Intervista a Gianmarco Tognazzi, il Vinificattore (un estratto)

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(Articolo pubblicato nel numero di Aprile 2021 di Traders’ Magazine)

Milano. Intervista telefonica avvenuta in due momenti: il 22 gennaio e l’8 marzo, 2021.

Gianmarco Tognazzi è, con i suoi fratelli, l’erede di un patrimonio cultural-artistico che ha segnato la nostra storia cinematografica. Memorabili Ugo Tognazzi e quel nostro cinema che non c’è più.

Il CINEMA: dagli esordi agli ultimi film girati (prima della pandemia)

Basile: Tu hai recitato in 60 pellicole, hai fatto una quindicina di programmi televisivi e hai calcato molti palchi. Fra gli ultimi film, ‘Ritorno al crimine’ (sequel di ‘Non ci resta che il crimine’) di M. Bruno e ‘Divorzio a Las Vegas’ di U. Riccioni Carteni sono del 2019 e solo uno è uscito nel 2020.

Gianmarco Tognazzi: Sì ‘Divorzio a Las Vegas’, in condizioni diciamo ridotte. Chi è uscito con dei film in questi mesi ha (avuto) il merito di trasmettere il messaggio ‘noi ci siamo, il cinema c’è’.

Basile: Gianmarco, fra tutti i film che hai fatto, tantissimi, qual è il tuo preferito? Per storia, cast, ecc.

Gianmarco Tognazzi: Ognuno è stato un’esperienza e una crescita. Ricordo, fra il 1991 e il 2019, ‘Ultrà’ di R. Tognazzi, ‘Uomini senza donne’ con A. Gassman di A. Longoni, ‘Romanzo criminale’ di M. Placido, ‘A casa tutti bene’ di G. Muccino, la saga del crimine di M. Bruno. Anche tanti altri.

Il cinema. La politica culturale e il valore della memoria tramandata:

Basile: Il cinema ai tempi di tuo padre e quello fino a oggi: com’è cambiata la situazione?

Gianmarco Tognazzi: A quei tempi, il Cinema in Italia costituiva la seconda industria del paese, ma, negli ultimi 30 anni, perdendo il contatto con una volontà politica che propendeva per tutelarlo come tale, si è trasformato in una sorta di artigianato. Pur essendo il patrimonio culturale italiano fra i maggiori al mondo, a livello politico non mi pare sia mai all’ordine del giorno. Corresponsabile ne è in parte la categoria (produttori, artisti, tecnici, registi, esercenti) che, negli ultimi decenni, forse sarebbe dovuta intervenire in maniera più decisiva e compatta per essere vista istituzionalmente. Si è tentato in passato (a singhiozzo) di ricostituire quel senso di collettività, ma senza il fermento del dopoguerra e quella convivialità che, per Ugo, era alla base del rapporto professionale e privato.

Basile: Io però credo che nell’emergenza Covid la Cultura sia stata dimenticata a livello di governo.

Gianmarco Tognazzi: La dimenticanza è il riflesso di una categoria che nella pandemia si è unita non sentendosi considerata. Se non si fa granché per una stima collettiva del settore, lamentarsi è…

Basile: (lo interrompo, ndr) Inutile?

Gianmarco Tognazzi: No, meglio che ci sia una reazione, però scontato. Si sarebbe potuto fare di più prima, in termini di ruolo sociale o riconoscimento burocratico della categoria. La categoria dovrebbe essere unita sistemicamente, ogni area essere propedeutica alle altre. Diritti e doveri andrebbero riconosciuti all’intera categoria, inclusi i 500.000 lavoratori dello spettacolo come i tecnici, che hanno subìto gli effetti peggiori del periodo Covid. Più si è deboli, più si è ignorabili.

Basile: Non so se è un’utopia, ma quindi: obiettivo compattezza nella prossima normalità?

Gianmarco Tognazzi: Tanto ci vuole per smontare una casa, tanto ci vuole a rimontarla. Alcuni step si possono ancora compiere però, anche grazie alle collecting come l’istituto mutualistico del Nuovo IMAIE, che tutela i diritti connessi dovuti all’uso di opere audiovisive e musicali trasmesse via radio, tv, web, esercizi pubblici e intermedia i diritti spettanti agli artisti interpreti esecutori, fra cui attori e cantanti, (www.nuovoimaie.it/ ) e ad associazioni di categoria come la neonata, in tempo di Covid, U.N.I.T.A., incentrata sulla figura professionale dell’artista. (www.associazioneunita.it/ ).

Basile: Tu Gianmarco svolgi un lavoro e un ruolo importanti all’interno del Nuovo IMAIE. Quale?

Gianmarco Tognazzi: Il portavoce per il settore dell’audiovisivo e Dodi Battaglia dei Pooh è il portavoce per il settore musicale. Sono assai orgoglioso del Nuovo IMAIE, grazie al cui presidente, Micciché, i contratti di ricezione dei diritti connessi si sono moltiplicati e il fatturato è cresciuto notevolmente (www.nuovoimaie.it/10-anni-di-nuovo-imaie-2010-2020-numeri-e-risultati/; www.rockol.it/news-710347/nuovoimaie-numeri-2019-e-festa-per-dieci-anni-2020#:~:text=NUOVOIMAIE%3A%20oltre%2050%20milioni%20di,festa%20per%20i%2010%20anni) e, nel 2020, 20-22 milioni di euro sono stati elargiti per sostenere una categoria in difficoltà.

TEATRO: l’amata ditta con Bruno Armando, una vera famiglia

Basile: Che siano pericolosi teatri e cinema dal punto di vista della trasmissibilità del virus, per me è assurdo e ingiusto! Sono stata a tre festival in presenza nel 2020 e non mi sono mai ammalata. L’ultimo tuo lavoro a teatro, tratto da un testo di Arthur Miller, è stato con Elena Sofia Ricci.

Gianmarco Tognazzi: Sì, ‘Vetri rotti’. Ma per 15 anni ho fatto ditta con un carissimo amico e grande attore che nel marzo 2020 ci ha lasciati: Bruno Armando. Il teatro per me è ditta con Bruno. (https://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Armando ). Credo che, non trovando le giuste contromisure all’ingestibilità del virus, dovuta a motivi più grandi, si sia optato per la chiusura totale o parziale, associando cinema e teatri a palestre e piscine. Si rischia la sfiducia di molte persone alle riaperture.

Basile: Mi ha colpita la parola ‘ditta’. Porta una storia in sé. Di 15 anni poi. Il primo spettacolo?

Gianmarco Tognazzi: ‘Closer’. Inscenammo ‘Il rompiballe’ di Veber per tre anni, ‘Prima pagina’ di Hecht e Mac Arthur per tre anni, ‘La panne’ di Dürrenmatt per tre anni e ‘Un nemico del popolo’ di Ibsen nel 2012 e 2014. Quando la ditta Tognazzi-Armando tornava le persone affollavano i teatri.

(‘Closer’ di Patrick Marber?! Esulto al telefono. Lo portai anch’io a teatro, fu nel 2013 e nel 2014, ndr.)

La TELEVISIONE: Gianmarco Tognazzi diventa Luciano Spalletti

Nella fiction ‘Speravo de morì prima’, in uscita il 19 marzo, sei l’allenatore Spalletti. Me ne parli?

Gianmarco Tognazzi: Sì, è una produzione Sky e la storia, 6 puntate, 2 per sera, è ispirata al libro ‘Un Capitano’ scritto da Francesco Totti, che ha supervisionato la fiction, e Paolo Condò. Il mio lavoro prima e fuori dal set è consistito in un approfondimento su Spalletti, per un know how autodocumentale il più possibile largo, arricchito poi da un certo modo di parlare, atteggiamento, ritmo; per me ciò che rileva è cosa sta dietro alla maschera. Sì, è Spalletti, ma non lo è, cioè è il mio Spalletti. E la storia è quella di Totti, secondo il suo punto di vista e quello degli sceneggiatori. I temi della serie: i rapporti interpersonali, il disagio dell’uomo, i contrasti, la squadra, la società, la famiglia, gli amici, il sogno con la paura che finisca. Non ho conosciuto Spalletti, siamo entrambi prolissi (scherza, ndr), ma ho stima e simpatia per lui persona e allenatore. Ho agito con grande onestà, spero che ciò sia percepito dal pubblico e, se vedrà la fiction, anche da lui, Luciano Spalletti.

Il Vinificattore. Un modus vivendi fra impegno vinicolo e passione attoriale.

Basile: Gianmarco tu sei un attore e oggi, a tuo dire, (soprattutto?) un viticoltore.

Gianmarco Tognazzi: Da una decina di anni, da quando sono tornato a vivere nella campagna dove avevo vissuto da piccolo, il vino è il mio lavoro e fare l’attore il mio hobby. Come Ugo si definiva un cuoco prestato al cinema, così io mi autodefinisco un ‘vinificattore’: prima vinifico ripartendo dalla filosofia di mio padre, poi faccio l’attore volentieri. Un tempo dicevo il contrario.

La Tognazza: dalla supercazzola di ‘Amici miei’ ai vini Tapioco e Antani al Toscazio

Basile: Qual era la filosofia di Ugo Tognazzi legata alla terra?

Gianmarco Tognazzi: La filosofia di Ugo era trasversale, allo stesso tempo seria (la cucina) e poco seria (quanto avveniva intorno alla cucina). Quando sono tornato a vivere a Velletri, ho preso in mano ciò che papà aveva costruito con i suoi guadagni, applicando la filosofia al vino: serio il modo di farlo, meno le storie collegate. Una volta mia madre mi disse ‘tuo padre guardava 20 anni avanti e tu stai guardando 20 anni indietro’, allora mi son sentito libero di mettere in discussione tutto e fare più di un omaggio di puro amarcord. La Tognazza è un brand: un’evoluzione del progetto di papà, partendo dalle vigne. Penso ne sarebbe orgoglioso. Forse non avrebbe mai pensato che sarei riuscito a far arrivare sulla tavola dei suoi estimatori delle bottiglie chiamate Tapioco e Antani.

Basile: E sei solo tu, fra voi quattro fratelli, che ti occupi de La Tognazza?

Gianmarco Tognazzi: L’idea di farla diventare una vigna è mia, ma La Tognazza è di tutti e quattro. Solo che gli altri vivono a Roma (Ricky), in Norvegia (Thomas) o altrove, salvo quei tre passaggi all’anno (Maria Sole). Nel 2010-2015, ho unificato i territori di Lazio e Toscana (qui ho delle vigne) per produrre vini dello stesso tipo ma provenienza diversa. E poi è nato il Toscazio. Nelle nostre etichette c’è La Tognazza style, intesa come grafica, suggestione, colore: l’emozione legata al vino per noi è soggettiva. La casa vecchia all’interno della tenuta de La Tognazza è la casa museo cui nel tempo ho dato vita: un luogo di aggregazione dove sono nate le storie legate al vino. Nelle tante cene di papà, Benvenuti, De Bernardi, Pinelli, Monicelli, bevendo l’antenato del vino che oggi produciamo, avevano ipotizzato la battuta del Conte Mascetti in ‘Amici miei’: ‘Tarapia tapioco come se fosse antani con la supercazzola prematurata, con lo scappellamento a destra’.

Il rapporto professionale e amicale con Luciano Salce. Una famiglia allargata ma ‘ugoisticamente’ molto unita

Basile: Fra Ugo e l’attore e regista Luciano Salce c’era un sodalizio artistico financo un’amicizia.

Gianmarco Tognazzi: Assolutamente sì! Era, come ti dicevo, una cosa comune in quegli anni. Mio padre poi aveva dato inizio a un torneo di tennis, che ogni estate veniva organizzato a Torvaianica (Pomezia), fra artisti, gente dello spettacolo ed esponenti della cultura, italiani e anche stranieri.

Basile: Con Sebastian Harrison (https://www.traders-mag.it/?s=Sebastian+Harrison ) so che vi conoscete da una vita. Da quando? Fu lui a propormi di intervistarti, gli sono grata per la stima e la fiducia.

Gianmarco Tognazzi: Ci conosciamo dal torneo di tennis. Ci fu un anno in cui fecero giocare noi figli d’arte e così la squadra fu composta da Emanuele, figlio di Salce, e me contro Andrea, figlio del regista Sergio Leone, e Sebastian, figlio dell’attore Richard Harrison. Le amicizie dipendono dall’affettività, non da quanto ti frequenti. Per me è ancora così con Sebastian, Emanuele, Andrea.

