Il Festival del su e giù

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Powell riesce ad affondare un mercato in ripresa.

Il comunicato del FOMC distribuito alle 19 ora europea di ieri sera confermava le aspettative del mercato con un aumento ulteriore dei tassi di interesse dello 0.75%, portando il range a 3.75%-4.00%: vale a dire il più alto livello dal 2008.

Anche se di aumento di tassi si parlava, il mercato appariva piuttosto soddisfatto di non avere avuto sorprese, e partiva al rialzo, toccando di nuovo quota 3900 con l’S&P500, dopo avere ondeggiato a lungo intorno alla fatidica quota 3888.

Al livello 3900 c’era un muro di call a scadenza in serata, la cui parte venduta reagiva con molta veemenza e perfetto tempismo, sfruttando l’onda negativa e la sostanziale delusione innescata da Powell durante la conferenza stampa seguita al comunicato. Diciamo che se era un piano per vendere meglio è riuscito perfettamente.

Powell è riuscito a deludere le aspettative ribadendo che i tassi finiranno di crescere quando saranno “higher than previously expected” … quindi più in alto di quanto in precedenza era previsto.

Fu quasi istantaneo l’afflusso di circa 2000 call, presumibilmente vendute, a 3900, che si aggiungevano a quelle già presenti su quel livello di prezzo. La discesa dei primi 50 punti fino a 3850 è stata questione di 3-4 minuti.

A 3850 c’era un supporto di put che ha resistito molto poco: un rimbalzino, un tentativo di tenuta… poi la delusione, o ciò che serviva perché apparisse una delusione, era troppo forte.

E così l’affondo fino a 3760 è stata questione dei 90 minuti successivi, prima della chiusura. Giusto tre punti sopra il minimo del 27 ottobre.

Tutto questo è avvenuto con una altalena di volatilità quanto meno sospetta. La volatilità è scesa subito nella fase della salita fino a 3900 e fin qui sembrava tutto normale.

Poi durante la discesa, l’aumento di volatilità è stato piuttosto contenuto. Quando parliamo di assuefazione al ribasso, credo che questo rappresenti perfettamente quello che è avvenuto ieri nell’ultima ora e mezzo.

Questo ultimo elemento mi fa dire che stiamo andando su e giù all’interno di un range, con tendenza al momento laterale. E che ci siamo trovati in mezzo ad un allegro su e giù speculativo dove alcuni hanno fatto molti soldi. Tutto regolare, quindi.

Quando la chiusura è di qualche punto sopra il minimo relativo recente, molto spesso segue una falsa rottura di qualche punto e un recupero del mercato. Se così dovesse essere, allora avremo la conferma che i grandi maestri del mercato ci hanno mostrato ancora una volta la loro capacità.

Nel portafoglio di Smart, la variazione di valore è stata insignificante. Quello che spaventa le strategie più deboli non spaventa di certo i modelli più robusti.

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P.S.: Nel webinar parliamo anche di VVIX: non è un errore di battuta, il VVIX è l’indice che misura la volatilità del VIX. Il VVIX ci fornisce delle informazioni preziose, anche di posizionamento: è considerato un leading indicator, quindi un indicatore previsionale.

Prevedevamo un 7-8 novembre con una possibile inversione almeno temporanea del trend, non sarà un massimo, sarà forse un minimo? Ora è un po’ difficile dirlo, la Fed ha mescolato le carte peggio di una analisi Montecarlo.

A proposito di analisi Montecarlo: nel webinar ti mostro come dopo 40 milioni di tentativi, la strategia di Smart che metteremo a mercato ha zero probabilità su 40 milioni che il prezzo possa raggiungere l’opzione venduta.

E anche come “l’ultimo miglio” delle opzioni, quello che tutti ti raccontano essere il più conveniente, non solo non lo è per nulla, ma è addirittura rischioso. E te lo dimostro con i numeri e non con grafici ludici.

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa