L’epopea degli idioti.
Primo mattino.
Nella giornata di ieri, 29 maggio, alle 3 del mattino giungeva la notizia bomba.
Un trio di giudici della Corte Internazionale per il Commercio dichiarava la maggior parte dei dazi di Trump illegali.
Per due ragioni:
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Trump avrebbe utilizzato la legge per l’emergenza nazionale, che consente di bypassare il Congresso. Ma secondo i giudici non c’è nessuna emergenza nazionale; se anche ci fosse emergenza nazionale, dovrebbe comunque essere il Congresso a decidere sui dazi.
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Quindi il Presidente, sempre secondo i giudici, avrebbe valicato la soglia dei propri poteri esercitabili.
Il mercato, fin dalla sessione asiatica ha reagito molto bene alla notizia.
Ormai tutto ciò che demolisce le tesi di Trump piace al mercato.
L’S&P500 future superava quota 6000, il Nasdaq brillava di luce propria e l’ottimismo si estendeva all’Europa.
Il DAX
Il Dax, nel corso della notte, andava a fare un nuovo massimo, al contrario di quello che pensavamo: nell’articolo pubblicato ieri sulle pagine di Borsa Magazine, sito dell’Istituto Svizzero della Borsa,
https://istitutosvizzerodellab
scrivevamo:
“Forse il massimo di maggio è fatto, ed è comunque un massimo importante.”
E ci sbagliavamo, il Dax ha fatto un nuovo massimo ieri.
Poi ci ha accontentato nella nostra visione perché è andato a fare un minimo più basso rispetto all’altro ieri.
Quindi una significativa barra outside.
La giornata prosegue
E gli investitori prendono atto che Trump e l’amministrazione è arrabbiatissima con i giudici.
Giudici che “non sono eletti” si permettono il lusso, sostiene l’amministrazione, di mettere i bastoni fra le ruote nientemeno che al Presidente.
Ma pazienza, che dico al Presidente.
A Trump ….
Già, in democrazia succede.
Qualcuno lo chiama il bilanciamento dei poteri, ma nell’era Trump non va più di moda chiamarlo così.
Sono veri e propri intralci al volere del Presidente, il quale è “eletto”.
E se anche non lo fosse, è comunque benedetto da Dio.
C’è quindi la solita frittata confusionaria.
Dazi sì o no?
I Bond e le Borse
Il future sul Treasury durante la notte scendeva in modo preoccupante.
E senza dazi, come li si paga gli interessi sul debito-monstre degli Stati Uniti?
Poi la grande arrabbiatura dell’amministrazione ha fatto il miracolo: il future dei bond recuperavano, mentre la borsa scendeva, cominciando dall’Europa, che per un attimo ha sognato di tornare al rapporto Europa-USA senza dazi.
Poi il sogno è svanito.
Così, mentre era lecito prevedere un botto rialzista di quelli tosti, ecco che l’azionario è sceso, praticamente per tutta la giornata.
L’S&P500 future è andato a ritestare i minimi del giorno prima sotto 5900 (5884 il minimo e 5889 il minimo del giorno precedente).
La chiusura ha recuperato qualche posizione fino all’area 5920.
Il DAX index è andato sotto 24.000.
E sì che il nostro sistema Iuppiter DAX lo considerava un supporto molto forte: così non è stato.
Il problema.
La confusione, l’incertezza non piace ai mercati.
L’idiozia anche meno.
Quella che doveva essere un’era di sviluppo e trasformazione è diventata un incubo per molti investitori disorientati.
C’è tempo per ritrovare la strada?
Sì, c’è tempo per ritrovare la strada.
Ma ritrovare la credibilità non sarà tanto facile.
Prospettive future
Sarà una V o una W?
Questo è l’enigma più serio che dobbiamo porci.
A questa domanda potrà risponderci il mese di giugno?
Noi crediamo che ci darà con tutta probabilità un orientamento molto concreto.
Perché le speranze per una V sono tutt’altro che svanite: anzi, i sintomi, anche di sentiment, sono molto buoni.
Se giugno va al ribasso e si limita ad un -4/-6% sull’S&P500 allora le speranze di una V aumentano moltissimo.
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P.S.: Noi non prendiamo posizioni politiche.
Noi commentiamo i mercati e le notizie che impattano su di essi, per diffondere Cultura e condivisione al nostro Pubblico.
Non ci importa assolutamente nulla del colore politico.
Ci importa, e molto, di quello che avviene sui mercati, perché vogliamo condividere con il nostro pubblico Cultura e Conoscenza.
I mercati odiano gli idioti, questo è l’irrisolto, forse irrisolvibile per il momento, problema del mercato.
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