Lo scenario possibile dell’S&P500

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Andremo all’inferno?

Si chiude una settimana che registra l’ennesima divergenza fra i tre indici principali americani: Nasdaq positivo, S&P500 negativo e Dow molto negativo. Quest’ultimo, in ulteriore divergenza, ha chiuso sotto i minimi della settimana precedente, mentre i primi due hanno fatto un massimo superiore a quello della settimana precedente e il Dow no.
 
Sembra uno scenario che si sta rovesciando, in termini di forza relativa dei tre indici.
 
Tanto che in taluni commenti abbiamo trovato che il mercato sta ribaltando la logica di comprare la cattiva notizia e vendere la buona: un presunto sintomo di stabilizzazione, che, peraltro, non ci trova, al momento, per niente concordi.
 
L’improvvisa inversione dell’S&P500 avvenuta nella giornata di venerdì scorso è contro la normale statistica: una inversione da long a short di mercoledì e un prosieguo al ribasso di giovedì in genere non presuppone un forte recupero il venerdì. Ma così è stato.
 
Quel recupero fa insorgere un dubbio forte sullo scenario del prossimo futuro dell’S&P500.
 
La chiusura di venerdì è stata a 3989, molto bullish, un punto sotto il massimo di giornata: poco più sopra c’è una zona di resistenza dal punto di vista grafico, fra 4002 e 4012, quindi appena sopra la chiusura.
 
Il massimo recente precedente è a 4035, mentre la resistenza vera successiva è a 4080 e poi a 4180.
 
Supponiamo di prenderci una licenza poetica per supporre il mercato temporaneamente rialzista.
 
E proviamo a supporre che ci sia un interesse a diffondere un temporaneo ottimismo, per vendere meglio e da più in alto, fra qualche giorno (magari dopo mercoledì 25 o dopo la conferenza FED dell’1 febbraio, ma non dirlo a nessuno, altrimenti cominciano a dire che siamo complottisti).
 
Il clima di temporaneo ottimismo è confermato dalle valutazioni dei Fed Funds, che sottostimano i tassi annunciati dalla FED.  
 
E’ confermato da questa sostanziale tenuta del mercato, che prova ad affondare ma viene prontamente respinto. Non parliamo, poi, dell’ottimismo a oltranza dei mercati europei…
 
E’ confermato, anche, da quelle interpretazioni un po’ azzardate, di cui parlavo sopra, sulle quali non concordiamo (o, per essere più precisi, non concordiamo ancora).
 
E infine, vogliamo dirlo: questi grandi player che hanno smentito clamorosamente quanto affermato 60 giorni prima in materia di possibile recessione prossima ventura non ti fanno un po’ tenerezza?
 
Supponiamo, sempre per fingere di non essere complottisti, che questo ottimismo non corrisponda alla realtà, ma ad una calcolata manovra per portare il mercato il più in alto possibile per venderlo meglio.
 
Troppo complottisti, vero? Andremo sicuro all’inferno…
 
Se il nostro posto all’inferno fosse quindi già prenotato, troveremmo come maggiore probabilità un doppio massimo dell’S&P500 nell’area 4180…. più o meno qualche punto. Però dovremmo supporre un + 5% che non è poco …
 
Diciamo che potremmo sperare in un posto in Purgatorio se l’S&P500 si fermasse a 4080: ovvero superando la resistenza dell’ultimo massimo relativo ma senza azzardare a sondare i livelli massimi di dicembre.
 
Viceversa, se ci fermiamo all’area 4000, dove, sostanzialmente siamo già arrivati, e cominciamo a scendere, allora siamo ad ossequiare l’analisi tecnica, la resistenza dinamica della trend line discendente, con una uscita ordinata e disciplinata dal triangolo di cui parlavamo nel nostro articolo di ieri, con il normale passare del tempo che ci accompagna al suo vertice, senza uscite improvvise ed anticipate come stiamo ipotizzando, da complottisti peccatori.  
 
Andremmo sicuramente in Paradiso, insieme con i commentatori di cui sopra, ma l’idea di continuare a sentire le loro chiacchiere per l’eternità non è che ci rallegri poi molto…
 
Se poi, non è vera la tesi del complotto e il mercato fosse bullish per davvero? Se fosse partita l’onda rialzista? Non possiamo escluderlo: perfino Messina Denaro è stato catturato, tutto può accadere, ma, a proposito di complotti non è forse l’esempio migliore.
 
La proiezione rialzista, in prospettiva più lunga, sarebbe da apparente delirio, perché significherebbe il superamento abbondante del massimo di agosto, l’overbalance di medio termine che si rovescia e che alla fine tutto va ben Madama la Marchesa.
 
Verso il basso, i supporti di breve sono 3888 e 3788.
 
La rottura di quest’ultimo non sarebbe per niente una bella prospettiva.
 
L’87.50% dell’ultimo range è a 3581 e sotto c’è il minimo del 13 ottobre a 3502, e ancora sotto l’abisso di cui in molti parlano da mesi a 3200-3300 (le ipotesi sono le più fantasiose, abbiamo visto sparare anche un ribasso fino a 2000, peggio dei fuochi di artificio del Capodanno cinese).
 
Quell’87.50% del range a 3581 sarebbe, peraltro, un minimo fantastico per una possibile ripartenza, prima del minimo più pericoloso a 3502, e con una figura di testa spalle rovesciata un po’ irregolare (prima spalla a giugno, testa a ottobre e seconda spalla, se dovesse arrivarci, nell’area dei 3600).
 
Nondimeno, precisati i livelli dal lato basso, dall’universo delle opzioni, al momento, ci viene mandato un segnale di affluenza di put nell’area 3900 nelle scadenze dei prossimi giorni e molta più diluita concentrazione di call su tanti livelli diversi sopra 4000.
 
Insomma: supporto a 3900 apparentemente molto forte, mentre le resistenze appaiono molto meno concentrate e più facilmente aggredibili. Ovviamente tutto può cambiare in un battibaleno, ma tale è la lettura a questo istante.
 
A confermare, in apparenza, che in questa settimana debba prevalere l’ottimismo rialzista di cui parlavamo sopra, la cui finalità, se fosse quella ipotizzata da noi, ci manderebbe dritti dritti a negoziare un dantesco passaggio di Caronte per traghettarci all’inferno, con l’unica soddisfazione di non essere seguiti dai benpensanti di cui sopra.
 
Non facciamo trading sulle previsioni, come ti è noto e sconsigliamo chiunque di basare il proprio trading sulle previsioni: è un errore tipico di impostazione da evitare.
 
Il trading è l’applicazione di un metodo basato su quanto si vede e non su quello che si suppone. Ma la mappa è quella descritta sopra e fra conoscerla e non conoscerla c’è notevole differenza.
 
Ed è proprio di metodo di cui parliamo nel webinar in multi-edizione in onda in questi giorni: il sistema che ti fa guadagnare quando sbagli …
 
E dagli, dirai tu … sì, di questo hai bisogno ora: con lo scenario descritto sopra, inferno, purgatorio o paradiso che sia, il nostro conto di trading deve essere salvaguardato dai saliscendi, sostanzialmente imprevedibili del mercato.
 
E allora, nel webinar, ti illustriamo che puoi sbagliare la direzione e guadagnare ugualmente. Non solo, se hai anche azzeccato la direzione guadagni di più o, anche, molto di più.
 
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P.S.: Quello che ho prospettato sopra è uno scenario dove si suppone non solo una manipolazione dei mercati. Ma anche una manipolazione dei mercati finalizzata a creare una opinione sbagliata, in definitiva una trappola vera.
 
Ricordi, un paio di mesi fa avevamo commentato che l’esagerazione di put che era arrivata sul mercato, che faceva presupporre un eccesso di coperture acquistate dal mercato retail, induceva a presumere che il mercato non sarebbe sceso.
 
Così è stato, saliscendi, ma il mercato è salito più che scendere. I market maker avrebbero avuto un bel problema a coprire quelle put inaspettatamente acquistate dal mercato, se i sottostanti fossero scesi. E i sottostanti sono saliti.
 
Ora, ci sono i classici livelli delle put nelle zone e scadenze dove operano i grandi player: la parte venduta di quelle put (assoluta maggioranza di vendute, riteniamo), reagisce in caso di discesa e rimanda su il mercato.

Da sempre sul mercato guadagnano in pochi e quei pochi sono spesso anche piuttosto grandi e potenti.
 
Noi non possiamo vendere 1000 o 5000 put a 3900 per guadagnare, come fanno loro. Dobbiamo avere un sistema che ci permetta di guadagnare dalle opzioni, ma senza esporci a rischi eccessivi ed impropri per la dimensione dei nostri conti.

Nel webinar trovi un sistema di trading a totale controllo del rischio che ti lascia margini di guadagno nelle diverse direzioni del mercato. Non un sistema privo di direzione. Ma un sistema multi-direzione.
 
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Maurizio Monti

  Editore TRADERS’ Magazine Italia