Il film della Parigi anni 30 “Mon Crime – La colpevole sono io” ci fa riflettere e sorridere sull’eterna diatriba donne-uomini nella società dei maschi

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Un simpatico disegno di un nightclub ambientato nella Parigi anni 30. Fonte: https://freesvg.org/img/nightclubcouples-1934pd.png

L’atmosfera di questa commedia, arguta e spiritosa, scritta e diretta dal grande François Ozon, sembra ispirata a un mix fra un film hitchcockiano e un giallo con protagonista la simpatica Miss Marple. “Mon crime” è un film del 2023 e tratta di due belle e giovani ragazze senza una lira, ma ricche dei propri sogni: l’una del teatro e l’altra dell’avvocatura. A farle emergere proprio nella società dei maschi è un omicidio. Piacevolissima pièce tradotta in film, “Mon crime” assicura risate e molti spunti di riflessione, in una eleganza di dialogo con battute ironiche e intelligenti. 10 e lode!

F1) Georges Berr, autore dell’omonima opera teatrale

Nella figura 1, Berr, che scrisse nel 1934 “Mon crime”, cui Ozon si è ispirato per il suo film.
Fonte: https://cdn2.picryl.com/photo/1901/12/31/touche-a-tout-1910-georges-berr-par-henri-manuel-f5a61b-1024.jpg

Trama
Due più che ventenni condividono un modesto appartamentino, dal quale rischiano lo sfratto, quando il proprietario, per l’ennesima volta, chiede loro di pagare l’affitto con gli arretrati, vantandosi di essere buono a volerle solo mandare via in caso di inadempienza. Le due giovani sono un’attrice, più aspirante che altro, Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz), e un’avvocato, Pauline Mauléon (Rebecca Marder), ancora in cerca del suo reale debutto in tribunale. I loro sogni confliggono quotidianamente con la realtà, fino a che, un giorno, capita un fatto grave capace di travolgerle, gettandole nella mischia mediatica, prima, e spedendole fuori di lì, poi, sul trono della popolarità. Il film, liberamente ispirato all’ omonima opera teatrale di Georges Berr e Louis Verneuil (1934), inizia con Madeleine che, in lacrime, torna in fretta e furia a casa e si dispera con l’amica per l’incontro appena fatto con un noto produttore della cittadina e per essersi trovata, invece che prescelta per un provino serio, assalita dall’uomo sul suo divano. Nella società maschilista in cui le giovani vivono, è Pauline ad avere l’idea e a salvare Madeleine; entrambe conquistano fama, ricchezza e soddisfazioni, dando lustro a tutti coloro che, prima o dopo, poco o molto, le aiutano. A un certo punto, però, entra in scena un’ex star del cinema muto e la verità viene a galla, mettendo a repentaglio le acquisite popolarità e ricchezza delle ragazze.

F2) Isabelle Huppert, straordinaria interprete del film di Ozon

Nella Figura F2, la Huppert, che ha preso parte al film “Mon crime – la colpevole sono io”.
Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/55/Isabelle_Huppert_Cannes_2018.jpg

Un cast perfettamente coordinato da una regia sapiente e raffinata a suon di ritmo
Un’attrice su tutti è Isabelle Huppert, magnifica nei panni della moglie del produttore ucciso, così fumettistica alla Crudelia De Mon e così radiosa come una femme fatale sulla quale l’età sembra essersi fermata ad almeno 10 anni fa. Ma ci sono, anche, due ‘altolocati’ del cinema francese: Fabrice Luchini e Dany Boon, rispettivamente nei ruoli dell’investigatore a caccia di confessioni – per un delitto alla volta! – e del commercialista spiantato e molto perbene, nonché felice della morte del produttore, perché non più tenuto a un debito rovinoso. Tornando alla storia, quando la giovane Madeleine viene processata per omicidio, Pauline, che ha una chiara visione della situazione, cioè è la mente del duo, prepara una difesa, concordata con l’accusata, basata, si perdoni il gioco di parole, sulla legittima difesa. Il caso diventa il tassello di una agguerrita lotta al femminile contro le ingiustizie sociali, etiche, morali a discapito delle donne, che hanno tutti i diritti di proteggersi come possono, persino uccidendo. Madeleine viene, dunque, assolta e, da lì, ben più corteggiata di prima, anche, professionalmente, ma, soprattutto, fa breccia come mai prima nel cuore del fidanzato, un tontolone, vittima del padre e di un’azienda in fallimento. Mille sfaccettature caratterizzano e colorano la storia che coinvolge tanti personaggi.

F3) Francois Ozon in un bel primo piano

Nella figura F3, il regista del film “Mon crime – la colpevole sono io”.
Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/74/Fran%C3%A7ois_Ozon_at_Berlinale_2022.jpg

Conclusioni: vale la pena vederlo? Sì, assolutamente!
Fra spunti intelligenti e risate, l’esilarante commedia dalle tinte gialle, adatta a tutti, trasporta il pubblico che, dalla sala, esce divertito e nostalgico di un’eleganza, per entrambi i generi, che è ben lontana dalla moda attuale. Il cast e, soprattutto, la regia, i costumi e il trucco e parrucco dei personaggi, la storia, l’ambientazione e ogni dettaglio fanno di questo film una gemma luminosa e capace di riportare il pubblico fra le mura dei nostri cinema. Dovremmo lasciarci ispirare noi cinefili italiani di oggi, no? I messaggi sono innumerevoli, la messinscena raffinata, l’uscita dal nostro quotidiano garantita, le risate tante e la malinconia del tempo che fu probabile per molti. Gli incassi italiani al Box Office sono stati pari a 668 mila euro nelle prime 2 settimane di programmazione e 443 mila euro nel primo weekend. Voto complessivo: 10 e lode.

F4) Dany Boon, uno dei principali personaggi maschili del film diretto da Ozon

Nella figura F4, Dany Boon, che ha preso parte al film “Mon crime – la colpevole sono io”.
Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0a/Dany_Boon_Cannes_2018.jpg

Trailer in versione originale : https://www.youtube.com/watch?v=NUtp_65lt5c
Trailer in italiano: https://www.youtube.com/watch?v=f8CsDrhHoC8

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com