Le borse salgono e il petrolio scende?

0
42

E’ arrivato il Pentagono

Dal 13 ottobre, abbiamo visto salire le borse in modo consistente.
 
Le borse europee hanno sovraperformato, udite udite, quelle americane, interpretando il ritardo strutturale, l’esposizione a gravi problemi energetici, il potenziale disastro economico dei prossimi 18 mesi come un segnale chiaro che i tassi, in Europa, non possano aumentare più di tanto.
 
Il mercato continua a funzionare alla rovescia, provando gioia dei fenomeni peggiori, purché la droga iniettata non finisca.
 
L’S&P500 ha toccato la quota 4050 circa, dai 3502 del minimo. 550 punti al rialzo, ma il Dax ha fatto di più, in proporzione.
 
Mentre le borse vivevano tale momento di euforia, quanto irrazionale lo sapremo presto, il petrolio non seguiva la china rialzista, anzi, sembrava essere correlato inversamente.
 
Mentre le borse toccavano il massimo di agosto, il petrolio toccava un minimo in area 87 dollari, dopo una discesa vertiginosa dai 123 dollari.
 
Di lì, mentre le borse cominciavano a scendere, il petrolio andava al rialzo, guadagnando quota 98 circa a fine agosto.
 
Poi, solo discesa fino a toccare il 26 settembre quota 77 dollari, e rimbalzo per fare un massimo relativo a 94 dollari circa il 10 ottobre, 3 giorni prima del minimo clamoroso delle borse del 13 ottobre.
 
Dopo l’ennesima discesa, nuovo rimbalzo per fare il doppio massimo a 94, il 7 novembre, e poi nuova discesa per ripiombare a quota 77 dollari circa: il disegno è quello di una M, con un doppio massimo, un doppio minimo e un valore intermedio di ritracciamento.
 
Biden deve essere il principale responsabile di tale andamento apparentemente illogico del petrolio. Dopo avere inondato il mercato di petrolio attingendolo dalle riserve militari, ora deve ricostituirle e anche alla svelta.
 
Così, il trader Biden non può comprare petrolio a prezzo più alto del valore medio al quale le riserve erano contabilizzate. E così, il petrolio deve volare basso per consentire al trader più importante del mondo di non fare figuracce.
 
E siccome parliamo di riserve strategiche, la cui ricostituzione è non solo necessaria, ma anche divenuta urgente, più il petrolio è basso e più il trader Biden farà un buon affare.
 
Il prezzo attuale, intorno a 77, è già un buon prezzo per gli americani: è su un supporto che al momento è faticoso da rompere, ma da un punto di vista tecnico, non sembra così improbabile che venga rotto per andare a toccare prezzi che non vedevamo da molto tempo.
 
Un supporto pari al 50% del grande range aprile 2020-marzo 2021 (minimo-massimo più recente) è a quota 67.
 
Appena più sotto un supporto tecnico molto forte è a 62.50 circa: e quest’ultimo noi pensiamo sarà il minimo di periodo che vedremo, probabilmente, entro la fine dell’anno.
 
Con un po’ di ulteriore decorrelazione temporale, vedremo probabilmente il petrolio risorgere e, forse, le borse scendere. Perché quando sul mercato arriva il Pentagono, altro che correlazioni storiche …
 
Ieri dicevamo: non solo borse. Oggi diciamo non solo commodities.
 
Infatti, è l’ultimo giorno di programmazione di un webinar imperdibile sul mercato dei crediti immobiliari, una innovativa fonte di potenziale profitto per gli investitori.
 
Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

P.S.: non perdere tempo con il mercato immobiliare tradizionale, denso di tasse, balzelli, complicazioni e sorprese. I crediti garantiti da immobili sono la vera nuova frontiera per gli investitori saggi.
 
Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

 

P.P.S.: Il 29 novembre, siamo in ITF, a Milano, al Palazzo delle Stelline in Corso Magenta. Ci trovi per tutto il giorno allo stand di Maurizio Monti Editore, e alle 16.15 alla Sala Chagall per un incontro col pubblico per parlare delle opzioni che userai per tutta la vita.
 
Clicca per iscriverti all’evento:

 
 

 

 

Maurizio Monti

  Editore TRADERS’ Magazine Italia