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L’Oscar premia la giovane Mikey Madison, ma l’attrice da Oscar resta Demi Moore

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The Substance” di Coralie Fargeat, che firmò la regia anche di “Revenge”, film del 2017 con Matild Lutz, che conosco e stimo, e “Anora”, del regista di cinema indipendente Sean Baker, hanno combattuto per la statuetta d’oro più ambita dai professionisti del set di tutto il mondo.

Se “Anora” di Sean Baker ha incassato 5 Oscar e ha vinto la Palma d’oro a Cannes, “The Substance” ha strappato un solo Oscar, quello per trucco e parrucco, e il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes; complessivamente, i due lungometraggi hanno, entrambi, portato a casa 7 premi e 14 nomination, ma “Anora” ha colpito di più e più in alto. E’ condivisibile? A mio parere, assolutamente no! Demi meritava di vincere e il suo film pure.  

 

Trama  THE SUBSTANCE di Coralie Fargeat 

­­F1) Il poster del film “THE SUBSTANCE” di Coralie Fargeat

The Substance

Nella figura F1, la locandina del film con Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid. Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa

The Substance” è un film francese di 142 minuti, con la strepitosa Demi Moore nei panni di Elizabeth Sparkle, una ex star mediatica, rifiutata da qualsiasi programma tv per via dell’età: ha 50 anni e la sua vita professionale è giunta al termine, a quanto pare. Il mondo esterno, impersonato, in particolare, molto bene da un disgustoso uomo di nome Harvey – Dennis Quaid è superlativo – è durissimo con lei e lei lo è ancora di più con se stessa.

La soluzione? Una misteriosa “Sostanza”, assunta la quale esce dalla schiena dell’ancora bellissima Elizabeth una giovane e splendida Sue, generazione Z, interpretata dall’eccellente Margaret Qualley.

Sulla Walk of Fame di Hollywood c’è una stella, inquadrata dall’alto, dedicata alla protagonista: mentre il tempo passa, l’astro subisce intemperie, calpestii, incidenti che lo macchiano e operazioni di pulizia, pur continuando a simboleggiare la bellezza femminile nel nome del divismo, un divismo schiacciato dal peso degli stessi umani.

Elisabeth e Sue hanno una sola regola e devono tenere a mente un solo concetto chiave: l’una consiste nell’alternarsi settimanalmente reciprocamente, senza aumenti di giorni; l’altro consiste nell’avere ben chiaro che Elizabeth è Sue e Sue è Elizabeth, ossia sono due parti dello stesso sé.

Nell’horror splatter, persino a tratti divertente, applaudito a Cannes molto a lungo, vincendo il premio per la migliore sceneggiatura, le due versioni della protagonista infrangono, a più riprese, la regola e dimenticano volutamente il concetto chiave: le conseguenze si presentano e vanno da piccole, benché già evidenti, a devastanti, però l’originaria, cioè Elizabeth, cui viene proposto di fermarsi, continua a iniettarsi la sostanza e a diventare Sue, che, a sua volta, è sempre più ambiziosa e diabolica.

Molto interessante quanto le due parti finiscano per detestarsi e quanto questa discrepanza dello stesso sé porti a conseguenze nefaste sull’esterno, travisato fino a essere ciechi di fronte a sentimenti sinceri e guaritori.

Quanto è disposta a mettere in gioco Elisabeth per non essere messa da parte, per non essere dimenticata per sempre? La domanda postale è “hai mai sognato una versione migliore di te? Una versione più giovane, più bella, una versione perfetta?”, rassicurandola sul fatto che “Sei sempre tu.

Semplicemente, migliore, in ogni senso” e invitandola a “provare questo prodotto rivoluzionario. Si chiama “The Substance”. Ti cambia la vita”. E lei… lo fa. Margaret Qualley è all’altezza del film, di Coralie e di Demi. Sa passare dal candore dell’età e del suo aspetto alla violenza della sua aggressività ribelle per un successo a tutti i costi.

 

ANORA di Sean Baker

F2) Il poster del film “ANORA” di Sean Baker

Anora

Nella figura F2, la locandina del film con Mikey Madiso e Mark Eidelstein. Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa

 

Anora alias Mikey Madison è una ballerina di lap dance e danze private, desnuda, nelle camere ad hoc di un locale di dubbia fama; una sera, un nuovo cliente del night, uno molto giovane, chiede di qualcuna che parli il russo e la vita della protagonista svolta.

Si tratta di Vanya, interpretato da Mark Eidelstein, il figlio di un oligarca sovietico; la conoscenza fra i due, anche intima e fuori dal locale, sfocia in una proposta di lui – 15.000 dollari per essere la sua ragazza per 7 giorni – cui segue quella di fidanzamento, fino al matrimonio celebrato, in tutta fretta, a Las Vegas.

I due vivono di lusso, alcol, droghe e sesso, più che di un sano amore costruttivo. C’è un “ma” in tutta questa storia: la famiglia del ragazzo, quando viene a conoscenza delle nozze, decide di farlo divorziare velocemente e di riportarlo a casa, anche se la giovane sposa non è affatto d’accordo. Quando i gorilla del padre li trovano nella casa di famiglia in America, Vanya fugge, anche da Anie.

Quest’ultima, che è tutto un “fuck” nel suo linguaggio, si ritrova così a cercare il marito con i tre uomini pagati dal padre di lui e, alla fine, lo trova: è ubriaco. La tenerezza del personaggio protagonista sta nel fatto che, fino alla fine, anche quando è ormai evidente chi sia Vanya e cosa voglia veramente (o non voglia) da lei (e per sé), Anie non mette in dubbio il reciproco amore coniugale, prendendo forza dal prezioso anello al dito.

La sua più grande delusione sarà dover ammettere che il peggiore di tutti non è la madre del ragazzo, non è l’uomo dei tre che la tiene legata, non è il capo del locale dove ormai non lavora più, non è nemmeno la collega di ballo, invidiosa, che prova a portarle via il marito, ma lui, Vanya; è solo un ragazzino viziato che corre ai ripari davanti ai dettami impostigli dalla famiglia, senza la minima considerazione per Anora, chiamata più volte “prostituta” dagli altri.     

 

Analisi & Recensione THE SUBSTANCE di Coralie Fargeat

­­F3) Margaret Qualley in “THE SUBSTANCE”

The Substance

Nella figura F3, Margaret Qualley in una scena emblematica del film. Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa

 

Straordinaria, coraggiosa, bellissima e… da Oscar! Così l’icona Demi Moore, che, con la sua magistrale performance nel film della Fargeat, batte se stessa in ogni altra precedente. Andava premiata. Lo meritava senza dubbio e senza confronti.

Resta eccellente, anche senza la statuetta d’oro; è comunque nella cinquina del premio più ambito ed importante nell’Olimpo di Hollywood e dell’intero settore professionale nel mondo.

Ciò detto, il film è geniale: sa trasmettere un messaggio delicato e molto attuale in modo accattivante e, al tempo stesso, disarmante allo spettatore, che, specie se donna, ne rimane travolto; regala spunti di riflessione variegati sul tema, riuscendo a far provare sensazioni opposte, da quelle di impotenza e attrazione di fronte all’irresistibile beltà della giovinezza a quelle di disgusto e tristezza di fronte alle conseguenze di chi non vede che la superficie, a danno, anche e soprattutto, di se stesso; fa ragionare con scene forti, tinteggiate da luci e colori che segnano il sogno e lo distinguono dall’incubo, perciò il pubblico entra in entrambi e viene tirato da una parte e dall’altra, sempre più violentemente, alla fine senza respiro.

 

ANORA di Sean Baker

 

F4) La protagonista del film “ANORA”

The Substance

Nella figura F4, Mickey Madison in una scena del film.
Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa

 

Urlato. Il film, il cast, la storia: sono tutti urlati. A chi piace? A molti, si vede, critica inclusa. Con la sua così detta straordinaria interpretazione, la Madison ha battuto le sue competitors in categoria agli ultimi Oscar, riuscendo dove Fernanda Torres (“Io sono ancora qui”), Carla Sofia Gascon (“Emilia Perez”), Cynthia Erivo (“Wicked”) e, ahimè, la Moore, non sono riuscite. Come? Difficile dirlo.

Il film è senz’altro originale, ma la storia è esigua, lo svolgimento è a un certo punto intuibile, e diciamolo, Anie non è un personaggio da prendere da esempio.

Francamente, c’è altro oltre al valore del film e del suo cast, sennò non si comprende una votazione così alta, un premio così ambito, specie al cospetto delle nobili concorrenti, quasi tutte ultracinquantenni: già solo per questo meritavano la vittoria, in aggiunta al lavoro sopraffino svolto sui loro personaggi, come la Torres nel film sui desaparecidos brasiliani.

Una cosa è certa: ironia della sorte, come in “The Substance”, Demi Moore è stata messa da parte da una giovanissima, appunto la venticinquenne Mickey Madison; ha dell’incredibile.

 

Budget e incassi dei 2 film ­­

F5) Coralie FargeatThe Substance

Nella figura F5, la regista del film “THE SUBSTANCE”. Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa

“The Substance” avrebbe incassato oltre 3 milioni di euro in Italia (ultimo Box Office 16 marzo 2025), superando i 70 milioni di euro nel mondo. Quanto ad “Anora”, film indipendente arrivato a fruttare circa un milione e mezzo di euro al botteghino, l’incasso, dopo la cerimonia degli Oscar, è salito, rispetto alla settimana prima, dell’854%, guadagnando 150.000 dollari oltre i totalizzati 25 milioni nei paesi d’oltreoceano.

Un altro aspetto interessante, sempre legato ai numeri, riguarda il budget dei 2 film: iniziando dal minore, almeno in origine, è costato 6 milioni di dollari – con altri 18 investiti dalla casa di produzione Neon nella campagna promozionale per gli Oscar; decisamente, un’ottima mossa – mentre per il lungometraggio prodotto da Working Title Films e A Good Story e dalla regista Fargeat sono stati spesi quasi 18 milioni di euro, 10 volte in più che per “Revenge”.

 

Conclusione

F6) Sean Baker

The Substance

Nella figura F6, il regista del film “ANORA”. Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa

 

“The Substance” è, nel post-Oscar, ancora in qualche sala, altrimenti lo si può godere su Amazon Prime. Voti: 10 e lode a Demi Moore e 9 al film.

“Anora” è, nel post-Oscar, ancora al cinema, altrimenti si può noleggiarlo. Voto: 6,5.
A questo punto, vedeteli entrambi e valutate a quale va la vostra preferenza; chissà se coincide con il nostro. L’importante è sostenere il cinema, meglio in sala, in alternativa a casa.

F7) “Ricordati che siete una sola persona”

The Substance

Nella figura F7, la frase del film “THE SUBSTANCE”.
Fonte/crediti: XIX Festa del cinema di Roma, Press – materiale video per accreditati stampa  

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.

Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com    

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