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Il cataclisma occupazionale negli stati uniti e la fine del sogno dell’“atterraggio morbido”

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La FED è sull’orlo di un cambio drastico?

I mercati finanziari globali sono stati travolti dallo shock. Il report sulle Non Farm Payrolls (NFP) statunitensi ha mostrato dati così deboli da ribaltare completamente la narrativa economica dell’ultimo decennio.

Nel mese di agosto sono stati creati appena 22.000 nuovi posti di lavoro, ben al di sotto delle attese di 75.000 e il livello più basso registrato dalla crisi finanziaria globale. A ciò si aggiunge l’aumento del tasso di disoccupazione e la stagnazione dei salari, fattori che hanno demolito la teoria dell’“atterraggio morbido”.

Ora la Federal Reserve si trova di fronte a un dilemma molto più grave: gli Stati Uniti sono sull’orlo di una recessione, tanto da costringerla a tagliare i tassi di interesse in modo drastico e immediato?

Questo scenario apre prospettive di forte svalutazione per il dollaro e di un possibile cambio di rotta in tutti i mercati.

 

Analisi fondamentale: i dati reali e il dilemma della FED

Il rapporto sull’occupazione di agosto non è solo deludente: è un campanello d’allarme. Ecco perché ha scatenato una reazione così violenta sui mercati:

  1. Crollo della creazione di lavoro. I soli 22.000 posti aggiunti rappresentano un segnale inequivocabile di perdita di fiducia da parte delle imprese e di una frenata economica molto più profonda di quanto previsto.
  2. Aumento della disoccupazione. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, segnalando un rapido indebolimento del mercato del lavoro. Questo incremento inatteso rafforza l’idea che l’economia stia perdendo slancio.
  3. Salari fermi. La crescita dei salari orari mensili (+0,3% MoM) resta stabile. Se da un lato questo allevia la pressione inflazionistica, dall’altro conferma che il potere d’acquisto delle famiglie non sta migliorando.

Alla luce di questi elementi, la Fed non può più sostenere a lungo la retorica “hawkish” del higher for longer. Il rischio recessione appare oggi molto più concreto rispetto a quello di un’inflazione persistente. Non a caso, i mercati prezzano ormai con una probabilità del 90% un taglio dei tassi già nella prossima riunione di settembre, con la possibilità che le misure siano persino più aggressive delle attese.

 

Conclusioni, opportunità e rischi per i trader

Il dato NFP di agosto 2025 rappresenta un vero spartiacque per i mercati. L’intera narrativa si è ribaltata e la Fed è sotto una pressione enorme per intervenire rapidamente.

  • Opportunità: il nuovo scenario apre la strada a un dollaro molto più debole rispetto alla maggior parte delle valute e agli asset rifugio come l’oro. La rottura di livelli tecnici chiave sul DXY conferma che la tendenza ribassista del biglietto verde potrebbe proseguire.
  • Rischi: l’incognita principale resta la reazione della Fed. Se la banca centrale dovesse temporeggiare prima di intervenire, potremmo assistere a una correzione temporanea dell’euforia del mercato. Inoltre, se altre economie globali dovessero mostrare segnali simili di indebolimento, il potenziale di apprezzamento delle loro valute contro il dollaro risulterebbe limitato.

In definitiva, i trader dovranno monitorare con la massima attenzione le prossime dichiarazioni dei membri della Fed: saranno cruciali per capire se ci troviamo di fronte all’inizio effettivo di un ciclo di tagli o soltanto a una correzione momentanea. La volatilità resta estrema e la capacità di adattarsi velocemente a questo nuovo scenario sarà la chiave del successo.

 

Luis Carlos Marin Pinzon
Ingegnere industriale alla “Universidad de América” in Colombia, Senior Trade Analyst con oltre 3 anni di esperienza in operazioni e analisi di mercato. Ha conseguito corsi certificati in Trading Professionale e Trading in Borsa, Gestione e Amministrazione di Portafogli nella Borsa Valori Colombiana (BVC), Principi di Investimento, Fondamenti di ETF, Analisi Tecnica Avanzata nel Gruppo Messicano Stock Exchange (GBM) e Fondamenti di Trading e Strategie Avanzate di Trading presso il Market Traders Institute (MTI).

 

Leggi anche L’ultima ora di Maurizio Monti “Mercato del lavoro USA: la cattiva notizia è arrivata”

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