VENEZIA 2020 (1° parte)

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Racconti di una Venezia meno affollata del solito per motivi noti, in un clima ancora estivo. Venezia 77 costituisce il segnale che tutti attendevamo per trovare speranza e forza nuova contro il pluri-menzionato Covid19, che non si sa come si comporterà nel prossimo autunno italiano e che nel resto del mondo continua a mietere vittime più che da noi. La Mostra del Cinema è la dimostrazione che si può convivere con il nemico invisibile e così rialzarsi, osservando con estrema rigidità tutte le apposite misure di sicurezza.

Mercoledì 2 settembre 2020 la 77° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha avuto inizio, dunque leggermente più tardi del solito, e si conclude il 12 dello stesso mese. I numeri non sono stati gli stessi delle scorse edizioni, ma si sapeva. Va anche detto che, come ha dichiarato Barbera, una elevata percentuale delle persone e personalità coinvolte nei film scelti e proposti alla Mostra, sia in concorso che non, è riuscita a organizzarsi per venire o almeno a essere adeguatamente rappresentata in loco. Fra i maggiori esponenti del magico mondo che nasce e muore sui set, ricordo la presenza di Cate Blanchett, eccellente presidente di giuria, Anna Foglietta, madrina di Venezia 77, Pierfrancesco Favino, Oliver Stone e di moltissimi altri fra i numerosi invitati che quest’anno sono stati: Daniele Lucchetti, Franco Rosi, Alba Rochrwacher e Luigi Lo Cascio, Emma Dante, Susanna Nicchiarelli, Pedro Almodovar con Tilda Swinton, Jim Broadbent, Gia Coppola con Maya Turman-Hawkw, Diego Boneta, Willem Dafoe, Matthew Goode, Francis MacDormand, Shia LaBeeouf, Monica Bellucci, Stacy Martin, Vanessa Kirby, Casey Affleck, Paolo Conte, Mads Mikkelsen con la moglie Hanne Jacobsen, Katherine WaterstonSilvia D’AmicoLino Capolicchio Rossella RomanoVirginia ApicellaMassimiliano Caiazzo, Massimo VenierSara Serraiocco, Abel Ferrara, Andrew Garfield e Helen Mirren – due grandi assenze in Laguna – e tanti altri ancora, inclusi alcuni volti della tv e delle radio e i più che mai ammirati influencer, forse fortificati dal lockdown, che io non saprei riconoscere nemmeno da vicino.

Quest’anno, il tappeto rosso è chiuso da un muro costruito apposta per evitare il solito assembramento di fan sfegatati pronti a tutti o, in questo caso, di curiosi imprudenti. Nelle sale cinematografiche, così come nelle arene all’uopo create per distribuire il pubblico, il controllo sull’uso corretto ed effettivo della mascherina è costante e severissimo, anche al buio durante le proiezioni. Inoltre, ci sono telecamere e controllo della temperatura diffusi, diverso personale è posizionato nei punti strategici e la sistemazione delle sedute rispetta i distanziamenti laterale e frontale (non si sgarra nemmeno fra presunti congiunti). Io a tutto ciò dò voto: 10 e lode!

Continua la fiaba del cinema italiano europeo e mondiale nella terra dei Dogi, anche in periodo di Covid19 e pur temendo il prossimo calo delle temperature. Il cinema ci illumina e fortifica.

Il mandato del più che mai bravo Alberto Barbera come direttore artistico della Biennale settore cinema dovrebbe scadere a fine anno lasciando la guida per l’edizione 78 ad altri, ma la risposta del diretto interessato a un giornalista che gli chiedeva la conferma o la smentita sarebbe stata: ‘La risposta migliore l’ha data qualche giorno fa Paolo Baratta, Presidente della Biennale, dicendo che ‘gli incarichi pubblici né si chiedono né si rifiutano’’. Barbera è subentrato a Müller nel 2011, scelta molto indovinata, ma aveva già svolto l’importante ruolo fra il 1999 e il 2001.

Prima di addentrarci nel ‘tecnico’, vorrei confermare quanto dichiarato da Barbera a proposito di Venezia 77, perché è stata anche la mia impressione: in questo festival ci sono molte registe e, aggiungo, tante attrici di varia età protagoniste delle storie raccontate. Un altro grande segnale.

Le sezioni del Festival sono 6:

  • Selezione ufficiale – 21 film lungometraggi in prima mondiale in concorso per il Leone d’oro
    • Fuori concorso – (massimo) 20 opere fra lungometraggi e documentari di spessore e di grande originalità. Ad esse si aggiungono quelle della Biennale College – Cinema
    • Orizzonti – (massimo) 20 film rappresentativi di nuove tendenze estetiche e espressive del cinema mondiale, con particolare riguardo per gli esordi, gli autori emergenti e non ancora pienamente affermati, le cinematografie minori e meno conosciute, ma anche opere che si misurano con i generi e la produzione corrente con intenti d’innovazione e di originalità creativa. All’interno è ospitata una selezione competitiva di cortometraggi entro i 20 minuti, scelti in base a criteri di qualità e originalità linguistico-espressiva.
    • Venezia Classici – i migliori restauri di film classici realizzati nell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo, impegnate nella conservazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico e nella riscoperta di opere del passato trascurate o sottovalutate.
    • Sconfini – sezione non competitiva. (Massimo) 10 opere superiori ai 60 minuti senza vincoli di genere, durata e destinazione, eventualmente precedute o accompagnate da incontri e approfondimenti con autori, interpreti e personalità del mondo dell’arte e della cultura.
    • Venice Virtual Reality – (Massimo) 30 progetti Immersivi in Realtà Virtuale, in concorso e fuori concorso, in prima mondiale e/o internazionale e le opere Fuori Concorso dei team che partecipano alla Biennale College Cinema-VR e una selezione “Best of VR”.
  • Le sezioni autonome e parallele sono:
    • Settimana Internazionale della critica – Massimo 9 le opere prime ivi presentate; la rassegna è organizzata da una commissione nominata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI)
    • Giornate degli Autori – 12 film di alto valore culturale; la rassegna è promossa dalla Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC) e dall’Associazione 100 Autori.

Le mie RECENSIONI (dei film che ho visto fra il 3 e il 6 settembre) in ordine alfabetico:

1. AMANTS
Due ragazzi, entrambi bruni con gli occhi nocciola e i fisici asciutti. Un amore passionale. Lei non frequenta la scuola, lui spaccia e si arricchisce. Un non detto più ampio del detto che un’esperta regia può permettersi, mentre in questo film è quasi innervosente, perché si fanno salti improvvisi con molto lasciato all’immaginazione e il risultato è una storia piuttosto carente. I due ragazzi si trovano coinvolti in un assassinio, di cui lui è più che responsabile, lei lo diventa nel momento in cui, per amor suo, lo aiuta a liberare la scena del crimine. Ma viene abbandonata dal reo fuggitivo. Sempre per via di quei salti nella storia, lei in una scena lavora nel guardaroba di un locale e nella scena dopo si ritrova su un velivolo con colui che scopriamo frattanto essere divenuto suo marito e che pare avere il doppio abbondante dei suoi anni. Così i personaggi diventano tre, infatti, per un caso (che caso!), la neo coppia va a folleggiare in Oceania, proprio nel villaggio dove pure il primo amore della moglie sta e lavora per tirare a campare. E la passione si riaccende fra i due giovani. Non vado oltre, caso mai qualcuno lo volesse vedere, ma temo di aver dato un’impressione sbagliata, perché a rileggere quanto ho scritto sembra che il film possa emozionare. Molto bravo Benoît Magimel, anche se, forse per esigenze di copione, porta i suoi 46 anni come fossero 58, mentre Stacy Martin già trentenne sembra una poco più che ventenne. La Martin ha un viso (e un corpo) riconoscibile: debuttò giovanissima nel discusso ‘Nymphomaniac’ di Lars Von Triar. Lì ha imparato a restare senza veli nei film, perché anche in questo non manca di farlo. Bravo Pierre Niney, vincitore fra il 2012 e il 2015 di tre Premi César come miglior attore. Il mio voto al film: 51/2.

FILM IN CONCORSO – SELEZIONE UFFICIALE. Nessun premio.

Regia: Nicole Garcia
Produzione: Les Films Pelléas, (Philippe Martin, David Thion), France 3 Cinéma, Mars Films, Véronique et François Mallet, LDRP, Impala, Victoire Newman, Pauline’s Angel
Durata: 103’; Lingua: Francese; Paesi: Francia
Interpreti: Pierre Niney, Stacy Martin, Benoît Magimel
Sceneggiatura: Nicole Garcia, Jacques Fieschi; Montaggio: Frédéric Baillehaiche, Juliette Welfling
Fotografia: Christophe Beaucarne; Scenografia: Hélène Bastide; Costumi: Nathalie du Roscoät, Jürgen Doering
Musica: Grégoire Hetzel, Daniel Pemberton; Suono: Jean-Marie Blondel, Martin Boissau
TRAILER v.o. e italiano: https://www.youtube.com/watch?v=bHeT0rkuSdY
Clip originale con i sottotitoli inglese: https://video.sky.it/cinema/il-meglio-di-cinema/video/amants-una-clip-del-film-di-nicole-garcia-612872

F1a) Locandina di ‘Amants’

L’immagine F1a fa da locandina al film ‘Amants’ diretto da Nicole Garcia.
Fonte:https://static.labiennale.org/files/styles/full_screen_slide/public/cinema/2020/970×647/970x647_Agenda/Venezia_77/amants.jpg?itok=Vmiv7xee

F1b) La protagonista femminile di ‘Amants’

Nella immagine F1b un primo piano della bella Stacy Martin protagonista di ‘Amants’ .
Fonte: https://mr.comingsoon.it/imgdb/locandine/poster/59219_hd.jpg

2. GAZA, MON AMOUR
Nella semplicità della vita del sessantenne protagonista del film, nella semplicità anche dei suoi sentimenti, puri e profondi, per la sarta del suo paesino, una coetanea dai tratti ancora definiti e dai colori di un nocciola scuro brillante, noi spettatori siamo osservatori attenti e partecipi della realtà che circonda l’uomo, delle abitudini dei suoi compaesani, dei desideri talvolta di partenza per altri lidi, com’è per il suo giovane amico che alla fine riesce a imbarcarsi e ad andarsene, delle frustrazioni cui vanno soggetti e delle quali noi non abbiamo alcuna idea se non viviamo lì. Quando il protagonista, che vive della sua pesca vendendo il pescato su una bancarella, per caso tira su dall’acqua del mare una grande statua antica finita nella sua rete per i pesci e decide di tenersela a casa, si mette proprio nei guai e finisce arrestato e in carcere ben due volte perché qualcuno fa la spia. Secondo il nostro codice della navigazione, il ritrovamento di un oggetto in mare comporta per lo scopritore, non che lui se lo tenga, ma il rimborso delle spese ed un premio pari ad un terzo del valore dell’oggetto stesso. Al povero pescatore, tuttavia, non arriva alcun rimborso. Anzi, il trattamento riservatogli dal capo della polizia va ben oltre, anche se il film è poetico e delicato e non ci mostra nulla di brutto. Riflettiamo e capiamo che se sei un poveraccio e vivi da quelle parti la tua esistenza è davvero dura.

Nonostante tutto, il nostro agé sta con i piedi per aria, perché è travolto dal sentimento appassionato per la sua amata, tanto che, mentre è rinchiuso la prima volta e dorme per terra insieme ad altri carcerati, fa sogni in rosa emozionandosi per lei. Il dubbio è, dunque, se l’uomo riuscirà, con il suo approccio adolescenziale e così genuino da commuovere, ad oltrepassare tutti gli ostacoli che gli si pongono davanti – inclusa la sorella quando cerca di affibbiargli una delle quattro ‘donzelle’ che gli presenta a casa come potenziali mogli fra cui scegliere – a svelarsi alla donna da lui tanto agognata. La scena della sua dichiarazione con l’arrivo accidentale della figlia, favorevole, e le risate di tutti e tre a dispetto delle condizioni di vita nelle quali versano, come mostrato nel film fino a quel momento, è contagiosa e semplicemente bellissima. È una commedia ma consiglio questo bel film proprio per entrare in certe atmosfere e in certi modi di vivere certo non desiderati e scoprire ideali diversi dai nostri, apprezzando chi agisce senza troppe sovrastrutture sociali, perché spinto dalla forza sorprendente del sentimento più appassionante. Voto perché prenda il Premio speciale della Giuria Orizzonti. Voto: 7/8.

FILM NON IN CONCORSO – SEZIONE ORIZZONTI. Nessun premio, ma 6 candidature: al Premio speciale della Giuria Orizzonti e al Premio Orizzonti per migliore regia, migliore sceneggiatura, migliori interpretazioni maschile e femminile e miglior film.

Regia: Tarzan Nasser, Arab Nasser
Produzione: Les Films du Tambour (Rani Massalha, Marie Legrand), Riva Filmproduktion (Michael Eckelt), Ukbar Filmes (Pandora da Cunha Telles, Pablo Iraola), Made in Palestine Project (Rashid Abdelhamid), Jordan Pioneers (Khaled Haddad)
Durata: 88’; Lingua: Arabo; Paesi: Palestina, Francia, Germania, Portogallo, Qatar
Interpreti: Salim Daw, Hiam Abbass, Maisa Abd Elhadi, George Iskandar, Hitham Al Omai, Manal Awad
Sceneggiatura: Tarzan Nasser, Arab Nasser in collaborazione con Fadette Drouard
Fotografia: Christophe Graillot; Montaggio: Véronique Lange
Scenografia: Tarzan and Arab Nasser; Costumi: Hamada Atallah
Musica: Andre Matthias; Suono: Tim Stephan, Roland Vajs, Pedro Góis
Trailer v.o. sottotitolato: https://www.youtube.com/watch?v=wUsxKdm3RJ4
Locandina:https://www.movietrainer.com/img/galleria_opere/5f53628cc1ba1.jpg

F2a) Locandina di ‘Gaza mon amour’

La locandina del film ‘Gaza mon amour’ diretto da Tarzan e Arab Nasser.
Fonte:https://www.cinemaclock.com/images/posters/1000×1500/52/gaza-mon-amour-2020-us-poster.jpg

F2b) Una scena di ‘Gaza mon amour’

Nella immagine F2b un bel momento del film con i bravi attori Salim Daw e Hiam Abbass.
Fonte: https://pad.mymovies.it/img/image/?size=1280&image=https://pad.mymovies.it/filmclub/2020/07/231/coverlg.jpg

3. KHORSHID – SUN CHILDREN
Il regista iraniano Majidi ci invita a riflettere sulla condizione dei ragazzini o peggio dei bambini di strada, cinicamente arruolati anche in attività losche, e sulla necessità e sull’importanza per loro di un’educazione. Il piccolo protagonista si chiama Ali e, come ha detto il regista ai microfoni di Venezia 77, non ha potuto presenziare in Laguna perché è risultato positivo al covid19. Majidi ha anche raccontato che artisticamente è così ‘impressive’ che ci sono già delle case di produzione cinematografiche interessate a lui per futuri progetti. Lo stupore sta nel fatto che i giovani attori del film sono veramente dei ragazzini che lavorano nonostante l’età. Ciò avrebbe reso il casting difficile seppure affascinante. Per tutto o quasi il film, il gruppetto capeggiato da Ali, ‘assunto’ da un vecchio mafioso per un pericoloso scavo, a mani nude o con qualche attrezzo rudimentale, sotto le fondamenta della scuola, si dà da fare per cercare un presunto tesoro, ma, come ha fatto notare il regista, in verità sono loro stessi il tesoro, per sé e non solo! C’è un bel personaggio nel film ed è il professore, che si prende a cuore ciascuno dei ragazzini protagonisti insieme ad Ali e che cerca di far scegliere loro la strada più giusta per ognuno, dal calcio alla matematica, e crea un legame di confidenza e fiducia proprio con Ali, conquistandolo anche di più quando recupera la piccolissima zingara, di cui il ragazzo è genuinamente infatuato, dalla stazione di polizia che l’ha arrestata e, peggio, che le ha tagliato a zero i bei capelli neri, sferrando un attacco frontale al capo della polizia nel modo in cui Ali gli ha insegnato. D’altra parte, quello è un cattivo e noi gli perdoniamo un atteggiamento di per sé inaccettabile. Insegnare a dei ragazzi di strada che hanno visto il peggio a vivere e innamorarsi di scienza, letteratura, storia e quant’altro può salvarli. Confermo la bravura dei ragazzi e la regia, ma forse avrei sostituito i tanti scavi sotterranei con qualche sequenza in più sul rapporto fra Ali e il professore che riuscirà a migliorare entrambi. Voto per il Premio Marcello Mastroianni e alcuni dei Premi Crystal Simorgh cui è candidato. Voto: 7,5.

FILM IN CONCORSO – SELEZIONE UFFICIALE. Nessun premio, ma a 16 candidature: Leone d’oro, Leone d’argento alla regia, premio alla migliore sceneggiatura, Coppa Volpi alle migliori interpretazioni maschile e femminile, Gran Premio della Giuria, Premio Marcello Mastroianni, Green Drop Award e 8 candidature al premio Crystal Simorgh.

Regia: Majid Majidi
Produzione: Majidi Film Production (Majid Majidi, Amir Banan)
Durata: 99’; Lingua: Farsi; Paesi: Iran
Interpreti: Ali Nasirian, Javad Ezzati, Tannaz Tabatabaie, Rouhollah Zamani, Seyed Mohammad Mehdi Mousavi Fard, Shamila Shirzad, Abolfazl Shirzad, Mani Ghafouri, Safar Mohammadi, Ali Ghabesh
Sceneggiatura: Majid Majidi, Nima Javidi; Scenografia: Keyvan Moghadam
Fotografia: Houman Behmanesh; Montaggio: Hassan Hassandoust
Costumi: Amir Malekpour;
Musica: Ramin Kousha; Suono: Mohammad Reza Delpak; Effetti visivi: Javad Matouri
Trailer v.o. sottotitolato: https://www.youtube.com/watch?v=wUsxKdm3RJ4

F3a) Locandina di ‘Khorshid – Sun children’ di Majid Majidi

L’immagine F3a fa da locandina del film ‘Gaza mon amour’ diretto da Tarzan e Arab Nasser
Fonte:https://static.labiennale.org/files/styles/full_screen_slide/public/cinema/2020/970×647/970x647_Agenda/Venezia_77/khorshid.jpg?itok=ykzhYlIj

F3b) Una scena di ‘khorshid – Sun children’ con il protagonista

Nella immagine F3b una scena del film.
Fonte:https://static.labiennale.org/files/styles/full_screen_slide/public/cinema/2020/970×647/970x647_Agenda/Venezia_77/khorshid.jpg?itok=ykzhYlIj

