VENEZIA 78, settembre 2021 (4° ed ultima parte)

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Film e interviste in un’organizzazione impeccabilmente no-Covid

Covid permettendo, vaccino docet, proseguono i miei pareri sui film che ho visto a Venezia 78.

Le mie recensioni (dei film che ho visto fra il 1° e il 6 settembre inclusi) in ordine alfabetico:

Concludiamo con la T.

1. The Lost Daughter
Uscita in Italia: 17 dicembre 2021

Tratto dal romanzo di Elena Ferrante, di cui ho fortemente amato ‘L’amica geniale’, presentato proprio in qualche edizione passata della Mostra del Cinema di Venezia, questo film, interpretato in modo magistrale da una sempre più irraggiungibile Olivia Colman, è, a mio parere, lontano dall’essere perfetto. Il personaggio della protagonista è molto ben analizzato, probabilmente già dalla scrittrice e poi dalla regista, nonché sceneggiatrice, Maggie Gyllenhaal, che l’ha anche in parte prodotto e che, per la prima volta, si trova dietro alla macchina da presa. La Gyllengaal si è costruita, infatti, una carriera (di successo) come attrice. Tornando al film, gli altri personaggi e le loro storie e intenzioni sono, tuttavia, solo abbozzate, quasi affatto stratificate. L’unica che ha un peso nella storia complessiva e nella vita di Leda (Colman) è Nina, alla quale presta il viso e una bravura interpretativa Dakota Johnson, qui scura di capelli; a lei va il mio plauso. È un film di donne per le donne o per gli uomini dotati di sensibilità forse rara. Non è affatto strano né impossibile che il lavoro di madre spinga una donna all’esaurimento o ad avere la necessità di abbandonare chi lei stessa ha generato; anche se la società perbenista non lo accetta, chi arriva ad azioni che, agli occhi degli altri, lo – anzi la – trasformano in un mostro non lo è necessariamente. E c’è molta differenza fra come sono socialmente viste e trattate le madri secondo che siano ‘buone’ o ‘cattive’ e come lo sono, con la medesima distinzione, i padri. A questi ultimi si permette, fondamentalmente, tutto. Se per me sia, o no, un bel film, non saprei dirlo con certezza, invece userei le stesse parole che ho usato di recente: ‘mi ha fatto stare male, mi ha turbata quasi da farmi venire un attacco di panico mentre ero in platea, con tanto di tachicardia improvvisa e forte, forse perché, attraverso la protagonista, il film indaga l’animo umano a fondo e può risultare, per me è stato così, disturbante, troppo. Quindi, sì: è un bel film’. L’unica cosa che davvero rende l’arte un fallimento è l’indifferenza. Questo film ne è ben lungi. Voto: 7,5. Voto Olivia Colman: 10.

Alla Colman avrei assegnato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, ma avevo un dubbio: Penelope Cruz. Avrei premiato pari merito entrambe. Mi rallegro per averci preso in parte.

FILM NON IN CONCORSO – SEZIONE UFFICIALE. Nessun premio vinto, ma 8 candidature, fra le quali: Leone d’oro, Leone d’argento per la miglior sceneggiatura, Gran Premio della Giuria e Premio per la migliore interpretazione femminile

Regia/ Sceneggiatura: Maggie Gyllenhaal
Produzione: Endeavor Content, Samuel Marshall Films, Pie Films, Maggie Gyllenhaal
Durata/ Lingua/ Anno/ Paesi: 121’/ Inglese/ 2021/ Grecia, Usa, Regno Unito, Israele
Interpreti: Olivia Colman, Jessie Buckley, Dakota Johnson, Ed Harris, Peter Sarsgaard, Paul Mescal, Dagmara Dominczyk, Alba Rohrwacher
Fotografia: Hélène Louvart
Montaggio: Affonso Gonçalves
Scenografia: Inbal Weinberg
Costumi: Edward K. Gibbon
Musica: Dickon Hinchliffe
Suono: Leslie Shatz
Effetti visivi: Solon Giannoutsos
Nota: dal romanzo “La figlia oscura” di Elena Ferrante

Trailer in v.o.: https://www.youtube.com/watch?v=D4Ds-nSSDX4

F1a) Locandina di ‘The lost daughter’

La locandina del film diretto dall’attrice Maggie Gyllenhaal.
Fonte:https://quinlan.it/upload/images/2021/09/the-lost-daughter-2021-maggie-gyllenhaal-poster.jpg

F1b) Una scena di ‘The lost daughter’

Un momento del film con la straordinaria Olivia Colman.
Fonte:https://static.labiennale.org/files/styles/full_screen_slide/public/cinema/2021/Schede_film/970×647/Venezia_78/gyllenhall_the_lost_daughter.jpg?itok=tTcFLqNB

E ora un’intervista cui premetto la mia recensione di un bel docufilm sulla moda in Lockdown.

