Speriamo sia un avvocato che se ne intenda
È stata una settimana piuttosto selvaggia sui mercati azionari di tutto il mondo.
Se esaminiamo il solo Dow Jones, osserviamo che nel giovedì e venerdì della settimana precedente aveva perso circa 1000 punti.
Sulle rassicurazione della FED in materia di tolleranza all’inflazione malgrado il crollo dei prezzi dei decennali, l’indice ha guadagnato circa 600 punti, per poi tornare indietro di circa 630 nei tre giorni successivi e poi, dulcis in fundo, ritornare al rialzo di 570 punti circa venerdì scorso, sui buoni dati del non farm payroll.
Premesso: confermo la mia opinione, sul fatto che sia uno stato estero ostile a vendere i decennali. Opinione, sia chiaro, non suffragata da prove.
La miccia è stata accesa in questo modo: poi, l’accelerazione è causata anche dai meccanismi patrimoniali delle grandi banche, detentrici di una quantità colossale di detti titoli, che vanno short sul future a scopo di protezione.
Banche che a questo punto avrebbero bisogno di una revisione dello Statutory Liquidity Ratio (SLR), come la FED concesse ad aprile 2020, per consentire alle banche stesse di espandere la possibilità di impiego del denaro, salvaguardando la loro redditività.
La FED non ha ancora concesso tale revisione e le banche reagiscono. Alle volte, rammentandomi che Powell è un avvocato e non un economista, spero vivamente che qualche basilare principio economico non venga clamorosamente sottovalutato.
Le parole d’ordine giuste continuano ad essere alternanza di euforia e panico: e osservando gli indici mondiali, le divergenze sono numerose, a cominciare dagli stessi indici americani, ormai sottoposti ad una evidente rotazione settoriale che indebolisce il Nasdaq e irrobustisce i titoli dell’economia reale.
In Europa, abbiamo visto l’AEX olandese andare in trend ribassista dopo il quasi doppio massimo storico toccato il 16 febbraio scorso. Nel contempo, il DAX il 3 marzo toccava un nuovo massimo storico. Lo Smi svizzero sembra essersi ritratto dal massimo storico del 25 gennaio. E il FTSE londinese è andato in fase laterale.
In Asia, tutti gli indici principali, Giappone, India, Cina e Hong Kong dopo il massimo storico del 18 febbraio hanno tutti all’unisono imboccato la via del ribasso. Accompagnati in modo perfettamente simile dall’ASX australiano.
Nel frattempo l’oro scende sempre più, forse ancora di tanto ma probabilmente non per molto, e il petrolio è protagonista di un formidabile rally stile tempi andati.
Il Dollaro/Yen è esploso a 108.63 esattamente 9 mesi dopo il livello consimile toccato l’8 giugno 2020. Gli ETF della Blockchain crollano, mentre il Bitcoin va in laterale e rimane all’interno dei due livelli madre fra 43.000 e 58.000.
Il 9 marzo scorso alle ore 10.30, siamo andati in onda con il Martedì della Borsa: una occasione imperdibile per analizzare i mercati e cogliere le migliori opportunità sui titoli di Borsa Italiana e sulle borse mondiali. Insieme con Giorgio Pallini, un momento di riflessione ed analisi per capire dove è diretto il mercato e se e quanto dobbiamo temere il crollo dei prezzi dei Bond americani.
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P.S.: Da alcune settimane andiamo dicendo che il 2021 sarà molto più “ondulato” del 2020. Intendiamo esattamente la situazione descritta sopra. Tanti binari del treno, che vanno su, che vanno giù e che alla fine rimangono lì per un bel po’ con il rischio di un botto dalla parte di sotto o di una esplosione rialzista improvvisa.
La candela disegnata dall’S&P500 venerdì scorso è statisticamente da forte ripresa rialzista. Ma la chiusura è esattamente a ridosso della resistenza dinamica. E quindi segnale rialzista da confermare. Stiamo in allerta.
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Editore TRADERS’ Magazine ItaliaMaurizio Monti