THEY CALL ME MAGIC: una docuserie sull’iconico sportivo Earvin ‘Magic’ Johnson, vita e carriera

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Esce il prossimo 22 aprile, su Apple TV+, ‘They call me Magic’, la serie Apple original in 4 puntate su Magic Johnson, uno dei più grandi giocatori di pallacanestro mai esistiti. L’ex-cestista statunitense è (stato) anche allenatore di pallacanestro, imprenditore e dirigente sportivo.

‘They call me Magic’ è, dunque, una serie biografica e dura sulle quattro ore totali. A dirigerla e co-produrla è l’americano Rick Famuyiwa. Cinque titoli NBA con i Los Angeles Lakers, un titolo NCAA con la squadra del Michigan State nel 1979, l’oro alle Olimpiadi nel 1992 e altri premi: è quanto il grande giocatore si è portato a casa. È stato, anche, proclamato per ben tre volte il miglior giocatore NBA e il miglior giocatore delle finali NBA. Fa parte dei 50 migliori giocatori della storia dell’NBA e appare nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Il numero che lo ha contraddistinto è stato il 32, quello della sua maglia quando giocava con i Lakers. La sua forza? Il palleggio. Ha più volte giocato come ‘playmaker’, nonostante i 2 metri e 6 centimetri di altezza[1]. Per coloro, come me, che non si intendono di questo sport tecnicamente ecco la descrizione di un paio di ruoli di gioco: il ‘Pivot’ o centro – generalmente affidato ai giocatori alti più di 2,10 metri e dotati di una certa stazza – mira a segnare, difendere, stoppare i tiri avversari; il ‘Playmaker’ o ‘Uno’ – affidato, di regola, al giocatore più basso della squadra, il quale abbia la maggior visione di gioco dall’interno – guida l’attacco della squadra, sapendo come trattare la palla[2]. Era, dunque, particolare che Magic Johnson giocasse nel ruolo di Playmaker. Un’altra caratteristica forte del giocatore cui la serie è dedicata riguarda l’antitesi fra il suo personaggio pubblico, con una personalità imponente, amante della videocamera, in cerca di attenzione e abituato alla folla, e la sua persona, con un’anima impaziente che rifuggiva da quanto appena elencato, tutelando il proprio privato. Proprio quanto al privato di Earvin, tre sono i suoi figli: Andre, nato da una relazione del campione precedente al matrimonio 41 anni orsono; El, nato nel 1992, figlio di Johnson e della moglie Cookie; Elisa, ventiseienne, adottata ad appena due anni dalla coppia.

F1) Locandina di They call me Magic


La figura F1 mostra la locandina in b/n, elegante e basica, della serie original di Apple.
Fonte: https://i0.wp.com/www.teleblog.it/wp-content/uploads/2022/03/Apple_TV_They_Call_Me_Magic_key_art.jpg?resize=474%2C267&ssl=1

Le origini e la carriera: NBA, 1979
I genitori di Johnson erano entrambi colletti blu, classe operaia. Il padre era nell’esercito. Così racconta lo stesso Earvin nelle interviste raccolte nella serie. Nove i membri della famiglia d’origine, oltre a Earvin e, naturalmente, ai suoi genitori: tre fratelli e sei sorelle. Secondo uno dei fratelli, Magic bambino, quando giocavano assieme, non voleva mai perdere. Al liceo, Earvin si era fatto notare nel gioco del basket e lì/così nacque il nomignolo Magic: ai tempi, appena quindicenne, viveva nello stato del Michigan con la famiglia. Quando chiesero alla madre del futuro campione se condividesse l’appellativo dato al ragazzo, lei rispose negativamente, preoccupata che chiamarlo ‘Magic’ potesse influenzarlo, appesantendolo con delle aspettative alte sulle sue capacità. Giunti al 1977, il soprannome, a dispetto dei timori materni, si rivelò indovinato e premonitore: in poco tempo, Magic Johnson diede l’annuncio alla stampa che avrebbe lasciato la squadra del liceo per entrare in un’altra: il ‘Michigan State’. Nel 1979, quando Magic aveva una ventina d’anni e già aveva vinto diversi campionati al liceo e all’università, venne selezionato, primo assoluto, dai Lakers nel draft NBA; si tratta dell’evento annuale della National Basketball Association (NBA) in cui trenta franchigie possono scegliere nuovi giocatori, che hanno minimo diciotto anni e, in genere, hanno frequentato il college[3]. Sempre nel 1979, alcuni giornalisti sportivi, Michael Wilbon e Jim Hill, affermano rispettivamente che ‘the NBA was considered too black’ e ‘the league was losing money and entrance’[4], mentre Stephen Smith, altro giornalista sportivo, aggiunge, in un altro frame della docuserie, che l’America del tempo era composta da un 77% di popolazione bianca e ‘people were not willing to embrace the ‘product’ into their livingrooms[5]’, facendo riferimento al problema del colore della pelle e di quanto culturalmente ne conseguiva. Insomma, per l’NBA non correvano tempi d’oro, anzi era piuttosto nel caos. E, per Magic, il grande sportivo di colore, non era tutto rose e fiori.

