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Il Nyse presto a 22 ore al giorno. 

La Casa Bianca è stata informata venerdì 25 ottobre, dal Ministero della difesa israeliano, che le forze d’aria dello Stato Ebraico avrebbero condotto di lì a poche ore l’annunciato attacco a postazioni militari iraniane. 

La notizia è stata resa ufficiale solo nella notte europea: il New York Times ha pubblicato la prima breaking news alle ore 01.58 della mattina del 26 ottobre e ci risulta essere il primo media ad avere dato la notizia.

Venerdì scorso, l’S&P500, dopo avere toccato con il future il prezzo di 5900, è stato violentemente respinto al ribasso, fino all’area critica mediana di 5850, al di sotto della quale poi ha effettuato la chiusura settimanale, con una candela tutt’altro che rassicurante per i destini del mercato di lunedì e martedì prossimi.

Il Vix è tornato a superare quota 20, chiudendo sopra.

Nella stessa giornata, il prezzo del petrolio, nel frattempo, dopo avere toccato minimi importanti ripartiva verso l’alto, insieme con il prezzo dell’oro, accompagnati entrambi da una improvvisa debolezza del dollaro e da una nuova discesa dei future dei Treasury americani.

Sarà pure una coincidenza ma, a giudicare dal comportamento dei mercati, sembra proprio che qualcuno oltre la Casa Bianca sapesse, anche se nessuno verrà di sicuro a confessarcelo.

Le motivazioni addotte per l’improvvisa giravolta del mercato sono state molteplici, alcune anche realistiche. 

Con il senno del poi, la spiegazione più convincente è che, tenuto conto degli attori coinvolti, Israele e USA, non facciamo fatica a pensare che qualche telefonata di avviso, non solo nei canali ufficiali militari, ci sia stata.

Peraltro, nulla di catastrofico, al momento. Il periodo 25-29 ottobre da noi previsto con un po’ di turbolenza, ha dato un preavviso nel giorno 25, confermato, poi, dall’evento bellico successivo.

Starei per dire che potrebbe addirittura bastare così: ma i giorni 28-29 sono comunque giorni a più forte rischio, successivi ad una chiusura alta del Vix e a una manifestata, sia pure temporanea, poca voglia di superare 5900 da parte dell’S&P500. 

Il Systematic Volatility Flow Index, descritto nelle nostre Classroom come indice di valutazione del rischio volatilità, rimane in una condizione di elevato rischio: la sua chiusura a venerdì sera è stata peggiore dell’apertura del 5 agosto.

La storia, ovviamente, non si ripete mai uguale: il livello del 5 agosto è stato già superato ai primi di ottobre ed è poi rientrato, ma è significativo indizio di un picco di sentiment di paura sottostante alla grande festa rialzista del mercato americano.  

E’ realistico pensare che il clima di tendenziale instabilità potrebbe prolungarsi fino alla data delle elezioni e più esattamente fino al momento in cui non venga dato per certo il risultato elettorale e non ci siano sintomi conclamati di inizio di una guerra civile negli Stati Uniti.

Fra il 4 e il 6 novembre, nella statistica stagionale, c’è un picco inferiore della volatilità del Vix, rispetto all’area di picco assoluto degli anni elettorali, che coincide con i citati giorni 25-29 ottobre. 

Sempre riguardo al Vix, c’è un elemento statistico curioso di cui tenere conto: negli ultimi otto anni elettorali, il Vix ha fatto almeno due picchi di volatilità nel mese di ottobre, distribuiti rispettivamente nella prima e nella seconda quindicina del mese.

Con la esclusione del 1992, unico anno su otto dove la volatilità è diminuita, negli altri sette il secondo picco è stato sempre più elevato del primo: nel nostro caso significherebbe superare il livello 23.14, massimo relativo del giorno 8 ottobre. 

Coincidente con la stagionalità è stato il minimo relativo del Vix del 18-22 ottobre: nell’articolo riservato agli abbonati a Traders’ Magazine “S&P500, il capitombolo di fine ottobre”, avevamo scritto: “Sul Vix la stagionalità di ottobre negli anni elettorali ci dice che il minimo di ottobre si verifica proprio il 21 ottobre (anche qui, con le dovute approssimazioni)”.

Se tutto rientra nella normalità, dovremmo avere un novembre molto rialzista e un Vix in caduta libera dopo il picco, che potrebbe essersi manifestato venerdì scorso o, che più probabilmente, vedremo nella settimana entrante. 

Nell’articolo riservato agli abbonati a Traders’ Magazine, abbiamo esaminato le prime proiezioni successive alla settimana scorsa.

Abbiamo parlato del titolo Broadcom e della sua stagionalità fortemente positiva: è il momento di partecipare alla probabile forza rialzista del mercato azionario americano, che è ormai pronta a manifestarsi. 

Sul nostro canale webinar, trovi l’esatta spiegazione di Experience, sistema di trading di un portafoglio azionario, basato su stagionalità e pattern di individuazione grafica. 

Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

 

 

 

P.S.: Il New York Stock Exchange ha annunciato che sta organizzando la negoziazione dei titoli allargata a 22 ore giornaliere. 

Fra non molto, negoziare i titoli americani sarà possibile durante tutta la giornata e non solo all’interno degli orari ufficiali di negoziazione americani. Le azioni saranno negoziabili con orari simili a quello dei future.

Sarà una rivoluzione epocale che allargherà ancora di più la liquidità complessiva del mercato statunitense: e saremo tutti a beneficiarne. 

E’ il momento di Experience, clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

 

 

 

 

 

 

Maurizio Monti

Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa

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