Strategie di scenario e tattiche di trading
In Febbraio, il Nasdaq ha toccato il suo massimo storico.
In altre occasioni abbiamo commentato come la divergenza che si manifesta fra i tre maggiori indici americani richiama alla memoria la bolla dot.com del 1999-2000.
C’è un particolare statistico interessante in quel massimo del Nasdaq. Uno di quei particolari che chi studia algoritmi e statistica, come fa lo staff dell’Istituto Svizzero della Borsa, che non finisco di ringraziare per il materiale che mi fornisce, scopre attraverso le elaborazioni dei computer.
Quel massimo ha rappresentato per il Nasdaq un massimo a 47 settimane. In quelle 47 settimane il Nasdaq ha guadagnato il 105%.
Il nostro sistema statistico dice che si tratta di un ulteriore massimo storico, mai avvenuto prima in tale dimensione. Ancora una volta è l’accelerazione ad essere fuori dei parametri statistici.
È sempre interrogando il nostro sistema algoritmico che scopriamo quanto segue. Ci sono stati due momenti nella storia, dove il Nasdaq o il mercato azionario americano hanno raggiunto in 47 settimane una performance, sia pure inferiore, ma consimile.
La volta precedente si è verificata il 6 marzo del 2000, con il 103% di performance. Il mercato dopo 3 mesi aveva perso il 23% e dopo 12 mesi il 59%.
Ancora in precedenza, il 4 luglio 1983 il mercato azionario americano aveva accumulato una performance a 47 settimane del 100%. Dopo 3 mesi aveva perso il 7% e dopo 12 mesi il 26%.
Lasciando da parte il 1983, che citiamo per amore di statistica (sembra una era geologica precedente oggi), c’è ancora una volta una somiglianza fra l’epoca che viviamo e l’anno 2000. Come abbiamo ribadito più volte da molti mesi a questa parte.
Ci sono punti a favore di “questa volta è diverso”? Sì, premesso che ad ogni bolla è stata detta sempre e comunque la stessa cosa, i punti a favore sono almeno quattro:
– Proveniamo da un bull market iniziato dal 2009 e le correzioni che ci sono state non hanno interrotto il trend rialzista;
– La FED ha promesso tassi bassi per lungo (forse lunghissimo) periodo;
– L’economia sta recuperando;
– L’amministrazione Biden sta concentrando gli sforzi negli aiuti.
La prima non è una motivazione. Una correzione dell’intero movimento di risalita post-covid non preclude nulla per il trend rialzista futuro delle borse. La terza, potrebbe addirittura agire in modo contrarian. La seconda e la quarta devono fronteggiare la caduta verticale dei future del decennale USA: spiegazione del fenomeno ancora tutta da scoprire.
Noi riteniamo che i mercati stiano andando verso o abbiano già fatto un picco importante e la divergenza fra gli indici si sanerà con un movimento ribassista di correzione che avverrà dopo un picco, assoluto o relativo, entro 12 settimane dal 12 marzo: mantenendo la divergenza in atto. Ci siamo dentro.
Tale movimento ribassista di correzione prende a riferimento l’intero movimento rialzista dal minimo Covid, in ragione del 37.50% o 50% del range. Riteniamo che 3200 dell’S&P500 sia il possibile punto di riacquisto.
Il secondo semestre del 2021 potrebbe non essere favorevole alle borse, dopo questa correzione. Ma è ancora un po’ presto per pronunciarsi su tale aspetto.
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P.S.: Gli scenari di previsione, basati su probabilità statistica e su algoritmi di tipo matematico, non devono essere utilizzati per fare trading. Servono ad avere una visione di riferimento.
Le probabilità assolute che si verifichino tutte le condizioni di una previsione sono relativamente basse, in termini di tempo e di prezzo. Le considerazioni a monte delle previsioni ci aiutano ad avere riferimenti prudenziali, nella serena consapevolezza che la realtà sarà molto più fantasiosa della nostra fantasia più sfrenata.
Per questo, dagli scenari macro alla tattica, una bella selezione di titoli effettuata con il metodo Scelta Vincente, al Martedì della Borsa, ci sarà molto utile come concreta mappa di trading operativo. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.
Editore TRADERS’ Magazine ItaliaMaurizio Monti