Chiusura pesante.
Nel nostro articolo pubblicato domenica sera nella rubrica Ultima Ora del sito di Traders’ Magazine (https://www.traders-mag.it/inverte-o-accelera/ se lo hai perso), mettevamo l’accento sul possibile affondo dei primi giorni di questa settimana, in modo particolare lunedì e martedì. Nonché di un possibile rimbalzo a venire.
“Se la settimana inizia negativa, non possiamo escludere un temporaneo affondo ulteriore prima del rimbalzo: affondo che, se dovesse verificarsi, dovrebbe essere limitato alle giornate di lunedì e martedì, lasciando poi, come di consueto, al mercoledì l’onore dell’inversione di trend.”
Facendo poi riferimento a “possibili imprevisti” che potrebbero perturbare il mercato (“dovrebbe avvenire qualche cosa di particolare, che, ovviamente, non possiamo escludere”), facevamo riferimento alla riunione dei Brics in Sud Africa.
E’ arrivato invece Fitch.
Il quale, non contento del downgrade del debito americano, ora ha minacciato di downgrade le principali banche americane. Anzi, dozzine di banche americane.
Nella giornata di martedì, così, Wells Fargo e Jp Morgan hanno perso il 2%, Bank of America il 3%.
L’iniziativa di Fitch segue quella di Moody’s, della scorsa settimana, che ha abbassato il rating su dieci banche americane, ma, molto più importante, ha anticipato potenziali downgrade su banche di grande importanza.
Il malumore del mercato era già partito il mattino, con gli europei.
In modo particolare, i più arrabbiati, nel giorno di Ferragosto, sembravano gli svizzeri, bancari di professione, con un indice SMI in preda a evidente disperazione.
In parallelo il DAX e gli altri indici europei, con l’eccezione di quello italiano, chiuso per la festività (vedremo il gap down di oggi…).
Ha fatto anche notizia la pubblicazione del portafoglio al 30 giugno 2023, di Michael Burry.
Burry fu uno dei pochi ad essere dalla parte giusta all’epoca dei subprime nel 2007-2008, avendo capito in anticipo verso quale baratro si stesse dirigendo il mercato.
A inizio del 2023 era invece dalla parte sbagliata: dopo avere pubblicato opinioni esplosive sulla continuazione del ribasso (era uno di quelli che sparava quota 3000/3200 per l’S&P500), pubblicava ad inizio aprile la dichiarazione di essersi sbagliato:
“I was wrong to say sell”, mi ero sbagliato a dire di vendere.
Onore al merito, in un settore dove tutti si dichiarano infallibili, Burry mostrò una onestà esemplare. Questo ci piace molto di lui.
Ora sappiamo che al 30 giugno 2023, Burry è stracarico di put, indovina un po’, comprate sullo SPY (l’Etf dell’S&P500) e sul QQQ (Etf del Nasdaq).
Stracarico è dire poco. Il 94% del suo portafoglio è costituito da tali put, con un valore nozionale delle stesse di 1 miliardo e 625 milioni di dollari.
Il rimanente 6% del portafoglio è long.
Il minimo del 26 giugno 2023 sull’S&P500 è stato di 4359. Ieri, martedì 15 agosto, il mercato ha chiuso poco sopra 4450.
Quindi, al momento attuale, il portafoglio di Burry può soltanto essere in perdita (anche se temporanea, ovviamente, fino alla chiusura delle operazioni tutto è possibile): non avendo i dettagli non possiamo sapere di quanto, ma i numeri sono quelli.
Per di più, stiamo parlando di 2 milioni di opzioni put sullo SPY e altri 2 milioni sul QQQ (hai letto bene: 2 milioni di pezzi per parte), e una posizione così non si costruisce in 24 ore e neanche in 10 giorni … quindi se tale era la posizione al 30 giugno, lo short è iniziato molto prima.
Diciamo, quindi, che la visione di Burry non sembra essere molto ottimista per le borse americane, anche se, obiettivamente, ha cominciato evidentemente a shortare un po’ troppo in anticipo.
Provando a immedesimarci nel suo punto di vista, pensiamo che le prime put dovrebbero essere state acquistate negli ultimi 50-80 punti prima della rottura del massimo di agosto 2022 (siamo solidali: era dove anche noi ritenevamo che il mercato ritracciasse e invece è esploso al rialzo).
Questo ci fa dire che Mr. Burry, che, immaginiamo, avrà comprato opzioni con scadenza piuttosto diversificata ma comunque lontana, potrà portare a profitto la posizione se l’S&P500 scenderà in area 4250/4200.
E, aggiungiamo noi, se nel frattempo ha contrattualizzato con il suo farmacista la giusta dose quotidiana di rimedi contro la gastrite.
La discesa a tali livelli è tutt’altro che improbabile, in un orizzonte temporale che includa fino alla metà di ottobre, o addirittura novembre: la probabilità di vedere tali prezzi entro quella data è sicuramente superiore al 50%. C’è chi è convinto che li vedremo in agosto (anche se noi lo riteniamo improbabile).
Per quanto lontane, solo il decadimento temporale di quella massa di opzioni rende quanto mai necessario il contratto con il farmacista, di cui parlavo prima.
Ma Burry ha buone probabilità di farcela.
E l’informazione di come è posizionato è preziosa anche per noi, anche se, di sicuro, non sposta di una virgola i nostri metodi di fare trading.
E a proposito di tali metodi, condividi insieme con noi un’ora di Cultura finanziaria di altissimo livello con il metodo Leader: quello dei doppi profitti, proprio lui.
Clicca qui sotto per iscriverti al webinar e vedi la registrazione.
P.S.: Venendo al presente, la chiusura della giornata di ieri è stata molto pesante.
Il livello 4450 ha tenuto in chiusura a rispetto di circa 34.000 put, presumibilmente vendute, scadenza a zero giorni (quindi alle 22 di ieri), affluite generosamente su quello strike.
Strike che sembra presidiato fino a venerdì prossimo: ma il mercato può girarsi in qualunque momento e far cedere il supporto.
Lunedì un rimbalzo c’è stato, piccolo, che ha portato nella notte americana il future fino a 4517. Ma non era il rimbalzo che aspettavamo, anzi è stata solo la preparazione di un affondo più incisivo, che avrebbe potuto esserci nella prima parte della settimana, come poi c’è stato.
Dal punto di vista grafico nella giornata di ieri è avvenuta una rottura importante sulla trend line che proviene dal minimo del 13 marzo. Dovrebbe recuperare sopra 4480 per tornare sopra la trend line, che ora sarà una resistenza.
Vedremo presto se l’ipotesi di rimbalzo nella seconda parte della settimana è da tenere o da scartare.
A Torino, il 23 giugno scorso, Leader, insieme con gli altri sistemi di trading di Opzionaria, ha avuto un posto d’onore particolare per il Pubblico presente: e se vuoi condividere con noi e con chi ha partecipato quella fantastica esperienza di Conoscenza per il Profitto, puoi cliccare sull’immagine sotto, in fondo alla email, per richiedere la registrazione.
E’ un investimento che ti darà un ritorno di centinaia di volte.
Clicca, intanto, per iscriverti al webinar e vedi la registrazione.
Maurizio Monti
Editore Istituto Svizzero della Borsa