Il capitalismo ha bisogno della bancarotta

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Un po’ come il Cattolicesimo ha bisogno dell’inferno
(Howard Marks, direttore di Oaktree Capital Management)

Jeffrey Gundlach è un nome quasi sconosciuto in Europa. Già capo del Total Return Bond Fund, che gli ha fatto attribuire il titolo di “Bond King”, è l’amministratore delegato della grande casa di investimento americana DoubleLine Capital.

Jeffrey è stato intervistato da CNBC. Ha detto due cose interessanti.

La prima, ha shortato l’S&P500 a 2863 e continuerà a farlo. E questo può starci, ovviamente. Un ri-test dei minimi è assolutamente plausibile, dice Jeffrey. E perfino beyond, oltre i minimi già fatti. È stata la FED a far recuperare i mercati.

Ma la cosa più interessante è che Jeffrey dice: la FED sta violando in modo plateale il Federal Reserve Act. Comprando tutto di tutto e intervenendo così a gamba tesa su tutta l’economia americana.

Non poteva non attrarre la mia attenzione la contemporaneità con cui il Wall Street Journal pubblicava una propria opinione autorevole: la FED sta riscrivendo da capo che cosa significa essere una banca centrale.

Il WSJ riportava alcune parole di Jerome Powell, Chairman della FED.. “Nessuno di noi ha il privilegio di scegliere le sfide che siamo =hiamati ad affrontare, solo il destino e la storia provvedono ad esse”. E continua: “Il nostro lavoro è fronteggiare le prove che ci si presentano”.

Per semplificare in modo improprio: ci è capitata una tegola di quelle grandi. Ora dobbiamo provvedere in modo coerente con la grandezza della tegola piovutaci addosso.

L’immancabile Columbia University, nella persona di Adam Tooze, professore di Storia della stessa, sulla scia delle parole di Powell, commentava che “la FED sarà risucchiata in una serie di grovigli fuori controllo. Grovigli che normalmente toccherebbe con la punta di un’asta e stavolta ci sarà dentro e dentro pesantemente”.

Credo che finalmente si sta prendendo atto di un fenomeno che vedremo svilupparsi nel corso di questo biennio e che sarà l’assoluto protagonista del triennio successivo.

Lo sconfinamento delle banche centrali al di là di ogni ragionevolezza sarà una delle cause della crisi prossima, quella del 2021 e seguenti. Perché ci sarà un meccanismo per cui l’eccesso di intervento farà ricredere sull’efficacia dello stesso..

Succederà la stessa cosa agli stati, con grande dolore dei cittadini. Un mondo nuovo deve disegnarsi dopo il 2025. Nulla sarà come prima e il difficile è arrivarci.

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Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia