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Tempo di una correzione sull’S&P500 ?

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Never ending story.

Sembra ormai una storia senza fine quella di ipotizzare una correzione degna di questo nome sul mercato borsistico americano.

L’S&P500 e il Dow Jones hanno toccato nuovi massimi storici, la scorsa settimana, mentre il Nasdaq non ci è riuscito. Salvo alcune divergenze sugli indicatori RSI, questa è l’unica divergenza significativa da registrare sui tre indici.

L’S&P500 è andato a lambire con il future di marzo la quota 5000, soglia psicologica importante.

Siamo ormai entrati nell’area di approssimazione di più o meno 50 punti, rispetto al nostro target di 5046, più volte ribadito negli articoli delle ultime sei settimane.

E siamo anche, quindi, in una area di forte probabilità di una correzione.

Cominciamo con l’analisi sulla stagionalità.

Il mese di febbraio, per l’S&P500, ha il suo punto critico di inversione più ricorrente intorno al 15-16 febbraio, quest’anno coincidente con la scadenza tecnica del terzo venerdì. Tale data negli ultimi 15 anni ha contrassegnato il più probabile punto di inversione per i tre indici principali statunitensi.

Come poi vedremo più sotto l’analisi algoritmica, proiettata su quest’anno, anticipa quel punto di inversione al 7-8 febbraio.

E’ ormai acclarata la forte correlazione dell’S&P500 rispetto alle sette magnifiche.

Andando a indagarle nel periodo 5 febbraio-8 marzo, su un time frame stagionale di 15 anni otteniamo i seguenti risultati:

Nvidia, 8 gains, 7 losses, media – 0.68%

Apple, 9 gains, 6 losses, media + 0.12%  (ma negativa se esaminata dal 16 febbraio invece che dal 5 febbraio)

Microsoft, 9 gains, 6 losses, media -1.73%  (peggiora molto se esaminata dal 16 febbraio invece che da 5 febbraio)

Amazon, 8 gains, 7 losses, media – 0.68%    (peggiora se esaminata dal 15 febbraio anziché dal 5 febbraio)

Alphabet (Google), 7 gains, 8 losses, media – 1.54% (peggiora se esaminata dal 14 febbraio anziché dal 5 febbraio)

Meta (analisi su 11 anni), 5 gains, 6 losses, media -1.87%

Tesla (analisi su 13 anni), 5 gains, 8 losses, media -3.35% (peggiora se esaminata dal 16 febbraio anziché dal 5 febbraio).

 

Possiamo dedurre da questi dati, che la stagionalità del periodo a cui stiamo andando incontro non è esattamente la più brillante per le borse: è un clima di debolezza ed incertezza insieme, che porta le borse a ritracciare.

Il periodo difficile inizia a manifestarsi maggiormente nei giorni precedenti al 15-16 febbraio per poi accelerare in negativo dopo la metà di febbraio e almeno fino alla prima settimana di marzo. Più spesso anche oltre, ma ne parleremo nelle prossime settimane.

Analisi grafica

La nostra supposizione grafica parte dalla ipotesi che il livello di prezzo 4580 sull’S&P500 rappresenti la metà del range futuro. Tale livello è corrispondente ad una area di resistenza che ha causato una lateralità per 13 giorni di borsa fino al 7 dicembre, prima di essere perforato con decisione al rialzo.

Il minimo del 5 gennaio corrisponderebbe in questo caso con il 62.50% del range.

Il prezzo 4930 sarebbe l’87.50% del range, dove l’S&P500 si è fermato per sette giorni di borsa.

La metà fra 4930 e 5046, è 4988 dove nelle ultime fasi di venerdì scorso 2 febbraio l’S&P500 ha ondeggiato, toccando 4997 e ritraendosi poi sotto la resistenza 4988.

Tutte le considerazioni grafiche di cui sopra confermano, al momento, il target 5046: una approssimazione di più o meno 50 punti è peraltro perfettamente normale, perché il punto di partenza dell’analisi grafica (4580) è in realtà all’interno di una area di resistenza piuttosto ampia e la variazione di tale valore comporta la variazione conseguente di tutti i valori proiettati.

Sempre dal punto di vista grafico, è anche sensato prendere in considerazione il range 30 novembre-29 dicembre, da cui poi si è sviluppata la correzione conclusasi con il minimo del 5 gennaio.

In questo caso, la proiezione verso l’alto, vedrebbe a 5027 il livello di 1.6250 e a 5101 il livello 1.875. Livelli che comprendono all’interno il 5046 della nostra principale proiezione.

Analisi algoritmica

Siamo all’inizio della quindicesima settimana dalla partenza del ciclo rialzista originatosi dal 30 ottobre in poi.

La probabilità dell’inizio di un ritracciamento entro la diciassettesima settimana è superiore all’80%, tenuto conto della esiguità delle fermate durante il trend rialzista in corso.

Gli algoritmi danno due punti di inversione in febbraio, intorno al 7-8 febbraio e nell’ultima settimana, 25-27 febbraio.

Propendiamo per un massimo da formarsi fra il 7 e il 15 febbraio, una correzione successiva, con un probabile rimbalzo a fine febbraio, e una conclusione della fase negativa in marzo, presumibilmente nella prima quindicina.

Se i punti di inversione dovessero essere, invece, punti di accelerazione, il livello di rialzo a cui potrebbe arrivare l’S&P500 è impensabile al momento. Lo riteniamo fortemente improbabile.

Altre considerazioni.

La previsione di un taglio dei tassi a marzo, sostenuta da nomi blasonatissimi, e da noi fortemente contestata, sta vivendo la sua parabola discendente. Anche Powell, nella conferenza del 31 gennaio l’ha definito poco probabile.

Nondimeno, Powell viene intervistato da CBS News, per 60 minuti da CBS News durante la notte europea fra il 4 e il 5 febbraio (è probabile che leggerai questo articolo quando l’intervista è già andata in onda essendo prevista per le 01.00, ora dell’Europa Centrale).

Sarà difficile che dica qualche cosa di diverso da quanto già sostenuto nella conferenza del 31 gennaio: ma è comunque uno speech che il mercato prenderà in attenta considerazione.

La minore probabilità di un taglio dei tassi in marzo corrisponde ad una possibile “delusione”, che potrebbe influenzare negativamente il sentiment del mercato.

Malgrado l’ulteriore spunto rialzista recente, il Fear & Greed Index di CNN è sceso di circa 10 punti a 77 a 67, collocandosi nell’area “Greed” anziché “Extreme greed”. E’ una divergenza che potrebbe essere significativa, per confermare una discesa del mercato dalle vette conquistate di recente.

La media mobile a 50 viaggia intorno ai 4750 e quello dovrebbe essere il target di una ipotetica eventuale correzione degna di questo nome.

Il livello di minimo che andrà a toccare il mercato sarà poi il punto di partenza per la proiezione dei target futuro, che potrebbe essere stellare e collocato fra aprile e giugno, con massima probabilità nella seconda metà di aprile.

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P.S.: Il minimo del 27 ottobre 2023 ha avuto una straordinaria coincidenza con un doppio ciclo: uno a 50 settimane (54 settimane dopo il minimo del 13 ottobre 2022) e uno con la fase conclusiva, spesso rialzista, di un ciclo a 48 mesi, partito con il minimo del Covid.

Siamo ormai a ridosso dell’anniversario dell’inizio della dichiarazione di pandemia, avvenuta il 20 febbraio del 2020, con la grande discesa dei mercati.

Se si verificherà un minimo, sarà potente per una ripartenza, non di troppo lungo periodo, ma che ha le caratteristiche potenziali di un movimento molto rapido, sia all’andata per ritracciare, sia al ritorno per tornare al rialzo.

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa

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