Corsa verso 5000 o pausa ormai prossima?

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Blended, in finanza, è bello.

Nell’articolo “Ultima settimana di dicembre: un grande enigma sui mercati”, pubblicato sulla rubrica Borsa Magazine dell’Istituto Svizzero della Borsa (https://www.istitutosvizzerodellaborsa.ch/ultima-settimana-dicembre-grande-enigma-mercati/ ), avevamo scritto:

“Se il 22 dicembre fosse un giorno da prudente piccolo rialzo, tale da non violare il massimo del 20 dicembre, con una di quelle candeline piccole, che si formano nei giorni di calma piatta dei mercati, tanto per andare a solleticare l’area dei massimi precedenti, ma rimanendone rispettosamente sotto, allora le condizioni che abbiamo visto successive al 26 luglio sarebbero le stesse.” 

Il 22 dicembre è stato così, con una apparente ripetizione della figura grafica di fine luglio, e allora ci chiedevamo (e ci chiediamo):

“I mercati riapriranno il 26 dicembre e si troveranno di fronte all’enigma, sarà di nuovo ribasso, come in agosto?”. 

Il target di questo movimento rialzista punterà sopra l’area 5.000.

Il movimento, finora, è stato caratterizzato da una forte anomalia: oltre 700 punti di rialzo senza sostanziali correzioni o fermate significative. Il quesito è: per quanto il mercato può reggere una galoppata di questo genere senza mai fermarsi?

Il Fear & Greed Index di CNN è balzato di nuovo nell’area iniziale dell’Extreme Greed a quota 77.

Dal 14 dicembre, l’indice Vix ha cominciato a premere sulla resistenza a 12.63, rompendola poi il 20 dicembre e mostrandoci un allungo fino a 14.49 il 21 dicembre.

Il 22 dicembre, il Vix arretrava di nuovo, mentre l’S&P500 ondeggiava nell’area dei massimi, ma in una condizione di volumi ridotti.

Nella scadenza tecnica del Vix, il terzo martedì di gennaio, il giorno 16, ci sono quasi 1,2 milioni di call nell’area degli strike fra 15 e 20: di queste, 32.000 sono affluite nella giornata di venerdì.

Fin dal weekend del 17 dicembre siamo stati allertati dai broker che hanno aumentato i margini, indizio evidente di aumento del rischio.

La stagionalità del Vix vede un minimo proprio in questo momento, a ridosso del Natale, un rimbalzo nel fine anno, relativa stabilizzazione fino alla prima decade di gennaio. Da quel momento in poi tendenza all’aumento della volatilità.

E il grafico del Vix mostra la situazione classica di inizio di aumento dei massimi relativi, cioè inversione possibile del trend verso il rialzo, dopo la lunga fase di bassa volatilità.

Il Vix9D, misuratore della volatilità delle opzioni a scadenza entro 9 giorni, aveva anticipato la pressione rialzista del Vix a cavallo della fine di novembre, ma l’alert era prontamente rientrato non lasciando traccia sostanziale della divergenza con il cugino Vix.

L’affondo improvviso dell’S&P500 verificatosi il 20 dicembre scorso è stato analizzato da più parti, perché apparentemente senza ragione.

Premesso che il mercato non ha bisogno di ragioni per scendere o salire, l’ipotesi che abbiamo trovato più accreditata, pubblicata anche da un articolo pubblicato sulla CNBC americana, è quella di una manovra fortemente speculativa attuata all’origine con decine di migliaia di opzioni call vendute sullo SPY.

Vedendo il grafico dello SPY e la relativa movimentazione delle opzioni, tale ipotesi sembra molto realistica.

Non è la prima volta che lo SPY concorre alle manovre di posizionamento del mercato, in questo caso sembra sia stato l’epicentro dell’azione, tanto da indurre un ribasso di 80 punti e più.

L’azione ha trovato, poi, probabile sostegno ribassista anche sulle opzioni dell’S&P500.

Resta da stabilire se si è trattato di un fatto isolato o di una prova generale: ovvero, il quesito che ritorna, se siamo di fronte ad un nuovo 26 luglio oppure se il mercato non ha per nulla voglia di prendere fiato. Lo sapremo nei prossimi giorni.

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Maurizio Monti

  Editore Istituto Svizzero della Borsa