Verso il 16 luglio: un minimo o un massimo?

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La Cultura, quella giusta

L’indice Dow Jones presenta interessanti considerazioni da fare, relativamente ai movimenti di mercato delle ultime settimane.

Abbiamo fatto cenno in un precedente report, che nei giorni compresi fra il 5 e il 10 giugno si era verificata una “bearish island”, che risulta molto evidente dal grafico dell’indice (non del future, stiamo prendendo a riferimento l’indice Dow Jones).

Fra il 24 giugno e il 2 luglio si è verificata una seconda “Bearish Island Reversal”, esattamente simmetrica nella forma rispetto al primo movimento. La candela del 2 luglio nel suo massimo ha colmato il gap down del 24 giugno ma la chiusura è stata inferiore all’apertura del 24 giugno. Così, la seconda figura di isola ribassista è ancora valida.

Come anticipavamo la settimana passata, nell’analisi di domenica scorsa 28 giugno, i nostri algoritmi temporali vedono un punto di inversione nell’area del 16 luglio più o meno quattro giorni, con un minimo o un massimo che dovrebbe verificarsi in quei giorni e una inversione conseguente. Quella potrebbe essere una buona occasione di ingresso.

L’inversione ha una probabilità del 67% di verificarsi all’interno di quel timing con la massima probabilità nei giorni 15-16-17 luglio. A seconda che si crei un minimo o un massimo punteremo sull’inversione, long o short rispettivamente.

Come previsto, la settimana trascorsa non ha dato origine a movimenti significativi: dopo il minimo del 26 giugno i mercati hanno recuperato, ma con ben diversa forza per ciascuno dei tre indici principali americani.

Prendendo a riferimento il range massimo-minimo 16-26 giugno il Dow Jones ha recuperato meno della metà, l’S&P500 quasi tutto il range, mentre il Nasdaq ha fatto i suoi immancabili nuovi massimi storici.

Il nostro algoritmo ha assegnato una buona probabilità che possa trattarsi di una divergenza a cui attribuire una certa importanza.

Sull’S&P500 future, se nell’area del 16 luglio ci sarà un minimo, gli scenari possibili sono che si vada a ritestare l’area 2950, mentre la rottura di quell’area aprirebbe a 2788 o 2718. Se si tratterà di un massimo 3155, 3193 e 3234 sono le resistenze da affrontare. Un massimo sopra 3234 punterebbe addirittura cento punti ulteriori sopra a 3334.

L’algoritmo assegna maggiore probabilità alla formazione di un minimo, piuttosto che di un massimo, ma la differenza fra i due scenari in termini probabilistici è irrilevante, anche tenuto conto del sostegno continuo che arriva ai mercati.

Le chiusure del 2 e del 3 luglio (quest’ultima con volumi e orari limitati a causa della festività americana dell’indipendenza) hanno dimostrato che il livello 3133 è stato sentito dal mercato: non per niente esso rappresenta l’87.50% del range 16-26 giugno che abbiamo preso a riferimento. Ricordo che l’87.50% è il livello a cui i nostri algoritmi attribuiscono alcuni punti di probabilità di inversioni almeno temporanee.

La differenza probabilistica che assegna l’algoritmo a favore della formazione prossima di un minimo, piuttosto che di un massimo, è dovuto anche alla tenuta di questa resistenza. Anche, ma non solo, ovviamente.

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Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia