Cosa succede a Est

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È innegabile che in questi ultimi decenni il nostro mondo stia cambiando molto velocemente. L’avvento della tecnologia ha creato delle possibilità, anche in termini di servizi, che fino a poco tempo fa erano impensabili. Un esempio è quello della creazione di Uber, che ha rivoluzionato il campo dei trasporti automobilistici, con non pochi problemi per il tradizionale lavoro dei tassisti. Ma anche la stessa Uber, creata nel 2009, comincia ad avere problemi con la concorrenza. Basta pensare all’indiana Ola Cabs, creata nel 2015 sulla falsa riga di Uber, che attualmente offre i suoi servizi non solo in India, ma addirittura nella stessa Inghilterra (ed anche in Australia e Nuova Zelanda). Ola è poi con il tempo diventata una grande multinazionale indiana, entrando ultimamente anche nel settore della produzione di scooter elettrici e apprestandosi a costruire la più grande fabbrica di scooter al mondo. Bhavis Aggarwal, il suo fondatore ed amministratore delegato, è consapevole delle potenzialità che si stanno aprendo sui mercati mondiali, ed ultimamente ha esortato gli imprenditori del suo paese a sfruttare una “opportunità unica” per conquistare gli investitori stranieri. Infatti le turbolenze derivanti dalle normative cinesi stanno creando non pochi problemi ai fondi di investimento globali. L’India è sempre stato un mercato asiatico promettente, ma di seconda scelta per gli investitori, in quanto il primo posto è sempre stato quello dell’investimento sul mercato cinese. Ma dopo la repressione del governo cinese anche sulle società tecnologiche, l’India sta sempre di più entrando nel mirino come alternativa per i gruppi di investimento esteri.

La raccolta di fondi delle start-up indiane è aumentata molto velocemente nel 2021 e nel terzo trimestre ha raggiunto 13,7 miliardi di dollari rispetto ai 7,2 miliardi di dollari del trimestre precedente. Anche i mercati finanziari indiani sono aiutati dai costanti afflussi di investitori stranieri. Ricordiamo anche la quotazione più grande di sempre dell’IPO (Initial Public Offering) di novembre 2021 del gruppo indiano Paytm, test per verificare se le start-up indiane possono ricreare il successo dei gruppi tecnologici cinesi (tra l’altro il più grande investitore in questa start-up, con una partecipazione del 30%, è la cinese Alibaba).

Secondo l’Asian Venture Capital Journal, per ogni dollaro investito nella tecnologia cinese, nel trimestre terminato a settembre 2021, 1,50 dollari è finito in India. Anche i mercati americani stanno cominciando a valutare il mercato indiano dopo che le IPO di società cinesi sul mercato statunitense sono peggiorate negli ultimi mesi a causa dei rapporti poco idilliaci tra Cina ed USA.

Ovviamente è presente anche il rovescio della medaglia. In queste situazioni le quotazioni di queste nuove aziende salgono fin troppo velocemente portando i prezzi a dei livelli che molte volte non sono sostenibili dai futuri risultati di bilancio, e che spesso non sono all’altezza di realizzare dei profitti in linea con le attese.

Guardiamo ora nella figura 1 l’impostazione dell’indice MSCI India in dollari nell’ultimo decennio. Possiamo notare che l’andamento è contenuto in un canale con inclinazione positiva fino al termine del 2020. Abbiamo poi avuto un periodo di consolidamento ed una rottura rialzista del canale con i prezzi che si sono successivamente appoggiati a dicembre del 2021 sulla loro media mobile a 40 settimane (a), per poi ripartire molto velocemente. Nello stesso tempo, anche il MACD, dopo aver rotto al rialzo la trendline ribassista (linea tratteggiata blu), si è velocemente invertito sulla stessa nel punto b indicando una situazione ancora positiva per quanto riguarda la velocità dei prezzi.

F1) Grafico con dati settimanali dell’indice MSCI India dal 2011 con Macd

Osservazione del trend storico decennale dei prezzi dell’indice MSCI India.
Fonte: elaborazione dell’autore

In figura 2, dove troviamo un grafico di breve periodo, possiamo sempre notare l’inversione dei prezzi sulla loro media mobile a 200 giorni a dicembre 2021 (a), che ha creato il presupposto per un trend rialzista nel breve termine che ha rotto anche la trend line ribassista di breve termine (c) che aveva creato una serie di insidiosi massimi ribassisti.

Possiamo poi notare che l’indice di forza relativa rispetto all’indici MSCI World ha rotto al rialzo l’ultimo trend di breve termine ribassista (b), contenuto in un canale rialzista che supporta l’indice del mercato indiano nel medio termine.

F2) Grafico con dati giornalieri dell’indice MSCI India dal 2021 e sua forza relativa rispetto all’indice MSCI World

Osservazione del trend di breve termine dell’indice MSCI India e verifica della sua forza relativa rispetto all’indice MSCI World.
Fonte: elaborazione dell’autore

Nella figura 3 viene evidenziata la forza dell’indice indiano che sta cominciando a mostrare i muscoli in termini di performance in euro anche rispetto all’indice S&P 500. Infatti nelle prime due settimane del 2022, che hanno visto la maggior parte degli indici mondiali puntare a sud con ribassi generalizzati, l’indice indiano ha realizzato una interessante perfomance.

F3) Grafico delle performances dell’indice MSCI India e dell’indice S&P 500 dal 2021

Indice S&P 500 comparato con le performances dell’indice MSCI India in euro da inizio 2021.
Fonte: elaborazione dell’autore

Concludendo, è innegabile che il mercato azionario indiano ha mostrato nell’ultimo periodo una forza, dovuta anche alla situazione particolare che hanno creato le manovre del governo cinese, che potrebbe non essere il classico fuoco fatuo di breve vita. Infatti nei mercati orientali le tendenze rialziste non hanno in genere delle finestre temporali molto lunghe. Questa però potrebbe essere l’eccezione che conferma la regola. Un importante spartiacque per il prezzo è sicuramente l’osservazione della media mobile a 200 giorni. Essa va osservata soprattutto in termini di inclinazione positiva, con il prezzo posizionato per la maggior parte del tempo al di sopra della stessa. Possiamo osservare nella figura 1, che nell’ultimo decennio i trend rialzisti sul mercato indiano si sono manifestati a cavallo fra il 2014 e il 2015, nel 2017-2018 e dal 2021. Possiamo inoltre notare che l’attuale trend ha la media mobile con una inclinazione positiva superiore a quella dei trend precedenti.

Non ci resta che verificare nel prossimo periodo se i connazionali di Bhavis Aggarwal seguiranno il suo importante consiglio.

Disclaimer: the above article is for general information and educational purposes only. It is not intended to be investment advice. Seek a duly licensed professional for investment advice.

Mario Valentino Guffanti

 

CFTe – SAMT Vice President – Swiss Italian Chapter
mario.guffanti@samt-org.ch