Dove va l’S&P500?

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Che botta, venerdì, sul mercato americano.

Un segnale, un aggiustamento di breve termine, un momento di paura, l’inizio di un panic selling?

Dal 5 novembre, l’area dei 4700 punti ha fatto da resistenza all’S&P500 future. Significativo il guizzo del 22 novembre che ha toccato quota 4740, per poi chiudere 20 punti sotto 4700.

Il tentativo di recupero del 23 e 24 novembre era deboluccio, ma faceva ben sperare in una settimana statisticamente favorevole quale è quella del ThanksGiving. Invece nel venerdì del Black Friday, il future andava a chiudere 100 punti sotto, sfondando 4600.

A memoria, un Black Friday così negativo non c’è mai stato.

La candela di venerdì è di quelle che fanno sperare un “buy the dip” di riposizionamento, con una risalita almeno momentanea. Ma potrebbe essere anche il preludio di un affondo significativo.

Nella prima ipotesi, l’area fra 4655 e 4665 sarebbe un punto interessante per rimettersi short, per seguire un almeno temporaneo trend ribassista innescato dal movimento improvviso e violento di venerdì.

E se si segue l’ipotesi ribassista, il primo target di breve sarebbe 4500, seguito da 4465: rispettivamente le medie mobili a 50 e a 100 periodi, nel valore presumibile in cui si troverebbero in tale ipotesi.

Dal punto di vista volumetrico, 4525 e 4435 sono a loro volta supporti importanti, in aree rispettivamente simili a quelle che l’analisi grafica ci fornisce.

Nel caso in cui venerdì sia stato un fuoco di paglia, ci sarebbe l’ipotesi inversa con un pronto recupero verso nuovi massimi.

Ci sembra piuttosto strano, dal punto di vista delle probabilità e riterremmo più verosimile che il movimento si concluda con un minimo che andrà a formarsi fra il 3 e il 10 dicembre.

Dopo tale minimo, non escludiamo l’idea di un rally natalizio, o di un recupero parziale.

Siamo peraltro dell’opinione che fra il 20 dicembre e il 20 gennaio il mercato andrà ad esplorare nuovi minimi importanti.

Nei prossimi giorni, a seconda del comportamento che vedremo sul mercato, saremo più precisi nel confermare o smentire tale previsione, corredandola dei relativi livelli di prezzo possibili.

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P.S.: Venerdì, il dollaro ha perso molto contro le valute europee e contro quella giapponese. Contro Canada e Australia ha continuato a tenere il passo di rafforzamento, complice la caduta del prezzo del petrolio. Attenzione alle onde d’urto di ritorno, i primi giorni della settimana saranno un manuale di trading.

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa