La sveglia sul dollaro arriva tardi

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A quando la prossima inversione? 

Era la fine del 1985 quando il Dollar Index quotava valori poco sotto 128.

Era il superdollaro.

Nel settembre del 1992, era sprofondato sotto 80. Per risalire e toccare a fine 2001 e inizio 2002, con la nascita dell’euro in banconota, valori massimi fino a 120 circa.

A febbraio del 2008, a crisi finanziaria già esplosa almeno per metà, il dollar index toccava il suo minimo storico poco sotto 71: da quel momento, con molta titubanza e dopo avere testato di nuovo nel dicembre del 2009 e nell’aprile del 2011 valori nei pressi dei minimi storici, una faticosa risalita lo portava di nuovo oltre quota 100 nel gennaio del 2017 e… indovina quando? Nel marzo del 2020, nel momento di massimo panico delle borse per la crisi del Covid.

Da quel momento, il Dollar Index è in caduta. Consideravamo un supporto ipoteticamente valido quello del minimo, fatto sempre nel marzo del 2020, nell’area 94.70. Ma lo ha visto solo per un giorno, prima di infrangerlo, con la chiusura settimanale di venerdì scorso a 94.35. Può essere una rottura apparente, di sicuro, ma la potenza ribassista della barra settimanale è piuttosto evidente.

Se prendiamo a riferimento il range minimo-massimo di febbraio 2008-gennaio 2017, possiamo fare qualche ipotesi sul possibile andamento del Dollar Index nelle prossime due-quattro settimane. In realtà, l’analisi completa del Dollar Index comporterebbe l’analisi di tre range (se vuoi esercitarti 1985-1992, 1992-2001 e poi quello preso in considerazione 2008-2017): ma oggi limitiamo lo studio all’ultimo range.

Da un punto di vista grafico, nel range 2008-2017 preso come riferimento, la caduta avvenuta dopo l’aprile del 2017 ha rotto, prima di scendere, il supporto dell’87.50% del range, fermandosi poi un po’ prima del 50% in zona 88. La caduta avvenuta dopo il marzo del 2020 ha testato l’87.50% del range come resistenza con le chiusure, prima di andare a rompere il livello inferiore del 75% del range. Questo potrebbe far presupporre, in caso di continuazione del ribasso un affondo fino all’area 91.50 circa, con probabilità del 67%. E con una probabilità del 48% fino a 87.50 (area del 50% del range).

I nostri algoritmi hanno previsto da circa quattro settimane un possibile massimo sul mercato azionario (o minimo, ma è stato un massimo) il giorno 16 luglio più o meno quattro giorni: con molta esitazione, guidato stavolta dal Nasdaq, e in modo disarmonico sui tre principali indici americani, il mercato azionario ha avuto una fermata evidente e un massimo a cavallo della prevista area temporale.

Se l’inversione è confermata e tali rimarranno i massimi, ci aspetta un agosto potenzialmente piuttosto agitato e ribassista. Lo stesso algoritmo mentre vede possibile un picco di minimo o massimo intorno al 31 luglio, vede piuttosto maltempo in arrivo su agosto.

Se questo avviene, è possibile, da un punto di vista dei fondamentali, un recupero del Dollar Index. Di sicuro, però i sintomi di una non completa fiducia del mercato nel dollaro come bene rifugio comincia ad essere visibile e si intensificherà sempre di più nel corso dei prossimi mesi ed anni. E questo potrebbe rendere contraddittorio il comportamento del mercato a seguito di un ribasso, se ci sarà, dei valori delle borse: come già abbiamo visto nella crisi del Covid, dollaro giù finché il mercato si limita a ritracciare, dollaro su se il mercato crolla: la sveglia sul dollaro arriva tardi.

I valori dell’oro sono su massimi storici. Una inversione dell’oro e un ribasso delle borse potrebbe agire da inversione rialzista sul dollar index: ma attenzione al ritardo, non è detto che tutto avvenga in contemporanea.

Esiste anche la possibilità che quanto detto sopra sul Dollar Index avvenga da settembre in poi, anziché ora: a fronte di un autunno rialzista, in recupero rispetto ad un agosto ipoteticamente negativo, il dollar index torni a calare toccando i livelli sopra citati e inverta al rialzo da subito, o quasi. Pesando tutte le probabilità dei diversi scenari, questa appare una ipotesi meno significativa, ma certamente possibile.

Il Dollar Index ci dà preziose indicazioni sull’eurodollaro, sul dollaro franco e parzialmente anche sul dollaro australiano e neozelandese. Ne abbiamo parlato nel webinar La Foresta di Sherwood, stavolta in onda in edizione serale, il lunedì 27 luglio scorso. Insieme con Fabrizio Mastroforti, le analisi di breve del metodo Robin Forex, e le analisi di scenario con l’ausilio dei nostri algoritmi. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

 

P.S.: quali saranno i prossimi punti di inversione previsti dal nostro algoritmo? Domenica sera, il server che lo ospita ci ha dato qualche preziosa indicazione e ne abbiamo parlato nel webinar. Clicca per condividere, è una meravigliosa serata di grande cultura finanziaria. Iscriviti e vedi la registrazione.

Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia