La lotta ai “Bias”

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Nella mente di ognuno di noi. Nella mente di ognuno di noi, qualunque cosa faccia, albergano i “bias”: I pregiudizi che ci dicono prima ancora che tutto abbia inizio, come andrà a finire quella cosa che non è ancora cominciata.

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Se andate al Nord e venite dal Sud pensate di sapere come si ragiona al Nord, e viceversa: uno splendido e assai divertente film con Claudio Bisio è quasi un paradigma dei pregiudizi regionali che ancora vivono tra Italiani.

Se dovete assumere una colf, per dire, la sceglierete per quello che vi aspettate da lei e non per quello che lei in effetti sa fare, più o meno bene, salvo ricredervi.

In un altrettanto bellissimo film con Ugo Tognazzi e Romy Schneider, in cui lui era il padrone di una fabbrica, il quale si innamorava della sua affascinante operaia, lui dice a lei di “saper riconoscere i figli di put**** appena li vedo sulla soglia del mio ufficio, nei venti metri che li separano da me”.

E così via, riconoscere ed estirpare bias dalla nostra mente è come fare gli acchiappafantasmi a New York, per restare in metafore cinematografiche.

Tutto ciò vale di sicuro per tutta la nostra vita, e c’è da chiedersi se può valere anche per il nostro trading.

Me lo domando ogni volta che scelgo un ingresso: ho notato che tendo a preferire momenti di distribuzione, e cerco di vedere gli upthrust perché so (o meglio: suppongo) che se il movimento parte è di sicuro più rapido, come se la forza di gravità valesse anche per il cambio euro-dollaro o sterlina-yen, e perciò ottenesse il doppio effetto di limitare l’esposizione al rischio e di vedere materializzare il mio profit in minor tempo. Inoltre, se mi va contro, penso (o meglio, sento) che un cambio in buy mi lasci più tempo per pensare e prendere decisioni giuste (per esempio: sopporto il drawdown o esco?)

Bisogna chiedersi se in noi alberga un “discesista” che vuol vedere soltanto quei movimenti che lo confermano nella sua percezione cognitiva, o se invece l’introduzione di un’analisi non emozionale del grafico davanti a noi possa correggere questo tipo di distorsioni. Il tema del bias discesista, niente affatto per inciso, è richiamato da Elder nel suo imperituro “Trading for a living”.

Non è finita.

Esiste un “bias della perfezione” che rischia di essere molto pericoloso se non combattuto a dovere. Scatta quando le cose stanno andando bene, e l’operazione si sviluppa secondo le attese. Uno crede di avere capito come andrà…. e resta dentro un trade che sta andando bene, convinto di poter accettare i drawdown e che il trend lo premierà, ma il tempo di un algoritmo non è mai quello che la nostra mente è disposta ad accettare, ed ecco che invece di consolidare il profit, quest’ultimo decresce quando il time frame si allunga, fino ad evaporare come neve al sole. Il bias non si arrende nemmeno davanti all’evidenza: i mercati moderni sono più rapidi di quelli di qualche anno fa e creano o bruciano fortune con rapidità, si “girano” in base agli algortmi che li programmano o quando un vero market mover scende in campo con forza, il che può avvenire anche più di una volta nella giornata o nella settimana.

Combattere il bias dell’operazione perfetta non è semplice. Serve mantenere il focus su quello che dice l’analisi multitimeframe senza combinare malamente analisi a “lungo” con analisi a “corto” termine. Serve sapere quando uscire, usando bene il money management e controllando il rischio. Serve combattere la fame almeno quanto la paura.

Conclusione
Il trading retail non è mai un lavoro pulito fino in fondo, non c’è perfezione algoritmica o discrezionale che consenta di prevedere tutto fino alla fine. Molti trade da pochi pips sono meglio, oggi, di un solo trade da molti pip che dura a lungo, anche se uno mantiene basso il rischio e usa i trailing stop.

Estirpare i bias nel trading si può: basta avere gli strumenti giusti nella propria cassetta degli attrezzi.

 

Fabrizio D’Amico

Fabrizio D’Amico, 58 anni, è dirigente d’azienda, ex giornalista professionista. In passato ha lavorato per organismi internazionali, aziende pubbliche e private, occupandosi di comunicazione d’impresa. Laureato in Scienze Politiche, si è diplomato ai corsi master della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi.

Si occupa di trading sul Forex dai primi anni 2000, considerandola la sua seconda attività. Ha seguito i corsi Master dell’Istituto Svizzero della Borsa a partire dal 2019, rendendo molto più sistematica e solida la sua esperienza di trading. Segue i mercati tutti giorni.

Nel tempo libero gioca a golf e pilota il simulatore del Boeing 737/800, essendo titolare di licenza di pilota privato con abilitazione al volo strumentale.

 

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