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La sentenza del mercato.

 

Tormentoni recenti.
Il tormentone vissuto dal dollaro nella giornata del 16 luglio la dice lunga sulla reazione dei mercati qualora Powell dovesse, per qualunque ragione, abbandonare il suo ruolo nella FED prima della scadenza naturale del mandato, prevista per maggio del 2026.

Sono pronti infatti una intera mandria di yes-man impazienti di sostituirlo.

Il giochino di un portavoce della Casa Bianca che fa intendere l’imminente licenziamento di Powell, poi smentito da Trump (“salvo che non ci sia una frode”), è sembrato un test per verificare la reazione del mercato. 

I Bond hanno reagito male, con il trentennale che ha superato di nuovo la soglia critica del 5%.

E anche l’azionario è sembrato per un paio d’ore uscire dalla imperturbabilità di cui si è vestito nelle due settimane.

Trump sta quindi valutando quale sia il minor danno: tenere Powell con una politica dei tassi sensata ma disallineata al volere del Presidente, oppure sostituirlo (magari infamandolo di frode – a causa delle spese eccessive per la nuova sede della FED) con uno yes-man (preferibilmente incompetente purché obbediente).

Il mercato ha fornito il suo parere.

 

Stagionalità di correlazione.
Nell’articolo riservato agli abbonati a Traders’ Magazine pubblicato l’1 giugno scorso

https://www.traders-mag.it/azionario-in-caduta-in-giugno/

abbiamo rappresentato la proiezione dell’S&P500 fino a fine anno con un modello calcolato sulla base della correlazione degli anni passati rispetto ai primi cinque mesi del 2025.

Su tale modello, facciamo alcune osservazioni. 

Il periodo 21 luglio – 29 ottobre presenta una lateralità significativa, con una massima oscillazione statistica del più o meno 5% circa, e una oscillazione media del più o meno 3%.

C’è un solo outlier statistico in tale dato, che vede un affondo del 12%, verificatosi nel 2015, che è uno degli anni compresi nel modello.

Seguendo il valore statistico prevalente, dovremmo attenderci il ritracciamento più profondo nell’area dei 6000/6050. 

Nella Classroom del 15 luglio scorso, abbiamo spiegato come il ciclo rialzista sul mercato americano iniziato il 7-10 aprile cominci a dare alcuni segnali di cedimento, nell’ambito della forte lateralità sviluppatasi negli ultimi undici giorni di borsa.

E’ stato il Dow Jones il primo a cedere le armi, rispetto alla baldanza del Nasdaq e all’equilibrio raggiunto dall’S&P500. 

Il future di quest’ultimo ha toccato il massimo storico a 6343 il 15 luglio 

La proiezione fornisce un valore di massimo di ciclo fra 6398 e 6428, se il massimo già fatto non dovesse già esserlo. 

Secondo il modello il periodo 23 luglio – 28 luglio ha circa un 70% di probabilità di essere ribassista (la chiusura del 28 luglio inferiore a quella del 23 luglio).

Prolungando il periodo fino al 5 agosto, le probabilità ribassiste e rialziste si equivalgono.

 

Algoritmo temporale.
Il giorno 4 agosto appare essere quello più esposto ad un picco relativo di volatilità: un po’ come avvenuto nei weekend del 4-7 luglio e dell’11-14 luglio, il venerdì e il lunedì a cavallo del fine settimana sembrano essere moderatamente più perturbati.

Difficile interpretare se il 4 agosto sia un giorno isolato o un affondo da ritracciamento iniziato in precedenza.

E’ anche possibile si tratti di una correlazione con i dazi che dovrebbero andare in vigore dall’1 agosto.

E’ sempre lo stesso algoritmo che proietta sul periodo 25 agosto-8 settembre un ulteriore picco possibile di volatilità e di perturbazione del mercato.

 

WEBINAR
Se hai perso il webinar di giugno sui certificati a cura di Stefano Cezza, te lo riproponiamo: ne vale la pena perché ha avuto un buon riscontro,

puoi vederlo direttamente dopo l’iscrizione, nel momento in cui ti fa più comodo.

 

P.S.: Nei prossimi articoli, esamineremo altri modelli che ci riveleranno altri particolari sui mesi di agosto e settembre. 

Tutte le date delle proiezioni vanno interpretate con necessarie approssimazioni di 2-3 giorni. 

Ora parliamo di certificati, clicca per iscriverti e guarda subito il webinar.

 

 

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