E’ Powell o è il mercato?

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Fallisce la Silicon Valley Bank

L’audizione di Powell al Senato, secondo alcuni, ha cambiato le carte in tavola: è quanto si legge un po’ ovunque nelle ultime ore.
 
E’ possibile, sì, che Powell sia stato più determinato del solito, così come è possibile che l’aumento dei tassi americani nella riunione di marzo sarà di 0.50 punti invece che 0.25.
 
Nondimeno, il sell off che abbiamo visto ieri sull’S&P500, nei nostri articoli precedenti era dato come molto probabile: non lo abbiamo scritto, lo scriviamo ora, ma l’inizio lo vedevamo dopo la giornata di venerdì, con il non-farm payroll.
 
Invece è stato giovedì.
 
Il minimo e la chiusura, rispettivamente 3909 e 3915, sono stati più profondi del minimo del 2 marzo (3925) e stavolta la trend line dei minimi che deriva dal 13 ottobre è stata violata e rotta con molta decisione: il supporto è stato attaccato prima dell’apertura dei mercati, poi in apertura c’è stata una mezzora di finta euforia con il superamento di quota 4000.
 
Un segnale che sembrava assolutamente rialzista (che ci ha ingannato, facendoci pensare che il sell off sarebbe stato dopo venerdì): invece il dietro-front del mercato è stato improvviso e violento.
 
Stavolta il supporto della trend line non lo ha sentito e, rotto il supporto che ha resistito ad attacchi continui fin dal 24 febbraio, la discesa è stata forte e continua, sostenuta dal sell-off dei titoli bancari.
 
Anche il fallimento della SVB, la Silicon Valley Bank, ha giocato un ruolo importante: e se questo ha agito da amplificatore della discesa, significa che ci sono altre banche coinvolte. Da rumor americani che ci sono stati confidati, sarebbero almeno una decina di altre banche in forte difficoltà a causa del fallimento della SVB. Speriamo solo dieci, a questo punto.
 
Fra aumenti dei tassi e rischi di crash bancari, il clima non è stato bello e ha innescato la discesa.
 
Il supporto 3925 è stato superato, il posizionamento delle put sembra indicare che il prossimo supporto è sotto 3900, a 3875-3825: che è il livello di cui, come detto sopra, parliamo da tempo come possibile minimo di marzo, da raggiungere fra il 10 e il 24 marzo, con maggiore area di probabilità nella prossima settimana prima della scadenza tecnica del 17.
 
Il livello 3888 rimane, anch’esso, una possibilità.
 
A 3788, invece, si gioca la tenuta dell’onda rialzista. Se rompe quel livello, potrebbe cambiare completamente lo scenario. Continuiamo a dire che non lo riteniamo probabile.
 
Oggi c’è il non farm-payroll.
 
Attendiamoci la volatilità tipica delle ore antecedenti le 14.30 di oggi e un po’ di movimento dopo. Con un giorno precedente così, il clima sarà tutt’altro che piacevole.
 
Una ragione in più per concentrarsi su strategie basate sul più totale controllo del rischio: ne parliamo in un webinar, che sta riscuotendo grande successo, dove ad un minimo impiego di margine di rischio corrisponde un ottimo rendimento.
 
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P.S.: Dall’analisi di oggi, possiamo dedurre che il mercato fa quello che è normale che faccia. Poi, siamo noi che attribuiamo l’impatto di certe notizie come grilletti che fanno partire il proiettile. Solo trigger, come si dice in gergo, non più che trigger.
 
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Maurizio Monti

  Editore TRADERS’ Magazine Italia