Il Rame? L’indicatore mondiale dell’economia

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Parliamo ancora di recessione, sì o no

Un indicatore importante dell’economia globale è il prezzo del rame. E il rame si trova in una posizione grafica interessante di ripresa.
 
Il rame spot sta anticipando la ripresa in modo molto visibile. Ma anche il future, certamente più frequente e normale da consultare per trader e investitori, è in una fase di possibile ripartenza.
 

Dopo il crollo del febbraio-marzo 2020 dell’era Covid, il rame ha visto una impennata continua del suo prezzo, trainato dall’aumento della domanda cinese e dalla scarsa offerta.
 
A maggio e ottobre del 2021 e a marzo del 2022, il prezzo ha disegnato un triplo massimo un po’ irregolare.
 
Dal marzo scorso il prezzo è poi sceso ed è andato ad appoggiarsi nel grafico settimanale sulla media mobile a 200 periodi, perforandola prima dall’alto in basso e poi in direzione inversa.
 
L’area di tale media mobile ha coinciso con il 50% del movimento compreso fra i minimi del marzo 2020 e i massimi successivi, citati sopra.
 
La domanda cinese di rame in questo momento, malgrado il nuovo blocco di zone molto vaste a causa del Covid, è stabile, dopo avere registrato nel periodo gennaio-agosto 2022 un aumento dell’8,1%.
 
Nello stesso periodo le importazioni cinesi di petrolio e minerali ferrosi hanno visto invece un calo significativo.
 
Anche nelle zone bloccate, le fabbriche continuano a produrre.
 
Nondimeno, alla domanda cinese di rame, si aggiunge quella determinata dalla tendenza mondiale alla elettrificazione della mobilità.
 

Un veicolo elettrico utilizza fino a tre volte e mezzo la quantità di rame rispetto ad un motore a combustione fossile.

Le vendite di veicoli elettrici sono in continuo aumento e questo sostiene la domanda mondiale di rame.  
 
Secondo Bloomberg, nei soli Stati Uniti, entro il 2025, il numero dei veicoli elettrici entro il 2025 supererà quota 20,6 milioni, rispetto ai 6,6 milioni del 2021.  
 
L’Inflation Reduction Act voluto dall’amministrazione Biden sta dando il via a molte iniziative per l’energia verde: ci sono 260 miliardi di dollari di crediti di imposta sull’energia pulita destinati ad incentivare le società energetiche e i servizi pubblici a produrre più energia solare, eolica ed idroelettrica.
 
In aggiunta a questo, individui e coppie possono accedere ad un credito di imposta di 7500 dollari se acquistano un nuovo veicolo elettrico e di 4000 dollari se ne acquistano uno usato.

Ma se parliamo di green economy, lo scenario sul rame è ancora più impressionante.
 
In media, l’energia solare ha bisogno di 5 tonnellate di rame per produrre un megawatt di potenza.
 
Un parco eolico richiede non meno di 4 tonnellate di rame, e un parco eolico offshore, che richiede cavi molto lunghi, necessita di più di 9 tonnellate di rame per megawatt.
 

S&P Global prevede che la domanda globale di rame è destinata a raddoppiare nel prossimo decennio, da 25 milioni di tonnellate di oggi a circa 50 milioni di tonnellate entro il 2035.
 
E l’impennata della domanda sarà guidata, in gran parte, dall’implementazione rapida e su larga scala di tecnologie come veicoli elettrici, infrastrutture di ricarica, solare fotovoltaico, vento e batterie.
 
Lo stesso studio afferma che la crescita della nuova capacità di fornitura di rame, da nuove miniere o espansioni di progetti esistenti, difficilmente sarà in grado di tenere il passo con l’aumento della domanda.
 
Ovviamente nulla esclude che possano essere trovati dei sostituti, ma la previsione è di un massiccio spostamento verso l’alto del prezzo.

Dal punto di vista grafico, si tratta della ripartenza dopo un test della media mobile a 200 e del 50% del range, come detto sopra.
 
Per tornare a parlare di recessione, l’andamento previsto dei prezzi del rame sembra in conflitto con una previsione di recessione negli Stati Uniti. Il rischio recessione è ora stimato con una probabilità del 47,5%, ma lo scenario sul rame indicherebbe una possibile crescita.
 
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Per ogni opzione PUT che finisce in-the-money ti vengono consegnati 100 titoli. Il titolo traccia da vicino il prezzo del rame e puoi considerare un prezzo intorno a 29-31 dollari a seconda della Put che vai a vendere: quindi circa 3000 dollari di investimento per ogni put venduta, di cui, comunque incassi il premio (anche se modesto).
 
Non è una raccomandazione di investimento, intendiamoci, è una informazione utile per chi ritiene che il rame possa seguire il trend descritto sopra. E un ETF senza leva, con un dividendo accettabile, è sicuramente meno rischioso del future.
 
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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa