Cronaca di un giorno impossibile

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Almeno lui, è atterrato 

“Io ho 35 anni, incredibile… queste cose non sono mai successe …” (da un video di un canale youtube che commentava la conferenza FED di ieri sera).
 
Ragazzo, il vero problema è che tu non studi la storia. A scuola non ti hanno insegnato i valori fondamentali rappresentati dallo studio del passato.
 
La tua colpa non è di avere 35 anni. Ne ho quasi 30 più di te e tu sei molto più fortunato di me ad averne 35.
 
Ma sei colpevole di non avere mai analizzato quello che è accaduto nella storia economica mondiale e nei mercati finanziari da quando esistono.
 
Perché se avessi studiato la storia, capiresti perché noi abbiamo cominciato a parlare di stagflazione, anche in trasmissioni televisive nelle quali eravamo ospiti, fin dal luglio del 2021.
 
E in quel momento erano in tanti a chiederci che cosa fosse la stagflazione, perché, semplicemente se ne era persa la memoria storica.
 
Oggi anche i telegiornali parlano della stagflazione, l’inflazione galoppante che determina una necessità di raffreddare l’economia e quindi una possibile (?) recessione. E così inflazione e recessione insieme, circolo vizioso da cui è difficile uscire.
 
Queste cose, quelle cui facevi cenno, un aumento dei tassi consecutivo di 0.75 punti è abbondantemente accaduto. Pensa che un tale, di cui forse non hai mai sentito parlare, di nome Volcker, i tassi li ha alzati, negli Stati Uniti, fino al 21 e spiccioli percento.
 
Solo che in quel momento gli Stati Uniti avevano un debito di 840 miliardi di dollari. Un bruscolino rispetto al debito attuale.
 
Oggi i rischi sono maggiori, anche se la dinamica dei tassi non può raggiungere tali livelli parossistici.
 
Così, caro ragazzo, tranquillo: queste cose sono accadute e non ci sono mai stati atterraggi morbidi e non ce ne saranno neanche questa volta.
 
Non ce l’ho con te, sai. Ma se la memoria del mercato continuiamo ad averla drammaticamente corta, al mercato non sapremo mai reagire. Commetteremo gli stessi errori, ciclicamente, anche nei sistemi di trading.
 
Per esempio, nelle opzioni continueremo a vendere naked, opzioni nude, illudendoci che “intanto non ci arriva”, tipica scorciatoia veloce del nostro cervello. E continueremo a vedere conti sbancati.
 
Oppure venderemo spread “lontani” che lontani non sono perché al primo botto ci vengono bruciati, o strategie che sono già state seppellite dalla realtà del passato, ma che troviamo dovunque e presunti guru ci dicono che funzionano avendole provate solo sulla BeeTrader (assicuro, è così) e quindi ci proviamo e sembra che funzionino, ma non funzionano e bruciano i conti.
 
Se ti dico che un personaggio relativamente noto, senza avere mai fatto trading in opzioni ed avendo ammesso candidamente che gli erano state spiegate da poco, fra l’altro da un personaggio rivelatosi poi estremamente discutibile, ci ha proposto di fare un servizio di trading sulle opzioni ci puoi credere? Oggi ovviamente fa da sponsor al personaggio discutibile … Disgustoso, vero?
 
Dopo la giornata FED di ieri, quelle cose che “non sono mai accadute”, comportano che l’aumento dei tassi ora ha superato una soglia critica.
 
La soglia oltre la quale molti portafogli, di grandi dimensioni, girano la loro attenzione dall’azionario all’obbligazionario. E quando questo accade le borse soffrono.
 
Soffrono di carenza di acquisti, il fenomeno che abbiamo visto da inizio gennaio. Che non è panic selling: è molto diverso.
 
Un po’ di panic selling annunciato c’è stato a giugno. L’accelerazione ribassista aveva innescato, solo per qualche giorno, un fenomeno che non vedevamo da molto tempo, la corsa alla vendita.
 
Ma è durato poco, il mercato è stato salvato da una ondata di acquisti provenienti dai long term, che ha stabilizzato i prezzi e ha fatto ripartire il mercato con un rimbalzone di oltre 600 punti, conclusosi a metà agosto.
 
Ora, il mercato è più che mai rientrato in crisi di acquisti.
 
Mentre scrivo, dopo la chiusura del mercato americano, l’S&P500 naviga sotto 3800. La quota 3888 che ha resistito eroicamente ad un martellamento epico ora è rotta.
 
Ora c’è un debole 3750, per l’esattezza è 3764, ma è molto irregolare e così diciamo 3750, poi un 3700 e poi solo il doppio minimo a 3639. Voglia di sfondarlo? Può essere.
 
Nondimeno, ai livelli del doppio minimo, o forse più in basso, ci saranno di nuovo acquisti, in quantità forse inferiore a quelli di giugno, ma vedremo una possibile parziale ripartenza del mercato.
 
Ormai siamo in autunno e il mese terribile, settembre, passerà, con qualche strascico fino ai primi di ottobre: nei prossimi giorni parleremo degli algoritmi di tempo di ottobre.
 
Ho parlato, in precedenti articoli, del doppio minimo gennaio-marzo 2008: se ci fosse un doppio minimo consimile ora il mercato avrebbe un po’ di tregua. Poi nel 2008 è finita male, fino al marzo del 2009 … ma la tregua c’era stata e sembrava tornato temporaneamente il bel tempo.
 
E’ il momento giusto per parlare di un personaggio straordinario della storia del trading: Richard Wyckoff ci ha insegnato un modello perfetto di trading, che dopo 120 anni continua a mantenere la sua formidabile efficacia.
 
Sono proprio questi i momenti cruciali per capire il mercato: in un imperdibile webinar esaminiamo il DNA del mercato così come ce lo rivelò Wyckoff.
 
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P.S.: Il mercato ha reagito alle notizie FED con un su e giù mozzafiato. Prima 90 punti in basso poi un centinaio e più verso l’alto, poi di nuovo in basso, con molta incertezza a metà.

Il mercato ha deciso poi di prendere definitivamente la direzione sud e l’ha presa con molta decisione dopo che Powell, in conferenza stampa (quella che, chissà perché, nelle trasmissioni che commentano la FED, spesso viene trascurata) ha parlato con molta chiarezza degli intenti della FED: per la prima volta Powell ha ammesso che un “atterraggio morbido” è difficile (quello che diciamo da sempre), e ha anche ventilato la possibilità di una recessione a seguito del perseverare nell’aumento dei tassi.
 
In pratica, Powell ha ammesso che l’inflazione alta sfocerà in una stagflazione … finché la FED non riuscirà a riportare l’inflazione al 2%.
 
Ecco, ora Powell sta finendo di fare l’illusionista e annunciando l’impossibilità di un atterraggio morbido, ci ha mostrato che, almeno lui, è atterrato.
 
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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa