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Segnali di trading con chiare probabilità di successo

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Michael Geke

Il Dr. Michael Geke ha trascorso quasi vent’anni nel campo del software e della consulenza business. Dopo aver completato il suo dottorato, ha lavorato sui modelli di simulazione. Dal 2011, impiega l’analitica big data e i modelli matematici intelligenti per sviluppare sistemi di trading sul mercato finanziario. Con l’aiuto degli algoritmi, dei modelli matematici intelligenti e dell’analisi dati, Geke intende portare i processi e i compiti del mondo finanziario ad un livello superiore per fare quindi trading con redditività. Con FinTech Traderama (www.traderama.com) consegue l’obiettivo di rendere gli investimenti attivi per investitori privati il più semplici possibile e di scacciare via la paura dagli investimenti sugli stock. Vede il suo servizio di segnali come un assistente digitale per notificare ai trader le attuali opportunità e limitare lo spazio per gli errori. Marko Gränitz lo ha incontrato per un’intervista.

TRADERS’: Il suo approccio al trading si basa sul concetto di reversal trading. Come è arrivato a questo?

Geke: Mi piacerebbe approfondire. Perché prima bisogna chiedersi come investitori, su cosa vogliamo fare trading e per quali mercati e strumenti abbiamo un’affinità. Si tratta forse di stock, bond o piuttosto materie prime? Poi bisogna trovare l’orizzonte temporale sul quale si vuole essere attivi. Questo include day trading, swing trading e investimenti sul lungo termine. E solo come terzo punto arriva la scelta del giusto metodo per il proprio approccio al trading. Qui faccio differenza fra due grossi campi: Trend following e Reversal Trading. Io mi concentro chiaramente sul Reversal Trading, poiché ha molti vantaggi nell’area dello swing trading.

TRADERS’: Quali sarebbero in confronto al Trend following?

Geke: Il problema con le strategie di Trend following è che necessitano di molto tempo e se hanno successo portano profitti relativamente alti almeno 2 o idealmente 3 volte le perdite medie. Questi grossi guadagni sono importanti perché le strategie di trend following hanno un hit rate basso. Inoltre, non bisogna perdersi nemmeno un trade se possibile, poiché proprio quel solo trade potrebbe essere uno dei pochi dai profitti enormi. La strategia di inversione è molto meglio in confronto. Nelle fasi di prezzi oversold o overbought, si affida ad un contromovimento che riporta il mercato in equilibrio. Il reversal trading presenta hit rate significativamente più alti e richiede molto meno tempo perché la posizione raggiunga il suo obiettivo. Dato che il lato short delle equity è molto difficile e a malapena redditizio per il trading, io mi concentro esclusivamente sul lato long nel reversal trading.

TRADERS’: Quindi attende che i prezzi cadano e poi scommette su un contromovimento verso l’alto. Come sa quando arriva il momento per fare il suo ingresso?

Geke: Per questo eseguo continuamente i miei calcoli per ciascuna azione in base allo storico dei loro prezzi, da cui posso determinare un tipo di “probabilità” con la quale si verifica una svolta al punto rispettivo. Per questo uso i dati giornalieri dal 1995 come base. In aggiunta al puro cambio di prezzo, sono incluse anche le variabili importanti come la volatilità e il volume di trading. Se c’è un declino di prezzo sufficientemente forte per uno stock, la probabilità di un contromovimento aumenta in questi calcoli. A seconda dell’aggressività con la quale voglio fare trading, potrei, ad esempio, assumere una posizione con una probabilità del 75% di contromovimento imminente. Questo viene poi associato nelle statistiche di trade con l’obiettivo di ottenere un hit rate del 75% sul lungo termine.

TRADERS’: Quindi quando raggiunge una probabilità sufficientemente alta di svolta imminente, lei acquista con i prezzi in caduta e anticipa l’inversione di prezzo.

Geke: Sì, perché invece di attendere un segnale di inversione riconoscibile e, ad esempio, aspettare che l’analisi tecnica indichi il concreto inizio di questa inversione, io mi regolo a seconda della distribuzione probabilistica sottostante. Inoltre non è importante se è prevista l’uscita delle cifre trimestrali per lo stock rispettivo il giorno dopo oppure se ci sono altre notizie in sospeso. O prendo posizione sul prezzo programmato oppure no. Se il prezzo sta già andando verso l’alto, non entro nemmeno. E se c’è un gap verso il basso, l’entrata potrebbe venire innescata un 5% più in basso rispetto agli ordini limit, cosa che io vedo come un vantaggio. Sul lungo termine, per la mia esperienza, questi eventi creano un contributo notevolmente positivo al ritorno per la strategia di inversione.

TRADERS’: Supponiamo che l’idea funzioni e il corso vada veramente a invertirsi, quand’è che esce di nuovo?

Geke: Proprio come per l’entrata, c’è una distribuzione di probabilità anche per l’uscita. Ma questa volta si tratta di vedere se il prezzo continua a salire. Con il progredire del contromovimento, il mercato si riequilibra ed il vantaggio della posizione long esistente diminuisce. L’uscita ha luogo non appena la probabilità di un ulteriore aumento di prezzo è solo di circa il 50%. Spesso avviene piuttosto in fretta, quindi i trade di successo di solito vengono chiusi dopo tre o quattro giorni.

TRADERS’: Ha anche fatto ricerche per scoprire se avrebbe senso un’uscita step-by-step?

Geke: Sì, i risultati sono in generale comparabili. Ciò si applica anche agli ingressi. Ma mi piace entrare e uscire dal per tenere le cose più semplice possibile. Questa è sempre stata la mia filosofia. Non dovrebbe essere più complicato del necessario.

TRADERS’: Con quali tipi di ordine entra ed esce?

Geke: Essenzialmente uso i limit order. L’ingresso è tale che nel giorno del segnale viene generato un ordine buy limit per la giornata seguente. Il limit è tale da offrire un livello di ingresso attraente, ma non può essere raggiunto e il trade non ha luogo. Questo serve ad assicurarsi un buon rapporto possibilità/rischio. Gli ordini di ingresso vengono eseguiti in media con una probabilità del 50%, cosicché infatti solo un ordine ogni due diventa anche una posizione reale. Qui, ci si perde il trade perché il prezzo era già aumentato (troppo) prima. Se, dall’altra parte, l’ordine viene eseguito come pianificato, verrà posizionato un ordine di limit sell sul mercato alle giornate di trading seguenti. Questo sell-limit che corrisponde all’obiettivo vincente del trading è esattamente sul prezzo dell’azione, dove la probabilità di un ulteriore potenziale verso l’alto è solo del 50%. Quindi sto ottimizzando il risultato generale e assicurandomi che il profitto sia abbastanza grande, e che l’uscita venga inoltre raggiunta spesso prima che il prezzo possa nuovamente abbassarsi. La mia esperienza è che non bisogna essere troppo avidi con questa ottimizzazione nel reversal trading e preferire dei trade più sicuri con profitti moderati.

TRADERS’: Cosa succede se l’obiettivo di prezzo non viene raggiunto?

Geke: L’obiettivo di prezzo viene regolato quotidianamente a seconda della distribuzione probabilistica sottostante. Quindi, se l’obiettivo di prezzo non è stato raggiunto il primo giorno dopo l’ingresso, il mio sistema calcola un nuovo obiettivo di prezzo ideale per la giornata seguente, che potrebbe essere leggermente più alto o più basso rispetto a prima, a seconda della situazione. Se l’obiettivo di prezzo non viene ancora raggiunto dopo qualche giorno, questo è un chiaro segno che il mio setup è “alla fame” ed il trade non presenta un vantaggio significativo. Allora abbasso significativamente l’obiettivo di prezzo per uscire il più rapidamente possibile.

TRADERS’: E se il prezzo continua a cadere appena dopo l’ingresso, senza svoltare?

Geke: Per ogni trade, c’è un livello di uscita specifico, che è anch’esso basato sulla distribuzione di probabilità. Se il prezzo cade al di sotto del prezzo di chiusura, il giorno dopo esco con un limit order o alternativamente direttamente all’apertura del mercato. Anche il livello di stop viene ricalcolato giornalmente per le altre posizioni, perché i titoli talvolta si alzano brevemente e poi continuano a cadere.

TRADERS’: Quindi lei non è un fan degli ordini stop-loss.

Geke: Il problema degli stop fissi è che vengono spesso eseguiti intraday a prezzi molto sfavorevoli e poi arriva un recupero sul breve termine. Perciò, nella maggior parte dei casi è meglio piazzare l’ordine di uscita al giorno seguente. Tutto sommato, è meglio farlo, anche se ciò può occasionalmente portare a perdite veramente ingenti. Perciò, consiglio a tutti di fare trading con una leva massima di tre. A proposito, la mia opinione sugli ordini di stop-loss è differente per i day trader che fanno trading sui future. Qui gli stop sono essenziali a causa del leverage alto.

TRADERS’: Lei fa trading anche con setup intraday sui future. Può dirci qualcosa sulle sue strategie in quest’area?

Geke: Occasionalmente faccio trading anche sul FDAX o Indice Americano dei future nella fascia intraday. Qui uso due logiche sviluppate da me. Una strategia di breakout per giorni di trend molto distinti, oppure uso una strategia di inversione in una finestra a termine molto breve sui futurei.

TRADERS’: Ha qualche ulteriore approccio?

Geke: Nell’area di investimento a lungo termine, uso anche un sistema che chiamo “Long Term Run Algo (LTR)”. A differenza dei sistemi descritti sopra, le posizioni di successo vengono trattenute molto più a lungo, fino a 300 giorni o più. Ma solo se il trade sta andando molto bene. Le posizioni che non scorrono bene vengono rapidamente rivendute. All’inizio sembra contraddittorio, ma è una caratteristica molto speciale di questo metodo. Anche se la LTR è anche un sistema di inversione per quanto riguarda l’ingresso nel trading, si trasforma sempre di più in un esempio di trend following mano a mano che la posizione diventa più sostenibile. Per questo scopo, viene considerato il registro dei profitti delle posizioni aperte in relazione ai profitti realizzati, con lo scopo di consentire solo i declini più piccoli possibili nella curva del profitto realizzato.

TRADERS’: Con quali strumenti implementa questa strategia?

Geke: Il modello LTR può essere tradato con stock, ETF o certificati di investimento. I certificati con leverage o CFD si possono usare nel reversal trading descritto sopra, oppure, per gli investitori conservativi, le azioni.

TRADERS’: Quale pensa sia il motivo per cui emergono tali inefficienze e quindi le opportunità di trading per la strategia ad inversione?

Geke: C’è l’equo valore di uno stock e c’è l’equo valore “percepito”. Queste due dimensioni non sono sempre identiche e possono talvolta differire significativamente. In aggiunta, strutturalmente, i mercati possono comportarsi meno bene per un breve periodo, come ad esempio quando la liquidità è limitata. Questo talvolta porta a reset di prezzo significativi quando un aumento dell’offerta incontra una domanda limitata e alla fine arriva lo short-selling. Tuttavia, ad un certo punto nel trend verso il basso esistente, i venditori scompaiono e i prezzi diventano più alti non appena abbastanza compratori trovano affascinante il livello di prezzo ridotto. Allora quando gli short seller iniziano a recuperare le proprie posizioni (acquistandole anche loro), può rapidamente salire fino a che il mercato ritrova nuovamente l’equilibrio. Questo è lo sfondo dei setup ad inversione. Incidentalmente, i cali di prezzo di febbraio e dicembre 2018 sono stati esempi perfetti di tutto questo.

TRADERS’: Nel reversal trading, lei fa trading principalmente con stock liquidi tedeschi e statunitensi. Le inefficienze non sono ancora più grandi per gli stock più piccoli, e quindi il setup pagherebbe ancora di più?

Geke: Si potrebbe affermare questo, ma c’è un tranello: se il volume di trading è troppo sottile, sarà molto difficile trovare una stima di probabilità ragionevolmente accurata per il punto di inversione. Mi riesce difficile supporre quando un setup sembra essere sufficientemente vantaggioso per fare un trade. Una possibilità sarebbe di usare solo i movimenti più estremi e, ad esempio, entrare con una probabilità di inversione stimata al 90%, cosa che potrebbe anche funzionare, tuttavia, allora avremmo solo pochi trade l’anno, ed ecco perché questa strategia non è in realtà molto affascinante. La tendenza dei segnali ad essere più imprecisi (e perciò peggiori) viene mostrata da un confronto fra gli stock DAX (segnali buoni), gli stock MDAX (segnali moderati) e gli stock Tec DAX o SDAX (segnali cattivi). L’implicazione è che i miei algoritmi si comportano molto meglio sugli stock liquidi rispetto a quelli meno liquidi e che perciò con il trading ad inversione bisognerebbe fare trading solo sui primi.

