Questa volta è diverso.
Che non sia il momento per essere ribassisti è ampiamente confermato dai grafici.
Nondimeno, che viviamo all’interno di un’epoca storica di contraddizioni epocali è altrettanto verosimile.
Intelligenza Artificiale.
Il grande boom è trainato dall’intelligenza artificiale e alcuni titoli ne stanno beneficiando alla grande.
Tesla (ricordate la mia viscerale antipatia per Elon Musk) è probabilmente all’inizio di una colossale rimonta, dopo i minimi recenti, perché, a mio parere, ha progetti di intelligenza artificiale che potrebbero ridisegnare lo scenario globale di tale segmento.
Potrebbe ancora subire qualche contraccolpo, l’immagine di Musk è ancora offuscata.
Non saranno i robotaxi la grande risorsa di Tesla, anche se contribuiranno.
Sarà una formidabile sorpresa di Musk sull’intelligenza artificiale.
Questo aumenterà enormemente l’attrattiva sul segmento rendendolo ancora più sfidante e competitivo.
Quindi, il traino dei listini sarà maledettamente dipendente da tali risorse.
Non siamo mai stati sull’orlo di robot umanoidi capaci di emulare il lavoro umano.
Non siamo mai stati nei pressi di una rivoluzione epocale governata dall’intelligenza artificiale.
Quindi, ci sta che le borse vadano alla grande.
Warren Buffett
Nondimeno, secondo pura razionalità numerica, siamo in un contesto dove gli indicatori classici stanno suonando la sirena d’allarme.
Questa volta è diverso? … meglio non dirlo, è quello che si è sempre detto prima che scoppiassero le grandi bolle.
Warren Buffett sta accumulando liquidità da un anno e più.
Oh lo so.
Tanti giovanottelli dell’ultima ora dicono che sta perdendo occasioni preziose.
Del resto Buffett non ha mai puntato più di tanto nella tecnologia ed è uscito da Apple, l’unica tecnologica che possedeva in quantità massiccia, al primo sintomo di cedimento della leadership del suo segmento.
Buffett usa da sempre un indicatore di valutazione del mercato azionario, calcolato con un rapporto: dividendo il valore stimato del mercato azionario statunitense con il prodotto interno lordo USA.
Il valore attuale di questo indicatore non è strano, non è particolare, è parossistico.
Il valore stimato del mercato azionario è di circa 60.000 miliardi di dollari e il PIL degli Stati Uniti è circa 30.000 miliardi.
In pratica la borsa USA vale due volte il PIL: un livello che non ha alcuna relazione con i valori precedenti e che è almeno del 57% superiore al trend di lungo termine.
La Borsa USA cioè sta anticipando valori stratosferici di crescita, piuttosto irreali da raggiungere.
Bolla Internet.
E’ inevitabile chiedersi se non ci troviamo sul limitare di una bolla simile a quella di Internet alla fine degli anni novanta.
I tempi sono cambiati e l’intelligenza artificiale può imprimere una spinta molto superiore rispetto alla crescita di Internet.
Nondimeno la valutazione attuale del mercato ha superato i limiti di valore della bolla di Internet: lo si nota, confrontando i valori di mercato rispetto alla media storica.
I valori all’apice della bolla di internet erano due deviazioni standard sopra la media storica.
Ora stiamo viaggiando nell’area fra la seconda e la terza deviazione standard, e anche molto velocemente.
Marginazione.
Il volume complessivo di marginazione utilizzato per comprare azioni è ai massimi storici, sopra il livello di inizio 2022 e del 2016.
La marginazione è a tutti gli effetti un debito che si contrae per avere più disponibilità all’acquisto di azioni.
Una eccessiva marginazione (anche se all’epoca non era chiamata così) fu la causa del crollo del 1929.
Non c’è nessuna relazione ovviamente fra oggi e quel crollo, né tanto meno, sui livelli assoluti di valore della marginazione.
Una correzione improvvisa del mercato diventa molto pericolosa in presenza di una marginazione troppo elevata.
Il debito.
C’è una convinzione diffusa, nata dopo la grande crisi del 2008.
La Federal Reserve sarà sempre disponibile a foraggiare un mercato in eccessiva difficoltà e, in definitiva, a risolvere ogni problema.
Il Covid ha rafforzato questa convinzione: in quel caso anche il governo stesso distribuì denaro gratuito per l’economia che vacillava.
Quindi: di che ti preoccupi se il denaro scende dal cielo in questo modo?
Il governo degli Stati Uniti ha un debito di 37.000 miliardi di dollari. Di questo, mi preoccupo.
Pagare gli interessi con i dazi?
Fino a quando?
Ridurre i tassi di interesse?
Chi convince gli investitori a pretendere meno interessi da un paese così indebitato e governato da Trump?
Prossimamente.
In un prossimo articolo, metteremo in evidenza alcuni segnali di debolezza economica che vanno considerati, come componenti contrarian alle aspettative di crescita determinata dall’intelligenza artificiale.
Nel frattempo quest’ultima, fra l’altro, non sta creando nuovi posti di lavoro ma li sta distruggendo.
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