Basile: A proposito del papà di Emanuele, il quale mi chiama ParentAle (lo trovo divertente), sono convinta che chi come Luciano (cugino della mia nonna materna) lascia ai posteri, esiste per sempre attraverso i ricordi. Qui, Gianmarco, mi riallaccio al tuo papà, al suo valore e ai suoi tempi. A proposito di Ugo Tognazzi, voi 4 fratelli avete organizzato un festival dal titolo ‘Ugo pari 30’.

Gianmarco Tognazzi: Sì, nel nome della memoria culturale tramandata, che, in Italia, è carente. Peccato per le nuove generazioni e per le figure del passato come anche De Sica, Visconti, Pasolini, Germi, Risi, Fellini e tanti altri. A La Tognazza quella volontà c’è! È in noi fratelli in modo diverso. Siamo molto uniti, lo siamo nell’assenza, come Ugo che fu un padre presente nella sua assenza. Abbiamo scritto il libro: ‘Ugo. La vita, gli amori e gli scherzi di un papà di salvataggio’ (figura 1). Il sogno di papà era l’amicizia fra i membri della sua famiglia estesa e ‘ugoisticamente’ c’è riuscito.

Quanto a Luciano Salce, mio padre passò dal cinema con Vianello alla commedia all’italiana grazie a lui, che lo diresse nel film ‘Il federale’ nel 1961 e nel successivo ‘La voglia matta’ del 1962. Salce era come uno zio per me. Il rapporto, straordinario anche per l’amicizia e la stima reciproca, tra Luciano e mio padre ha poi contaminato il mio con Emanuele (Salce), grandissimo artista anche lui.

La prima colonna sonora composta da Ennio Morricone fu per ‘Il federale’. Grazie Luciano Salce! https://it.wikipedia.org/wiki/Colonne_sonore_di_Ennio_Morricone

 

Basile: Tornando alle istituzioni in effetti fanno poco. Ci sono altre iniziative in memoria di Ugo?

Gianmarco Tognazzi: Ricky per anni ha gestito il comitato Ugo Tognazzi a Verona, Maria Sole ha girato il documentario ‘Ritratto di mio padre’(www.youtube.com/watch?v=EyjoMK4kWlo) e io mi sono occupato della casa museo, del sito per Ugo e dei canali social. Torvaianica ha ricordato mio padre, nel 2020, nel trentennale dalla sua scomparsa con ‘Ugo pari 30’ e Velletri ha proposto di celebrarlo nella settimana del suo compleanno (23/03), cosa che avverrà nel 2022. Ugo era un uomo di campagna e riteneva Velletri la sua seconda casa, per la pace dei campi e i frutti della terra.

Un ricordo professionale e un consiglio per gli Artisti

Basile: Ultime due domande: un aneddoto o un ricordo e un consiglio per gli attori, di oggi e futuri.

Gianmarco Tognazzi: Il consiglio è di perseguire il proprio obiettivo, essendo però coscienti delle incongruenze di questo mestiere e di questo paese, dove le opportunità non sempre vengono date. È meglio avere un’altra passione che non renda schiavi del telefono (se non squilla) o di chances (che non arrivano) e permetta di fare l’attore per passione, godendosi il palco o il set. Il ricordo è quello del musical ‘A qualcuno piace caldo’ con Alessandro Gassman, un’esperienza più unica che rara.

Conclusione
L’intervista volge al termine. Ringrazio Gianmarco per la sua generosa disponibilità. Conto un giorno di visitare i luoghi del papà Ugo, nel mentre gustandomi ‘La voglia matta’. In tempo di pandemia, idee genuine come quella di andare a La Tognazza paiono sogni, ma sognare fa bene, lascia spazio all’ottimistica percezione che arriverà un prossimo futuro interamente Covid-free.

Gli articoli dell’intervista completa a Gianmarco Tognazzi potete leggerli qui https://www.traders-mag.it/category/autori/alessandra-basile/

L’intervista a Gianmarco Tognazzi, che ringraziamo, è stata curata da Alessandra Basile

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.
Email: Alessandra.Basile@outlook.com
Sito web: www.alessandrabasileattrice.com