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L’incubo di Wall Street.

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L’editoriale di Traders’ Magazine che viene pubblicato alle 11.00 del giorno 9 dicembre spiega il grande incubo che sta vivendo la Grande Finanza dopo che Bessent, Segretario al Tesoro, ha svelato il nome di Kevin Hassett come possibile candidato a sostituire Powell, a maggio del 2026, quando scadrà il suo mandato.

Nell’articolo trovi le correlazioni evidenti di perturbazioni dell’economia e del mercato che la Grande Finanza attribuisce ad Hassett.

Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, e questa legge è più che mai valida in finanza.

La ricchezza non si distrugge e non si crea, ma passa di mano e trasforma il suo modo di essere.

Così, il messaggio che proviene dai grandi operatori non è più fatto soltanto di commenti salaci.

Anzi, quelli sembrano essersi sopiti, per passare a dichiarazioni più velate.

 

L’attacco è frontale.

Nel contempo, però, si passa ai fatti.

Così, il future del trentennale USA, giusto prima del quasi certo taglio dei tassi da parte della FED, scende.

Rompe al ribasso la media mobile a 200 e il collo del testa-spalle.

Come se “qualcuno” fosse molto determinato a richiedere tassi più alti.

Come se a Bessent fosse mandato un segnale di alert.

E se per comprare i tuoi bond ti costringessimo a pagarci in modo molto più salato?

 

Il future del trentennale.

Il future del trentennale USA all’8 dicembre 2025

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Il future del trentennale USA all’8 dicembre 2025

 

L’oscillazione non è così significativa e, come si vede, è contenuta all’interno del trading range.

Però punta verso il basso. E se i tassi sono in discesa dovrebbe puntare verso l’alto.

Abbiamo un problema, Houston.

 

La reazione della Borsa.

Come detto, il livello toccato dal future del trentennale non sarebbe, di per sé, fonte di eccessiva preoccupazione, se non ci fosse il contesto intorno del passaggio di consegne che Powell farà a maggio del 2026 al suo successore.

Così, nella giornata dell’8 dicembre l’S&P500 ci ha mostrato che il livello di cui abbiamo parlato nelle ultime due Classroom è effettivamente una resistenza importante: è quella che trovi tracciata con la riga nera nel grafico seguente.

L’S&P500 future all’8 dicembre 2025

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L’S&P500 future all’8 dicembre 2025

 

Eh sì, l’ha sentita.

Il clima delle borse asiatiche ed europee non era partito male, durante la notte e il mattino dell’8 dicembre.

Erano proprio gli americani a non essere per nulla convinti di continuare la salita.

Venerdì 5 dicembre, il future toccò il livello della riga nera, e il prezzo ne fu respinto.

Sul livello di prezzo nei pressi della chiusura, a 6880, comparvero 6000 call sui volumi, quasi istantaneamente.

Poi, nella mattina dell’8 dicembre quelle call le trovammo belle isolate, negli open interest.

Comprate o vendute?

Il sospetto che fossero vendute era forte, anche se vendute proprio sul livello At the money della chiusura.

 

Mattina dell’8 dicembre.

Il future oscillava poco sopra 6880, andando a toccare 6893 per due volte, alle 8.30 del mattino e alle 14, ora europea.

Poi arrivava il pre-borsa americano, il clima cambiò subito.

6880 fu perforato al ribasso senza che opponesse alcuna resistenza, anzi… l’impressione era che mani magiche facilitassero la discesa.

Era così, in effetti.

Il mercato americano, in pieno clima pre-FED, spesso rialzista, manifestava le sue preoccupazioni, allocate, in realtà, nel mercato obbligazionario e trasmesse alle borse.

 

Facciamo la pace.

Bessent troverà il modo di consolare Wall Street?

Lo vedremo.

Forse il mercato aveva solo bisogno di un po’ di ricarica.

Speriamo.

 

Maurizio Monti Editore Traders' Magazine Italia

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