I prossimi minimi.
Quella del 18-19 aprile non è stata una notte tranquilla.
Una strana notte di guerra, una guerra che potremmo definire dimostrativa: Israele ha voluto dimostrare all’Iran di poter arrivare all’interno del suo territorio.
Ricorda un po’ quello che fece J.F. Kennedy nel 1963, per evitare che la crisi dei missili di Cuba si trasformasse in una guerra mondiale fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica: dimostrare forza, offrendo all’antagonista una via d’uscita non umiliante. Come poi è avvenuto.
Prima che il mercato capisse trattarsi di una dimostrazione di forza, più che di un attacco vero e proprio, è passato parecchio tempo.
Anzi, ad esaminare il grafico dell’S&P500 sembra che qualcuno fosse molto bene informato, visto che la discesa è iniziata prima del momento in cui la notizia, peraltro molto frammentaria, è stata diffusa in Europa.
In orario di Chicago, alle 18.30 del 18 aprile, cioè alle 1.30 europee, l’S&P500 violava il supporto del minimo della sessione di contrattazione della giornata del 18 aprile, dopo un’ora e mezzo di discesa che aveva portato il future da 5050 a 5038.
Il supporto è stato rotto senza esitazioni e ha dato origine ad una ininterrotta discesa fino a 4963, livello toccato fra le 20.30 e le 21 di Chicago: cioè prima delle 4 del mattino ora europea.
Consideriamo che nei notiziari delle 6.00 del mattino ora europea si parlava di notizie frammentarie, ritenendo che l’attacco fosse stato effettuato fra le 4 e le 4.30: cosa che non quadra granché con l’orario della discesa dell’S&P500 che mezzora prima ha toccato il minimo dopo ore di ribasso.
La volatilità è salita in modo deciso alle stelle, anche se non c’era l’indice Vix a misurarla, perché di notte il Vix non è attivo.
Il valore delle opzioni dell’S&P500 è semplicemente impazzito per alcune ore, con spread bid/ask molto larghi e un clima da guerra mondiale imminente.
Nelle ore successive, l’S&P500 è andato al rialzo fino alla riapertura del mercato americano, andando a posizionarsi in quella zona 5050 in cui aveva chiuso nel giorno precedente: una classica figura di chiusura del gap, che ha permesso il riposizionamento ai grandi operatori.
La volatilità era tornata sui valori del giorno precedente e il Vix misurava 18/19 punti.
Poi, ha atteso come spesso fa, l’orario di chiusura delle borse europee, e ha cominciato a scendere, andando a sondare l’area 5000.
Il supporto 5000 non è stato violato, malgrado alcuni tentativi.
L’affondo notturno ha fatto atterrare il future sulla media mobile a 100. E’ il sesto giorno consecutivo di ribasso dell’S&P500.
Nel nostro articolo “Aprile anomalo: cambierà?” pubblicato il 14 aprile sulla rubrica Borsa Magazine dell’Istituto Svizzero della Borsa, avevamo individuato tre diverse ipotesi di minimi possibili per l’S&P500: si è verificata la peggiore e per di più con almeno un giorno di anticipo. La nostra proiezione era la seguente:
“3) Il minimo potrebbe essere raggiunto nella settimana 22-26 aprile. In questo caso, il livello più probabile potrebbe essere proprio la media mobile a 100 periodi, in viaggio nella zona 4950.”
La media mobile a 100 periodi è stata toccata a 4963 il 19 aprile, un giorno di trading prima del 22, data minima della nostra previsione.
Nei prossimi articoli, parleremo della settimana a venire.
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A fine ottobre del 2023, prima del grande rialzo, l’indicatore aveva toccato la cifra record di circa il 9%, un livello così basso da indicare un eccezionale ipervenduto.
Il valore attuale è sotto il 30%, valore che equivale a quello di metà ottobre del 2023. Ci stiamo avvicinando ad un minimo possibile.
Ne parleremo ancora.
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Editore Istituto Svizzero della BorsaMaurizio Monti