TRADERS’: Lei ha menzionato le cadute di prezzo del 2018 come esempi. Non era per lei troppo presto, con l’ingresso basato sulla probabilità, l’ingresso nel dicembre 2018? Come si sono comportati i sistemi durante questo periodo?

Geke: Come ho detto, non c’è una probabilità del 100% di successo. Perciò, ci saranno sempre delle fasi dove, sfortunatamente, posso sbagliarmi. Ma non si guarda ad una singola fase o ad un mese, ma ad un periodo di 100 o 200 trade. Si tratta di ottenere un hit rate del 70-80% ed ottenere un ritorno positivo medio sulla totalità dei trade. E dicembre 2018 è stato un mese nel quale la mia metodologia si è comportata peggio a livello statistico. Questo è stato inoltre dovuto a un volume di trading molto basso e alle distorsioni esagerate del mercato. Quindi alla fine i trade erano in rosso. Tuttavia, il 2018 è stato un anno di grande successo in generale.

TRADERS’: Nei ritorni, tuttavia, viene di nuovo richiesto che ci siano realmente dei declini per produrre dei segnali affascinanti. Cosa succede in un anno come il 2017, quando la volatilità quasi si ferma?

Geke: Il calcolo della distribuzione probabilistica include parte della volatilità di mercato attuale, quindi anche qui c’è una specie di aggiustamento. Ma è vero che una volatilità maggiore nel mercato è più redditizia per il sistema ad inversione poiché i contromovimenti sono semplicemente più pronunciati e le ampiezze sono più grandi prima che il mercato ritrovi l’equilibrio. E specialmente in un mercato bear, gli aumenti interni possono essere massicci. Ecco perché il 2008 è stato l’anno migliore nei miei back test. In un mercato bull long, d’altra parte, si può fare meglio con una strategia sul lungo termine come il sistema LTR descritto prima.

TRADERS’: Come gestisce il fatto che, alle volte, esistono pochi segnali o nessuno quando la volatilità è bassa, e poi all’improvviso ce ne sono tanti contemporaneamente quando il mercato ingrana?

Geke: La dimensione delle posizioni, con le quali vengono convertiti i segnali, sono idealmente sempre le stesse e dovrebbero essere determinate in anticipo. Dato che so quanti segnali possono verificarsi, mi preparo di conseguenza. Se ho a che fare con un sistema con tanti segnali, ad esempio, anche con una probabilità di un contromovimento del 70%, allora l’hit rate è significativamente più basso e le posizioni dovrebbero essere più piccole. In un sistema con segnali migliori, filtrati meglio con una probabilità dell’80%, le posizioni individuali possono essere leggermente più grandi. In aggiunta, è naturalmente possibile filtrare ulteriormente i segnali utilizzando ad esempio gli strumenti di analisi tecnica come le zone di supporto e resistenza, gli schemi grafici, o gli indicatori che non si sposano con le mie considerazioni probabilistiche. Un buon metodo a mia opinione è anche quello delle divergenze degli indicatori in confronto allo sviluppo di prezzo.

TRADERS’: Ha qualche altro consiglio per aiutare i principianti del trading?

Geke: Io paragono il trading alla guida. C’è bisogno di un insegnante che sappia come muoversi e dal quale si possano imparare degli approcci al trading significativi e le regole più importanti. Inoltre, c’è bisogno di un sistema di navigazione, quindi delle chiare regole per l’ingresso e l’uscita, invece di fare trading alla cieca. E naturalmente, ci vuole moltissima pazienza e disciplina per rispettare realmente l’approccio di trading scelto, specialmente nelle fasi difficili. Ecco perché mi piace chiamare le buone strategie di trading “assicurazione contro gli illeciti”. Quelli che prestano attenzione a queste cose possono, con una buona strategia, approfittare in maniera selettiva e sistematica delle opportunità ogniqualvolta queste si rendono disponibili, e rimanere fuori dal mercato per il resto del tempo. Questa flessibilità strategica è anche un vantaggio rispetto ad un investimento fisso in fondi che sono investiti in ugual misura sia in tempi buoni che in tempi cattivi. Tuttavia, potrebbe anche avere senso trattenere i fondi o le ETF come investimento core e investire parti più piccole del portafoglio nelle algo-strategie (il cosiddetto “approccio core-satellite”).

 

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