IL RITRATTO DEL DUCA: un’opera signorile ispirata a una storia vera, ricca di buoni sentimenti, magistralmente sceneggiata, interpretata e diretta

0
13

Nei nostri cinema, dal 3 marzo 2022, è possibile vedere il film di genere commedia-dramma ‘Il ritratto del duca’ di Roger Michell con due straordinari attori e personaggi: Jim Broadbent, nei panni dell’idealista romantico Kempton Bunton, e Helen Mirren, superlativa in quelli di Dorothy, la moglie del protagonista, ‘grounded’ e lavoratrice instancabile. Lui sogna, lei ripara. Che coppia!

Roger Michell altri non è che il regista di film come – tutti li ricorderanno – ‘Notting Hill’ e ‘Ipotesi di reato’, rispettivamente del 2002 e del 2003. Helen Mirren non necessita né di presentazione né di parole di elogio, il suo nome essendo meritatamente una garanzia di successo e, prima ancora, di qualità. L’oggi settantaseienne attrice londinese, nipote di un aristocratico russo per parte di padre e registratata all’anagrafe come Ilyena Lydia Vasilievna Mironoff, ha cinquantacinque anni di carriera compiuti; nel 1965, quando iniziò il suo lavoro grazie a un ingaggio sul palcoscenico, la due volte vincitrice del premio come migliore attrice protagonista a Cannes, nel 1984 (‘Cal’ di Pat O’Connor) e nel 1994 (‘La pazzia di Re Giorgio’ di Nicholas Hytner), e dell’Oscar per la stessa categoria – grazie alla sua Elisabetta II in ‘The Queen’ di Stephen Frears, con cui si sarebbe portata a casa un totale di 40 premi internazionali, tra cui la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia e il Golden Globe – modificò il suo nome e lo semplificò in Helen Mirren. Oltre ai riconoscimenti citati, la grande artista ebbe diversi Bafta, Emmy Awards, altri due Golden Globe e svariate nomination a questi ed altri premi, particolarmente alla statuetta d’oro più ambita dalle star del firmamento cinematografico. Il protagonista maschile di questo film, semplicemente stupendo e consigliabile a chiunque, anch’egli un premio Oscar, statuetta vinta per il ruolo non protagonista in ‘Iris – Un amore vero’ di Richard Eyre (2001), è fantastico nei panni del suo moderno Robin Hood, che toglie allo stato per dare ai poveri, ma solo sotto forma di prestito. Jim Broadbent è nato nel Lincolnshire (UK) settantadue anni fa ed è arrivato al grande pubblico, interpretando abilmente l’impresario Harold Zidler di ‘Moulin Rouge’, l’indimenticabile musical con Nicole Kidman e Ewan McGregor diretto più di venti anni fa da Baz Luhrmann. Dunque, Mirren-Broadbent: che coppia!

F1) Locandina di Il ritratto del duca


La figura F1 mostra la locandina del film commedia/drammatico di Roger Michell.
Fonte: https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTD2wZc0OqXpWOaccjRbrZ1EvdwLgsxIEPGUuXRT6tSsDTJqT2d9TQFQkNv08blCLCyUMs&usqp=CAU


Un moderno Robin Hood del canone televisivo
Una delle battaglie più sentite affrontate dal nostro Kempton è quella contro il pagamento del canone per vedere la televisione, imposto dal governo britannico al proprio popolo; le motivazioni addotte dal simpatico protagonista si riassumono in: ‘se non vedo i canali pubblici, ma riesco a prendere quelli privati e quelli soli vedo, allora perché dovrei essere costretto a pagare il canone? Perché dovrebbero, soprattutto, coloro che non hanno grandi possibilità economiche, come accade, per esempio, a tanti signori di una certa età che vivono delle loro pensioni non ricche?’. Ed è proprio per chi non si può permettere quella tassa in più che Kempton si batte, mettendosi con il figlio a un angolo della strada, con il sole o con la pioggia, a raccogliere firme. Quando il nostro eroe viene assunto in un’azienda che fa pane, si accorge che, in diverse occasioni, un suo giovane collega pakistano, bravo nel lavoro come e più di lui medesimo, viene palesemente discriminato dal capo comune a entrambi e interviene per difenderlo, con il sorriso fiducioso e la fermezza cortese che gli competono, ottenendo in cambio il licenziamento per direttissima. Ha un che di follemente ingenuo Kempton, ma il suo crederci così a fondo e il suo essere sempre così ben disposto verso l’essere umano, qualsiasi, sono esemplari, perché, alla fine, riescono a vincere su tutto. Inoltre, quanto agli eventi e alla storia del film, non tutto è proprio come sembra, ma su questo non dico altro per non ‘spoilerare’.