F2) Uno scatto di due campioni: Johnson e Jordan


Nella figura F2 Michael Jordan e Earvin Magic Johnson in pieno gioco.
Fonte:https://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/NOVA24/2018/10/27/Nova24/ImmaginiWeb/Ritagli/Michael_Magic-krHI–835×437@IlSole24Ore-Web.jpg

La famiglia di Magic Johnson
Nella serie tv dedicata a Magic, anche i sentimenti occupano uno spazio importante: sono quelli, in particolare, del giocatore per Cookie e i suoi 168cm di altezza. I due si sposarono nel 1991, quando entrambi avevano trentadue anni: a distanza di una trentina d’anni sono ancora uniti, anche se non si è trattata di una storia semplice e lineare; nel mentre è accaduto, anche, che si sono separati. Cookie riporta, in una delle interviste di They call me Magic, che a colpirla, alla prima uscita con Earvin, fu ‘how down on earth he was[6]. Le nozze non furono facili per il gigante di colore: un continuo rinvio con tanto di date sospese per la povera e paziente Cookie. Earvin dice con le lacrime agli occhi, in un altro momento della serie, che ‘she was the perfect woman for me. My father called me up and told me ‘you better marry that girl. God bless you with this woman, man. You won’t make a mistake, the biggest mistake of your life![7]’’. La coppia, nelle interviste, racconta, poi, dell’incontro fra lei e il primo figlio di lui, frutto di una sua precedente relazione con Melissa Mitchell, che, nel 1981, aveva dato alla luce Andre. Cookie dovette affrontare anche altre difficoltà di coppia: quando suo marito aveva iniziato a giocare con i Lakers, la sua personalità si era scissa, dice nella docuserie, ossia, se da una parte c’era Magic, dall’altra c’era il suo Earvin, colui di cui si era innamorata. Lo stesso Johnson dice nel prodotto Apple di essersi chiesto: ‘how do I give her all of me, when I give basketball all of me?’[8].

F3) Magic oggi e con la famiglia

 
Nelle figure F3a e F3b, Magic oggi e Magic con la sua famiglia a cominciare dalla moglie Cookie.
Fonte: https://biografieonline.it/img/bio/m/Magic_Johnson.jpg
Fonte: https://cms.afrotech.com/wp-content/uploads/2021/12/JohnsonFamily_Jason-LaVeris-1568×882.jpg

L’Aids e la lotta ai pregiudizi
Nel 1991, il campione, era il 7 novembre, annunciò pubblicamente di avere contratto il virus dell’HIV. Nel novembre 2021, Magic ha ‘festeggiato’ 30 anni di vita con l’Aids: con una salute un po’ altalenante, ma pur sempre restando in vita. Ai tempi, gli era stato comunicato dai medici, come viene detto in una delle interviste della serie, che avrebbe avuto solo qualche anno davanti a sé; non ne sapevano moltissimo. I pensieri e la paura travolsero Earvin e tutta la sua famiglia, d’origine e in costruzione, oltre che, naturalmente, la sua carriera. La moglie, giorno per giorno, si diceva: ‘we gonna make it through this day, we gonna have faith and we can do this’[9]. L’Aids, come viene fuori bene dalla serie, aveva aperto il discorso della lotta contro i pregiudizi. Johnson, a un certo punto, aveva fatto ritorno nella squadra: il rientro fra i Lakers non fu facile e fu mediaticamente osservato da vicino, ma divenne anche inspirational per altri giovani malati nel mondo. Il commento di allora del grande nr. 32 fu: ‘Basketball will never leave me’. Una volta tornato in squadra aggiunse: ‘Now I am in my element’. Dal rientro alla ripresa delle vittorie in campo il passo fu veloce: ‘I missed this. The game is over when the show has ended’[10] (Magic). Alla fine del terzo capitolo, l’ex presidente Obama, suo grande fan, parla, in un’intervista, di Earvin e dell’HIV: ‘He put pressure on the Governement and the medical establishment to take this disease seriously’. Magic creò una Fondazione ‘for Aids education and research’ nel 1991[11].

Analisi e recensione
They call me Magic è una serie biografica con una sequela di interviste inedite e di testimonianze da parte di vari personaggi, sia del suo più stretto entourage, famigliari inclusi, sia dai nomi altisonanti, anche appartenenti ad altri ambiti professionali, come nel caso dell’ex Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. They Call Me Magic – regia di Rick Famuyiwa, produzione XTR e New Slate Ventures in associazione con H.Wood Media e Delirio Films – regala un punto di vista nuovo sul giocatore, laddove Earvin va oltre i suoi primati sportivi, diventando un imprenditore di successo, ma, soprattutto, si ritrova a essere il simbolo e il mezzo di un radicale cambiamento culturale, incentrato sul modo di intendere e combattere l’HIV. Era l’epoca in cui l’AIDS spaventava particolarmente il mondo, che non se n’è liberato oggi, ma sa gestirlo e, forse, non ne parla poi così tanto, essendoci di ‘meglio’, ahimè, da rendere oggetto della comunicazione mediatica, dalla pandemia mondiale alla guerra che, speriamo, tale non diventi mai (più). Magic, dunque, è stato ed è tale, non solo per avere vinto 5 volte il campionato NBA con i Los Angeles Lakers, ma per il coraggio dimostrato su più fronti, incluso il rapporto con il secondo figlio, El. Per saperne di più e per approfondire quanto da me scritto fin qui, invito, dunque, a vedere la serie.

F4) Magic annuncia di avere contratto il virus dell’HIV


Nella figura 4 l’annuncio alla stampa da parte di Johnson di essersi ammalato di AIDS.
Fonte:http://images2.gazzettaobjects.it/methode_image/Video/2016/11/07/Varie/Foto%20Varie%20-%20Trattate/0e1eaede9adb83a5f72fea76ca6e74e4_169_xl.JPG

Conclusione: vederlo?
Sì. Mi sono già dilungata in proposito, ma, in breve, ecco i motivi: è Earvin, cioè l’uomo, che viene fuori, oltre e ancor più che il giocatore Magic; il protagonista, nonostante la malattia, è vivo(!); infine, è una serie breve e adatta a tutti: li ritengo due pregi enormi. Voto: 7,5.

Trailer in v.o. https://www.youtube.com/watch?v=7sgS3SssDX4

 

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Magic_Johnson

  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Ruoli_della_pallacanestro#Ruoli_classici

  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Draft_NBA

  4. ‘l’NBA era considerato troppo nero’ e ‘la lega sta perdendo soldi e entrate’

  5. Le persone non avevano intenzione di accogliere il ‘prodotto’ nei loro salotti’

  6. ‘era uno molto concreto, con i piedi a terra’

  7. ‘lei era la donna perfetta per me. Mio padre mi chiamò e mi disse ‘è meglio che ti sposi quella ragazza. Dio benedica te con questa donna, ragazzo. Non commetterai l’errore, il più grande errore della tua vita!

  8. ‘Come do tutto me stesso a lei se già do tutto me stesso al basket?’

  9. ‘Ce la faremo anche oggi, avremo fede e ce lo supereremo’

  10. La pallacanestro non mi lascerà mai’. ‘Ora sono nel mio elemento’. ‘Mi mancava tutto ciò. Il gioco termina quando lo spettacolo finisce.’

  11. https://en.wikipedia.org/wiki/Magic_Johnson_Foundation

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo. Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com