L’altro Crollo degli anni Venti

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Nessuno la conosce e la ricorda 

Come molte bolle della storia …

Dear Maurizio, Caro Maurizio …
 
Iniziava così una lettera-sermone che il mio caro amico americano Richard mi mandò alcuni anni fa.
 
Riguardava le bolle speculative. Mi diceva: alla fine, sono tutte uguali. Ma sai qual è il problema?
 
Il problema, insisteva Richard, è che l’uomo ha la memoria corta. Ma se impari a distinguere che cosa è una bolla, allora sul mercato hai vinto. Ti basta quello.
 
Nei giorni successivi, tornando sull’argomento, mi narrò una storia, che non conoscevo: mi è tornata in mente, leggendo un articolo recente che parlava appunto di bolle speculative, di un grande autore americano, a cui sono affezionato ed abbonato.
 
Degli anni ’20 conosciamo tutti la crisi della borsa americana del 1929. Quasi nessuno conosce una grande crisi avvenuta in precedenza, nel settore immobiliare, negli Stati Uniti,  proprio sulla metà degli anni ’20.
 
Fu un decennio ruggente per la storia americana. Il modello capitalista di Ford aveva diffuso benessere, stipendi alti, voglia di consumare, voglia di benessere nell’anima degli americani. Le automobili e la radio erano il simbolo di un paese in grande prosperità.
 
All’inizio del secolo, la Florida aveva 500.000 abitanti, e Miami circa 5.000. Nel 1920 la popolazione era raddoppiata a un milione di persone. La Florida si preparava ad affrontare la grande sfida di essere la Costa Azzurra d’America.
 
La classe media americana era in piena espansione e la Florida assumeva sempre più l’immagine di un paradiso del sole e del mare. I prezzi delle case cominciarono a lievitare.
 
Due uomini d’affari americani, fiutato il business colossale che si sarebbe profilato, cominciarono ad investire massicciamente in pubblicità, per costruire una immagine da sogno della Florida. Uno di loro, George Merrick, spese 3 milioni di dollari in appena 12 mesi per la campagna pubblicitaria: una cifra immensa per l’epoca.
 
Arruolò qualcosa come 3.000 venditori e da quel momento flotte di autobus di compratori vennero in Florida da New york, Chicago e perfino da San Fancisco.
 
Carl Fisher, l’altro businessman, creò fantastici resort in Miami, e promosse una campagna pubblicitaria con un gigantesco cartellone in Times Square: “E’ Giugno a Miami”.
 
Nel 1925, a Miami si contavano 25.000 agenzie immobiliari. I prezzi dei terreni edificabili si erano decuplicati di prezzo in 5 anni.
 
In quell’anno, due terzi delle vendite di case in Florida avvenne per corrispondenza, a investitori che non erano mai stati in Florida.
 
Furono inventati in quell’occasione i “Binder”. I Binder erano delle opzioni call di acquisto, che richiedevano il versamento di un deposito non rimborsabile che attribuiva la possibilità di esercitare il diritto di acquisto entro 30 giorni.
 
In realtà, i Binder venivano rivenduti, creando un incredibile mercato di carta, che generava profitti a chi lo sapeva manovrare: la vendita del Binder era chiamata “flip”, così uno poteva comprare un Binder e rivenderlo ad un prezzo maggiorato ad un altro soggetto.
 
Molti binder venivano compravenduti più volte addirittura nello stesso giorno: il sottostante di quel binder era un immobile, che, alla fine, qualcuno avrebbe comprato. Oppure no.
 
Il ritorno alla realtà avvenne nel 1926: nel settembre di quell’anno un uragano causò 400 morti a Miami. E per dire che la sfortuna alle volte ci vede anche troppo bene, scoppiò di lì a poco una epidemia di vaiolo che coinvolse tutta la zona.
 
Con l’epidemia di vaiolo, scoppiò anche la bolla e i prezzi tornarono bruscamente alla realtà.
 
In realtà la Florida di oggi ha ancora segni evidenti di quella bolla. Perché, in realtà le bolle operano delle trasformazioni permanenti (forse solo quella dei bulbi olandesi costituisce una eccezione in tal senso).
 
Così, quando oggi investi in una azione Tesla, sei consapevole che si tratta di un titolo che rappresenta una grande innovazione: l’arrivo dell’auto elettrica su larga scala. Quindi, sicuramente trasformerà il nostro stile di vita. Questo non garantisce nessuno che quel titolo porterà un guadagno effettivo agli investitori che ci hanno creduto.
 
Quando compri un titolo speculativo, che è chiaramente in una bolla, ricordati dei Binder.
Forse guadagnerai. Ma attenzione a quando arriva l’uragano.
 
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Maurizio Monti

 

Editore TRADERS’ Magazine Italia