F2) Helen Mirren e Jim Broadbent alias i signori Bunton

 
Nelle figure F2a e F2b i meravigliosi protagonisti del film Il ritratto del duca di Michell.
Fonte: https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/static.screenweek.it/artist/1468.jpg?1484208689
Fonte:https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6b/JimBroadbent07TIFF_cropped.jpg

Analisi e recensione
Ritengo questo film, non solo adatto a tutti, ma davvero consigliabile a chiunque. Un lavoro magnifico, romantico, dettagliato, armonico, a partire dalla sceneggiatura ispirata e perfettamente allineata a un caso realmente accaduto nell’Inghilterra degli anni Sessanta, per continuare con la regia e il cast, semplicemente eccellenti, con la qualità di chi sa fare teatro e cinema assieme, in un mix assolutamente riuscito di talenti e impegno condiviso. Il tema principe sembra essere quello della speranza altruista, del sacrificio di sé e del proprio vivere, che include famigliari e quant’altro, in nome di valori nobili e talmente alti da apparire ridicoli ai più, come i sogni di un ragazzino mai cresciuto, eppure capace di credere nell’animo umano con l’apertura mentale e di cuore di un vecchio saggio osservante del gandhismo. In un momento del processo che subisce in seguito all’accusa di furto, il signor Bunton racconta di come, una volta, riuscì a salvarsi da un mare impetuoso che non gli permetteva il ritorno a riva, grazie alla profonda e incredibile fiducia nell’altro, nell’essere umano, nei suoi simili; la frase che dice è all’incirca questa: ‘qualcuno prima o poi avrebbe visto i miei vestiti sulla spiaggia e avrebbe fatto 2+2. Ero sicuro che qualcuno mi avrebbe trovato, così ho solo cercato di non consumare energia e ho aspettato, guardando il cielo. Ero sicuro che qualcuno sarebbe arrivato. Così è stato.’. Oggi più che mai questo suona come un insegnamento prezioso e utile, seppure difficile da seguire, spesso. La positività e l’ottimismo di questo bellissimo signore dagli occhi spalancati, la cui vera passione sta nello scrivere opere per il teatro, anche per affrontare e tentare di superare alcuni eventi, uno in particolare molto drammatico, della sua vita, fanno uscire lo spettatore dal cinema con una dolcezza nel cuore e un desiderio, di vera felicità, di ridere. L’affetto infinito che trapela dagli occhi pieni di storia di Dorothy-Helen per questo consorte, che la fa ballare e volare, che la commuove e, al tempo stesso, la fa disperare, che la diverte con le sue battute e la preoccupa con le sue lotte inizialmente poco seguite, scioglie il pubblico che, per buona parte del film, empatizza nettamente con lei. Il canone televisivo nella logica del signor Bunton è oggetto di una sua contestazione allo Stato inglese che i figli dello stesso condividono e che, incredibilmente, la datrice di lavoro della moglie supporta al punto da affermarne l’intelligenza di veduta e da presentarsi, poi, in tribunale a sostenere l’uomo, durante il processo penale che lo vede coinvolto con l’accusa di appropriazione indebita di un quadro del pittore Goya, da lui sottratto e, in seguito, riportato alla National Gallery.

F3) Tre momenti de Il ritratto del duca di Roger Michell

 
Nelle figure F3a, F3b e F3c tre scene del film con Helen Mirren e Jim Broadbent.
Fonte: https://hotcorn-cdn.s3.amazonaws.com/wp-content/uploads/sites/2/2022/02/28162129/the-duke.jpg
Fonte: http://www.cameralook.it/web/wp-content/uploads/2022/03/Il-Ritratto-Del-Duca-2.jpg
Fonte: https://www.lavocediasti.it/fileadmin/archivio/lavocediasti/d_424a3343e6.jpg

Da vedere?
Sì! Assolutamente sì. È adatto a chiunque ed è inspirational. È, anche, adatto al piccolo schermo, ma il cinema va sostenuto, perché, quando entri in quella sala grande e buia, ti immergi nelle vite e nelle avventure che segui e ti sembra di stare vicino ai personaggi delle stesse; perché c’è una magia che, sul divano di casa davanti alla tivvù, si perde. Chiudo, avvisando chi andrà a vederlo, dato il periodo in cui ci troviamo quasi globalmente, che, durante la visione e subito dopo, si rischia di sentirsi alleggeriti, aperti, speranzosi, buoni e ottimisti. Voto: 9,5.

Trailer in v.o.: https://www.youtube.com/watch?v=W7BZVs2bYAw
Trailer in italiano: https://www.youtube.com/watch?v=B7qZNeiCgXE

F4) Kempton Bunton, quello vero


Nella figura F4 il vero Kempton Bunton in una fotografia in b/n dell’epoca.
Fonte: https://i.dailymail.co.uk/1s/2019/10/04/01/19278078-7535941-image-m-70_1570148459924.jpg

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com