4. MAINSTREAM
La nipote trentatreenne dell’ottima regista Sofia Coppola, figlia dell’indimenticabile Francis Ford Coppola, Gia Coppola, dirige un superlativo Andrew Garfield nel film ‘Mainstream’ con un bravo Nat Wolff e una meno efficiente, niente affatto all’altezza dei primi due, Maya Thurman-Hawke, figlia dei celebri Uma e Ethan, che si è presentata in sala vestita a sirena inciampando due volte; sarebbero forse occorse delle prove per la camminata. Voto positivo anche ad Alexa Demie che interpreta Isabel nel film e che avevo avuto modo di ‘conoscere’ già in ‘Waves’ di T. E. Shults alla scorsa Festa del cinema di Roma (www.traders-mag.it/roma-ff14-festa-cinema-2019-seconda-parte/). Il film non partecipa alla selezione ufficiale, facendo parte di ‘Orizzonti’, ma, se io potessi premiare il miglior attore protagonista di Venezia 77, stante la mia limitata visione dei film proiettati giacchè la mia permanenza in Laguna è stata di soli quattro giorni, sceglierei questo meraviglioso mix fra il Jim Carrey dei primi tempi, per l’elasticità corporea e la mimica facciale, ed il premio Oscar Joaquim Phoenix nel suggestivo Joker di Todd Philipps. Sto parlando di Andrew Garfield, l’ex Spiderman, che, guarda un po’, ha ottenuto, fra vari altri riconoscimenti, il Tony Award al migliore attore protagonista in un’opera teatrale nel 2018. Il teatro è la vera mamma dei grandi attori. La cosa particolare che distingue Andrew da Link, il suo personaggio nel film, è la forte riservatezza sulla sua vita privata. Anche su Emma Stone, conosciuta sul set di ‘The Amazing Spider-man’ e diventata intima del ragazzo che è rimasto fidanzato con lei fino al 2015, l’attore si è sempre espresso poco. Il film della giovane Coppola ci colpisce, ci fa aprire gli occhi su un mondo cui si accede con una certa facilità e dal quale uscire indenni, anche se si ha successo, è durissima: il web, la realtà virtuale. Le figure del c.d. Influencer – io mi chiedo: è un lavoro? – e di chi gli gira intorno vengono offerte al pubblico sotto le spoglie peggiori. Solo mantenersi ancorati alla terra su cui si cammina e ai valori che contano può salvarci. Scommetto sul Premio Orizzonti al miglior attore, ma anche ‘Mainstream’ complessivamente avrebbe il merito di vincere quello al miglior film. Voto: 8.

FILM NON IN CONCORSO – SEZIONE ORIZZONTI. Nessun premio vinto, ma 6 candidature: Premio Orizzonti per miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, migliori interpretazione maschile e femminile e Premio Speciale della Giuria Orizzonti

Regia: Gia Coppola
Produzione: Automatik (Fred Berger) American Zoetrope (Michael Musante, Gia Coppola), Artemis (Siena Oberman), Assemble (Jack Heller), Tugawood (Enrico Saraiva, Francisco Rebelo de Andrade, Alan Terpins), Andrew Garfield, Zac Weinstein
Durata: 95’; Lingua: Inglese; Paesi: Usa
Interpreti: Andrew Garfield, Maya Hawke, Nat Wolff, Jason Schwartzman, Alexa Demie, Johnny Knoxville
Sceneggiatura: Tom Stuart, Gia Coppola; Scenografia: Nathan Parker; Costumi: Jacqui Getty;
Fotografia: Autumn Durald Arkapaw; Montaggio: Glen Scantlebury;
Musica: Devonté Hynes; Suono: Pete Horner; Effetti visivi: Michael Viscione

TV CALL Venice: https://www.raiplay.it/video/2020/09/Venezia-77-TV-Call-Mainstream-05092020-68795e9e-9229-4d2f-a7c9-c6c1731ad45e.html

F4a) Locandina di ‘Gaza mon amour’

L’immagine F4a fa da locandina al film ‘Mainstream’ diretto da Gia Coppola.
Fonte:https://static.labiennale.org/files/styles/full_screen_slide/public/cinema/2020/970×647/970x647_Agenda/Orizzonti/mainstream.jpg?itok=VyyKmj8C

F4b) Una scena di ‘Mainstream

Nella immagine F4b un momento del film con il bravissimo attore Andrew Garfield.
Fonte: https://www.lostincinema.it/wp-content/uploads/2020/09/Mainstream-2.jpg

Nelle prossime uscite de Il Settimanale di Traders’ Magazine la seconda parte dell’articolo.

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Inoltre collabora con la Comunicazione corporate di un’azienda. E’ Life Coach ICF e dal 2018 Mediatore giudiziario. Presiede l’Associazione filodrammatica Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, “Dolores”, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ama scrivere di film, spettacoli e personaggi.
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Sito web: www.alessandrabasileattrice.com
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