Ciò che sembra non è ciò che è
Per decenni, il fondale oceanico è stato l’ultimo rifugio del mistero.
Credevamo fosse un mondo inerte, un luogo privo di luce e di vita oltre ogni immaginazione.
Tuttavia, la scienza moderna ha scoperto che in quelle profondità oscure, dove la pressione può schiacciare un sottomarino e le temperature si aggirano vicino allo zero, la natura continua a reinventarsi.
E lo sta facendo in un modo sorprendente: alcuni batteri marini hanno imparato a nutrirsi di plastica.
Il paradosso degli abissi
In teoria, le fosse oceaniche dovrebbero essere i luoghi più puri del pianeta.
Sono profonde più di 10.000 metri, isolate dalla luce solare, dall’ossigeno e dagli inquinanti umani.
Ma studi recenti hanno dimostrato il contrario: anche lì, nel punto più profondo conosciuto – la Fossa delle Marianne – sono stati trovati resti di microplastiche e fibre sintetiche.
Come ci arrivano?
Gli scienziati ritengono che le plastiche più leggere galleggino per anni in superficie fino a quando non si degradano in particelle microscopiche.
Poi, quando vengono ingeriti dagli organismi marini o trasportati dalle correnti, affondano lentamente sul fondo.
Il risultato è un cimitero invisibile di plastica, accumulato nel corso di decenni.
Le prime scoperte sorprendenti
Nel 2019, un team di ricercatori giapponesi e britannici ha scoperto qualcosa di inaspettato.
Analizzando campioni di fondale marino a una profondità di oltre 10.000 metri, hanno trovato batteri che scomponevano i composti di polietilene tereftalato (PET), una delle plastiche più comuni in contenitori e bottiglie.
Ciò che era incredibile non era solo la loro presenza, ma anche la loro attività.
Questi batteri avevano sviluppato enzimi in grado di “rompere” le catene molecolari della plastica e convertirle in fonti di carbonio ed energia. In altre parole, stavano “imparando” a mangiarla.
Una risposta evolutiva accelerata
Questo fenomeno ha lasciato perplessi i biologi.
L’evoluzione è solitamente lenta, ma qui sembra essersi verificata a una velocità insolita.
Alcuni esperti suggeriscono che il processo sia iniziato solo pochi decenni fa, in concomitanza con il boom della plastica del XX secolo.
Quando la plastica ha raggiunto questi ambienti estremi, è diventata una nuova fonte di materia.
E poiché la vita trova sempre un modo per sopravvivere, alcuni microrganismi hanno iniziato ad adattarsi.
La lezione della natura
I mercati sono un luogo di sopravvivenza e resilienza.
Non puoi sopravvivere se non adattandoti al cambiamento.
E devi farlo rapidamente.
Con un processo evolutivo rapido che non lasci spazio ad esitazioni.
Gli ultimi 14 mesi
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Il 5 agosto 2024, l’insediamento di Trump, il 7 aprile 2025, per citare solo i più significativi.
Una volatilità irregolare ha continuato a permeare il mercato.
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P.S.: La lezione viene dagli abissi.
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