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Come governare la paura per portare i mercati al crash

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La commedia di maggio

Lo spread BTP contro Bund è salito di circa 2.6 punti, da 188 a 190.6 nella giornata del 26 aprile.

Si tratta di una oscillazione relativamente normale, se non fosse che Goldman Sachs ha previsto il brutto tempo per il debito italiano di qui a fine anno, prevedendo un valore dello spread a 235 a dicembre.

Nella riunione della BCE del 4 maggio, il giorno dopo della conferenza FED, è previsto un aumento dei tassi dello 0.50%. Ma la causa principale del possibile aumento della tensione sui BTP, è la diminuzione degli acquisti sul mercato monetario da parte della BCE.

La previsione di Goldman Sachs era corredata anche di un “consiglio” agli investitori: un bello spread fra bond spagnoli contro btp italiani. Mancava solo che pubblicassero i valori precisi di ingresso e magari anche il timing migliore nella giornata.

Nel frattempo, uscivano titoloni riguardanti il “crollo” del titolo della First Republic Bank, a fronte di una emorragia di depositi di circa 100 miliardi.

La notizia usciva con “-50%” di crollo del titolo … in effetti da un valore medio della giornata di martedì di 11 dollari, il titolo usciva mercoledì a circa 5 dollari e mezzo.

Se si considera che il titolo il 2 febbraio valeva 146, sparare “-50%” perché da 11 è andato a 5.5 dice senz’altro la verità, omettendo che si tratta di una ulteriore discesa verso un tendenziale azzeramento del valore della banca, che, ormai ha parametri del tutto fuori controllo. E sicuramente racconta una verità di comodo, esposta in modo quantomeno originale.

Insieme con la notizia del “-50%”, uscivano dei rumors … Questi sono la parte più divertente: “la Casa Bianca non vuole salvare la First Republic Bank”. Che mi sembra il massimo della manipolazione possibile. Nemmeno la FED, la Casa Bianca si sarebbe messa di traverso …

Nel frattempo, si parla ancora poco nei canali ufficiali del litigio fra repubblicani e democratici per l’innalzamento del tetto del debito degli Stati Uniti, per evitarne il default tecnico o un intervento delle agenzie di rating per un downgrade del debito.

Questa è la bomba che si vuol far scoppiare quando il clima sarà già sufficientemente in tensione da notizie nefaste di corollario pompate ad arte.

C’è un sentiment di paura sotterraneo pronto ad emergere, questo è evidente.

Ma a me sembra che ci sia una volontà precisa e manipolatoria di istigare quella paura ad uscire.

E’ la preparazione del terreno per un bel ritracciamento o una bella discesa del mercato da manovrare nella seconda quindicina di maggio e nel mese di giugno.

Così, nulla di meglio dello “spettro” del debito italiano. Con il consiglio esplicito, di come farlo affondare il più celermente possibile.

Nulla di meglio della notizia del “-50%” di First Republic, data perfino come invisa alla Casa Bianca.

Così, attendendo la prossima bomba, per esempio qualche “rumor” di downgrade del debito degli Stati Uniti, (magari “prontamente smentito”, in modo da creare l’opposta sensazione di certezza), andremo dopo la metà di maggio verso un due-tre mesi di mercato bearish, che permetterà di riacquistare a prezzi molto più bassi e fare una volata verso fine anno o, magari, fino a primavera 2024.

Se i minimi di ottobre 2022 terranno (e secondo noi non verranno violati), a fine ciclo ribassista partirà il rally desiderato. Che ora non si riesce a far partire perché il mercato è troppo ingolfato e non ha ancora fatto un serio test dei minimi.

E allora, bisogna liberare quello che ora sta grippando il motore del mercato: bisogna farlo scendere e ricomprarlo dopo che i minimi del 2022 saranno stati confermati.

Lì tornerà un “insolito” ottimismo che porterà i mercati ad un rally, magari fino a 4500 di S&P500 a fine anno o nei primi mesi del 2024.

Nel frattempo, di qui alle prime tre settimane di maggio, aspettiamoci tutto ciò che può essere utile per governare il sentiment del mercato verso la paura.

E massimizziamo la prudenza, perché la scossa può essere molto forte.

Finito il terremoto, allora si tornerà a ragionare guardando a nord: anche perché ci sarà una grande convenienza economica a farlo da parte dei grandi istituzionali.

Che ora, invece, hanno interesse a comprare più in basso e sciogliere le incertezze che impediscono al mercato di salire. Con un bello strappo verso il basso, tutto si sistema.

Sto pensando male? Se mi sbaglio, farò ammenda.

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P.S.: Lunedì il titolo UBS è sceso per dati di bilancio poco confortanti. In realtà, la causa era da ricercarsi negli accantonamenti per far fronte alle cause legali negli Stati Uniti, dopo l’accorpamento di Credit Suisse.

Credo che nessuno poteva aspettarsi una UBS pimpante dopo essersi accollata un boccone amaro come Credit Suisse. Ha fatto l’affare del secolo, ma prima che l’affare maturi e la parte torbida dell’affare venga ripulita passerà molto tempo.

Però la caduta di UBS ha trascinato molte banche europee. E i commenti sono stati tutti molto piccanti, mettendo in discussione la solidità di UBS.

La chiameremo la Commedia di maggio. O forse di giugno, chissà.

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Maurizio Monti

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