Recensione di “Les Amateurs: Designers in Quarantine”
Un film, un quadro in movimento, l’arte della moda vista attraverso le parole e le sensazioni di stilisti e professionisti, più noti e meno, da tutto il mondo, nel quale, proprio grazie a loro, ci sembra di viaggiare, in poco meno di un’ora, nella lingua comune a tutti, l’inglese. È poetica questa testimonianza di bellezza del vestire, di come intendere la fashion industry dopo il Lockdown e del sorgere di nuovi goal concettuali e pragmatici di chi fa e farà moda nell’era pandemica e post-pandemica. È rilassante e interessante; è attuale e piacevole nella scelta delle musiche e del montaggio dei singoli video. I tre ospiti d’onore del film sono, in ordine di apparizione, Angelo Flaccavento, Marina Spadafora e Sara Sozzani Maino, dei quali desidero riportare alcuni brevi concetti e commenti che mi hanno colpita. Il primo afferma che la creatività consiste nel trasformare l’idea astratta in qualcosa di reale; la seconda dice, a proposito dell’artigianato, che, se si usano le mani (per lavorare), si è pienamente coinvolti in ciò che si fa; la terza, ricordando che la Natura prevale su di noi e che lo sfruttamento della stessa da parte dell’uomo è (stato) eccessivo, crede in una responsabilità della moda, non solo produttiva, ma anche per la comunità: la moda responsabile è cool, wearable and normal’[1]. Nel film, interessanti sono anche i video con gli stralci di alcune sfilate di marchi celebri o sui momenti di lavoro volto alla trasformazione di un tessuto in quell’opera d’arte cui può assurgere un capo d’abbigliamento. In finale, il voice over invita la moda a connettersi con la realtà e afferma che la libertà può dare origine alla bellezza. E, a tal proposito, riporto una celebre frase di Dostoevskij alla quale Marina Spadafora, nel suo intervento, dà voce: ‘la bellezza salverà il mondo’. Il mio voto al film è 8.

F2a) Locandina del film “Les Amateurs: Designers in Quarantine”, dopo il L.A. Italia – Film, Fashion and Art Festival 2021


La locandina del film diretto da Federico Cianferoni e Maxence Dinant, selezionato nell’aprile 2021 al Los Angeles Italia – Film, Fashion and Art Festival 2021.
Fonte: per gentile concessione di Maxence Dinant
Trailer: https://vimeo.com/534534197

Maxence Dinant, attore. L’ideatore di “Les Amateurs: Designers in Quarantine”, al VPB 2021

Intervista del 4 settembre 2021
Maxence Dinant è un attore, un collega, un amico: www.ipcinternationalsrl.com/profilo/maxence-dinant/ ; ed ecco il suo/loro progetto: https://manintown.com/les-amateurs-designers-in-quarantine-il-futuro-della-moda-secondo-20-giovani-creativi-da-tutto-il-mondo/2021/09/03/

Basile: Ciao Max! Che bello vederci nella città dei Dogi, in occasione della Mostra del Cinema. Se io sono qui, principalmente, per scrivere di film e intervistare alcune persone del settore, oltre che per godermi una serie di nuovi cine-prodotti in lingua originale, talvolta seguiti da interessanti Q&A, tu, invece, sei a Venezia con e per un progetto. Me ne parli?

Dinant: Sì. Il progetto si chiama “Les Amateurs: Designers in Quarantine”. Federico Cianferoni ed io lo abbiamo inserito sul Venice Production Bridge (www.labiennale.org/it/cinema/2021/venice-production-bridge). Si tratta di una piattaforma volta a mettere in contatto persone e entità del settore. Per esempio, se qualcuno cerca un produttore o distributore può caricare il suo progetto.

Basile: Come vi siete mossi? Come si accede al Venice Production Bridge? È difficile?

Dinant: Si paga (ndr, ridiamo). Il co-regista Federico Cianferoni [2]e il suo compagno Claudio Faguglia[3], che gestisce la produzione, sono venuti spesso a Venezia. Conoscevano la piattaforma, così hanno fatto una richiesta e caricato il film con una scheda tecnica. Poi siamo stati opzionati.

Basile: Di cosa parla il film, Max?

