che il mercato cominci ad accorgersi del loro ritardo traducendolo in sfiducia sui loro titoli.

Shell non è stata l’unica ad avere subito una sconfitta sul piano della politica climatica.

Un piccolo, microscopico Hedge Fund, denominato Engine No. 1 (non lo conoscevi, vero?), possiede lo 0.02% delle azioni della prestigiosa Exxon Mobil.

Ma è riuscito a dare una lezione memorabile alla miopia del border della compagnia, accusato di movimenti letargici e opinioni poco brillanti sulla questione ambientale.

Il piccolo ma dinamico ed inferocito azionista, nello scorso dicembre, ha iniziato a richiedere all’azienda una seria diversificazione dei suoi interessi commerciali e l’elaborazione di un piano strategico completo per affrontare il cambiamento.

All’assemblea annuale degli azionisti, il piccolo Engine No. 1 ha ottenuto due posti nel consiglio di amministrazione di Exxon, sostenendo che l’attuale consiglio di amministrazione era privo di esperienza nella gestione dell’azienda per dirigerla verso la trasformazione energetica.

Il risultato ottenuto da Engine No. 1 ha creato non poco imbarazzo ai membri del border e anche al management dell’azienda.

Gli investitori che hanno soldi sulle compagnie petrolifere, dovranno essere ben attenti se continuerà questa linea di tendenza e le aziende non adegueranno il loro modello di business guardando al futuro. Sia i loro titoli che i loro dividendi potrebbero subire gravi ripercussioni se questo non dovesse avvenire in tempi ragionevolmente brevi.

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P.S.: Il comportamento delle compagnie petrolifere sembra quello dei grandi produttori di sigarette, parecchi anni fa.

Negare la direzione, il grande trend, la necessità del cambiamento è un comportamento da bambini viziati, che per troppo lungo tempo hanno assaporato utili grassi senza dover mai mutare una virgola dai loro piani di business, e sedendosi pigramente sui risultati pingui raggiunti.

Azionisti e tribunali faranno sempre di più sentire la loro voce: tieni le antenne collegate, la specie che non accetta il cambiamento non sopravvive.
 
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Maurizio Monti

 

Editore La Mela Deliziosa