Ho vinto! ma sono triste…

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Ma la partita non è finita

Nella prima mattina italiana abbiamo assistito ad un Trump che ha dichiarato la sua vittoria. Anzi, ha detto di più.

Ha detto: ho vinto e anche se non avessi vinto, la battaglia legale è pronta. Poi si è lasciato sfuggire che è un momento triste. Deve essere stato un lapsus freudiano, perché è in svantaggio.

Le nostre previsioni erano: non ci sarà nessun presidente il giorno 3-4 novembre. Dovremo attendere sicuramente qualche giorno o addirittura la settimana successiva e forse anche di più.

E continuiamo a dire di non sottovalutare la forza elettorale di Trump, che secondo molte fonti da noi giudicate attendibili, ha ancora probabilità di vittoria.

Abbiamo spiegato più volte come la stampa americana, facendosi a nostro avviso del male da sola, abbia fatto di tutto per denigrare Trump, ottenendo l’effetto opposto. E quindi a noi non meraviglia che, al momento, di tutto possiamo parlare meno che di onda blu-democratica.

Tutto, quindi, è ancora da decidere, mentre scrivo.

Metto in guardia gli investitori da un rischio. Si può giocare con le parole e un parolaio come Trump è maestro in questo. È molto più rischioso giocare con la democrazia: anche per la stabilità dei mercati e non solo per ragioni di rispetto alle regole democratiche.

Qualche ora fa, lo leggiamo su Reuters che cortesemente ci aiuta nella traduzione dal tedesco all’inglese, la ministra della difesa tedesca ha espresso forte preoccupazione per una crisi costituzionale, qualora questa dovesse esplodere negli Stati Uniti a causa della intemperanza di Trump ad accettare, in ipotesi, una sua sconfitta.

Cioè: la Germania è preoccupata delle dichiarazioni di Trump.

Puoi pensarla come vuoi, ma se la Germania dichiara ufficialmente con la ministra degli esteri di essere preoccupata, per noi è meglio stare in allerta.

Se il leone Trump dovesse vincere, molto probabilmente qualsiasi battaglia legale innescata dai democratici avrebbe vita breve. A quel punto, dovremmo preoccuparci della potenzialità esplosiva di rabbia nelle piazze.

Se il re della foresta non dovesse rassegnarsi alla sconfitta, qualora accadesse, e innescasse battaglie legali, coinvolgendo la Corte Suprema dove è riuscito a piazzare ben tre nuovi membri durante il suo mandato ed avendo quindi una maggioranza repubblicana di sei su nove, allora assisteremmo ad una probabile reazione negativa dei mercati.

Sono in gioco i valori fondanti della democrazia e gli Stati Uniti sono in una curiosa condizione storica di averli dimenticati, dando un pessimo e preoccupante spettacolo della nazione agli occhi di tutto il mondo.

Venerdì 6 novembre scorso, alle 10, abbiamo parlato di mercati con due grandi specialisti: Corrado Rondelli, fondatore di Raccomandazioni di Borsa e Daniele Lavecchia, strategist dell’Istituto Svizzero della Borsa. Abbiamo dato uno sguardo agli indici e una analisi delle commodities più interessanti, per muoverci con sicurezza in un momento di grande potenziale irrazionalità dei mercati. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: Al di là delle previsioni, ciò che mi fa pensare ad un rating probabilistico più basso nella vittoria di Trump è quella sua dichiarazione: è un momento triste. Oh, il leone triste ha sempre delle ragioni per essere triste e ragioni ben fondate.. C’è qualche cosa in quel discorso di cantare vittoria che non convince. Vedremo, ma stiamo in allerta. I nostri algoritmi prevedono sulla prossima settimana un minimo o un massimo. E l’ipotesi più probabile a noi sembrava la fine del ribasso con un minimo da cui ripartire. Se è un massimo da cui scendere, allora tutto è molto più pericoloso. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione..

Maurizio Monti

 

Editore Istituto Svizzero della Borsa