Dinant: Il film racconta, attraverso la Moda, il Lockdown. Dunque, il punto di vista è particolare. All’inizio del Lockdown, Lidewij Edelkoort[4], una celebre Fashion Trend Forecaster, in grado, cioè, di fare previsioni sulle tendenze della moda, disse che avremmo assistito al debutto dell’era dell’Amateur, inteso, non come amatoriale, ma come colui che ama ciò che fa. Quindi, anche se nel film i protagonisti sono tutti professionisti del settore della moda, noi li chiamiamo Amatori, ossia innamorati della propria professione. Uno degli aspetti del Lockdown, uno positivo, è stato quello di tornare, o continuare, a fare ciò che ci fa bene. Se qualcuno ha riscoperto un proprio amore per la cucina o il giardinaggio, altri lo hanno riscontrato nella moda. La moda è nota per gli eccessi e il consumismo, invece noi abbiamo voluto descrivere un modo di fare moda per proprio gusto e amore. Lo abbiamo fatto, selezionando, da tutto il mondo, 20 stilisti che, da casa propria e in piena quarantena, hanno scelto un pezzo particolarmente rappresentativo della loro arte, della passione per il mestiere che svolgono. Abbiamo poi diviso il film in 3 capitoli intitolati, rispettivamente, all’ amore per la creatività e l’autenticità, all’amore per l’artigianato e all’amore per il pianeta ed il patrimonio umano. Ci siamo, dunque, concentrati su un modo di intendere la moda attento alle tradizioni locali, all’eco-sostenibilità e alla stessa sopravvivenza dell’uomo.

Basile: Chi ha prodotto il film? Del budget hai un’idea?

Dinant: Claudio Faguglia di L.A. Factory Film (https://www.lafactoryfilm.com/about/). Guarda, sui numeri non so nulla, ma ti posso dire che i professionisti che hanno partecipato al progetto hanno fatto tutto da casa con il proprio cellulare. Non si direbbe dalle immagini bellissime che ci hanno inviato, e non sembrano affatto provenire da un telefonino. Del resto, sono degli artisti.

Basile: Poi qualcuno le ha montate dando vita al film. Qual è la durata complessiva?

F2b) L’attore Maxence Dinant

Nella figura F2b Maxence Dinant, l’ideatore e co-regista di “Les Amateurs: Designers in Quarantine”.
Fonte: Ph. Credits: Julie Reggiani

Dinant: Esattamente e siamo stati Federico ed io. Abbiamo passato ore e ore a vedere il ricco materiale ricevuto. La selezione voleva mirare a raccontare al meglio ciò che ogni designer voleva e vuole rappresentare. Il totale delle clip scelte e montate è di 50 minuti.

Basile: Al film hanno partecipato, con delle brevi interviste sul tema, dei personaggi noti.

Dinant: Sì. Abbiamo avuto gli interventi di: Angelo Flaccavento[5], un noto critico di moda che scrive anche per il Sole 24 Ore, che parla di creatività e autenticità, dunque introduce il I capitolo; Marina Spadafora[6], la Coordinatrice per l’Italia di Fashion Revolution[7], che ci racconta dell’artigianato nel III capitolo del film; Sara Sozzani Maino[8], direttrice di Vogue Talents, nonché figlia di Carla e nipote di Franca Sozzani, che presenta il terzo capitolo, quello sulla sostenibilità.

Basile: Tu sei l’ideatore di Les Amateurs: Designers in Quarantine. Come/quando ti è nata l’idea?

Dinant: In Lockdown. La prima idea che avevo avuto era stata quella di parlare ogni giorno di un mio vestito nell’armadio, poi, con in mente i miei amici e colleghi, anche loro chiusi fra quattro pareti ed annoiati, ho pensato di coinvolgerli. Quando, da quelli all’estero, mi sono cominciati ad arrivare i loro video, ho avuto l’idea del progetto. Mi piaceva che sarebbe stato mondiale come le persone coinvolte. Il film ‘copre’ quasi tutto il mondo, manca solo il continente australiano, ed in esso sono rappresentati generi, razze, etnie differenti. Tra l’altro, durante il Lockdown è nato il movimento Black lives matter: noi, inconsapevolmente, con il nostro film, lo abbiamo sostenuto.

Basile: Ora, però, noi sappiamo di essere colleghi, attori appunto. Dimmi di te come attore.

Dinant: Ho appena finito di girare un docufilm su Marco Pannella per la Rai[9], nel quale interpreto il suo amante francese. Prima di morire, in un coming out, Pannella disse di avere amato quattro uomini nella sua vita e io interpreto il suo primo grande amore. Il protagonista è Andrea Bosca[10], che è stato completamente trasformato per la parte. Ricordo che abbiamo girato a Roma vestiti da inverno: agli inizi di agosto la città era caldissima! Dovrebbe uscire nel prossimo autunno/inverno, ma non ti so dire con certezza. Il titolo è Romanzo Radicale[11]. Il regista è Mimmo Calopresti[12].

Ho conosciuto Mimmo Calopresti con la mia carissima amica Marisa Fagà, tempo fa a Milano. Marisa ha sempre creduto in me come attrice e nelle motivazioni professionali e profonde che mi muovono in tale direzione, cosa che non smetterà mai di accadere, perciò sostenne e rese possibile la replica di ‘Dolores’ a Catanzaro il 25 novembre di sette anni fa per dire NO a qualsiasi violenza di genere: https://www.comune.catanzaro.it/dolores-per-urlare-no-alla-violenza-sulle-donne/ Grazie Amica!

F2c) Sara Maino Sozzani, Deputy Editor in Chief Vogue Italia Head of Vogue Talents

Nella figura F2c Sara Maino Sozzani, presente in “Les Amateurs: Designers in Quarantine”.
Fonte: Ph. Credits: Emilio Tini

Basile: Caro Max, concludiamo ricordando sia i punti di forza del vostro film sia, soprattutto, che è nel vostro interesse trovare un distributore.

Dinant: Parto dal secondo punto e confermo. Cerchiamo un distributore, una piattaforma per dare visibilità al progetto. Siamo disponibili a organizzare un incontro su zoom o a Roma con chi fosse interessato alla distribuzione o all’acquisto di Les Amateurs: Designer in Quarantine. Quanto ai punti di forza del film, sono diversi:
a) tratta un tema attuale, il Lockdown 2020-21, da un punto di vista unico e, tuttavia, universale: la moda;
b) coinvolge personaggi/brand conosciuti come Jil Sander o i menzionati Sara Sozzani Maino, Marina Spadafora e Angelo Flaccavento, ma anche meno noti, i quali fanno scoprire un lato della moda meno inflazionato, più personale e intimo; in verità, noi non parliamo di brand, ma di persone e della loro passione;
c) è globale, con interventi da tutto il mondo, dall’Africa all’America, dall’Europa all’Asia, mettendo in evidenza che il Covid-19 e la quarantena hanno costituito il primo evento, dopo la seconda guerra mondiale, capace di coinvolgere l’umanità intera;
d) è inclusivo, grazie ad interventi di stilisti di ogni razza e ‘genere’;
e) ha un filo conduttore importante: l’Amore; a tal proposito, abbiamo cercato, anche, di iniettare un pò di good vibes (sensazioni positive) in tutti, perché, in fondo, tutti ne abbiamo bisogno.

Basile: Caro Max, ti abbraccio virtualmente. Grazie del tempo dedicato e in bocca al lupo!

Se interessati a distribuire/acquistare il film, scrivete all’indirizzo e-mail lafactoryfilm@gmail.com o contattate, via whatsapp, i registi del film Federico Cianferoni (+393923851416) e Maxence Dinant (+393894508155) e/o il produttore del film Claudio Fagugli (+393921296251). Fatelo!

F2d) Marina Spadafora, Coordinatrice di Fashion Revolution Italy


Nella figura F2c Marina Spadafora, presente in “Les Amateurs: Designers in Quarantine”.
Fonte: per gentile concessione di Marina Spadafora

Conclusione
Salutato Max, che mi ha proposto di pensare a un progetto insieme, visto che siamo una squadra vincente in potenza, mi avvio a prendere il vaporetto che, dalla fermata ‘Giardini’ di Venezia, mi porterà in breve tempo al Lido. Il più sono le attese dei mezzi di trasporto, ma ciò avviene pur sempre in una città magica, quindi anche aspettare un vaporetto può essere affascinante. Certo è cosa ben diversa dal trovarsi vicino al cartello di sosta di un autobus milanese o romano(!).
Con questa conclusione, mi fermo qui anche con i miei racconti della II Mostra del Cinema dell’era Covid, che, dopo ben 78 anni, ancora fa sognare e divertire. Viva l’Arte! Andiamo tutti al Cinema!

F2e) Maxence Dinant con il regista Federico Cianferoni

Nella Figura F2e Dinant e Cianferoni, i registi di Les Amateurs: Designers in Quarantine
Fonte: Ph. credits: Davide Musto

  1. Fantastica, portabile e normale.
  2. https://www.imdb.com/name/nm1202295/
  3. https://www.linkedin.com/in/claudiofilippofagugli/?originalSubdomain=it
  4. https://www.vogue.it/moda/article/a-che-gioco-giochiamo-opinione-tendenze-lidewij-edelkoort
  5. https://www.fashiongraduateitalia.it/panelists/angelo-flaccavento/
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Spadafora
  7. https://www.fashionrevolution.org/europe/italy/
  8. https://www.fashiongraduateitalia.it/panelists/sara-sozzani-maino/
  9. https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2021/06/22/romanzo-radicale-pannella-in-docufiction-rai_e00c0f5c-516c-4334-9381-cab94299ac1b.html
  10. https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Bosca
  11. https://www.spettacoloitaliano.it/2021/09/26/romanzo-radicale-raiuno/
  12. https://it.wikipedia.org/wiki/Mimmo_Calopresti,

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.
Email: Alessandra.Basile@outlook.com
Sito web: www.alessandrabasileattrice.com