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IO, CAPITANO di Matteo Garrone sulla piaga delle migrazioni non vince agli Oscar 2024 ma vale

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Una bella immagine del film “IO, CAPITANO” di Matteo Garrone, candidato all’Oscar per il miglior film straniero. Credits: Greta De Lazzaris. Fonte: Biennale Venezia 80, materiale stampa

Due ragazzi giovanissimi, due africani con delle famiglie alle spalle e tanti sogni davanti a sé. Due cuori che battono alla sola idea di prendere uno di quei barconi per toccare il suolo italiano e, così, trasformare la loro ambizione professionale in realtà, in un progetto concreto capace di farli guadagnare, anche per aiutare le rispettive mamme. Due cugini ignari di enormi pericoli – non tanto per mare, quanto per mano di gente senza scrupoli – che, però, non riescono a fermarli. Voto: 8,5.

Ci ha provato Matteo Garrone, con questo prodotto, a guadagnarsi la statuetta d’oro al miglior film straniero, ma non ce l’ha fatta: a batterlo è stato il polacco “La zona d’interesse”, diretto da Jonathan Glazer, già applaudito al festival di Cannes 2023. Quasi una trentina le candidature ottenute dal film di Garrone, fra cui, anche, il Leone d’oro, un Golden Globe, più coppe Volpi. Ai prossimi David di Donatello, che si terranno il 3 maggio, arriverà con ben 14 statuette. Protagonisti del film a tema sociale sono Seydou Sarr, che si è aggiudicato il Premio Marcello Mastroianni come attore emergente a Venezia 80, e, bravissimo anche lui, Moustapha Fall.

Trama
“IO, CAPITANO” si incentra sul viaggio pieno di pericoli e avventure affrontati dai cugini e grandi amici Seydou e Moussa, i quali, l’uno su convinzione dell’altro, decidono di partire dalla senegalese Dakar per l’Europa; idealmente per l’Italia, terra di realizzazione dei loro sogni musicali. Attraversano l’impervio deserto. Rischiano continuamente sfruttamento e violenze da parte di banditi, ma anche di uomini di legge. Quando raggiungono la Libia, meta importante del loro lunghissimo viaggio, finiscono nei relativi centri di detenzione, terribili. Finalmente, fra mille trasbordi a terra, a un certo punto affrontano il pezzo più temuto: la traversata in mare. E la cosa peggiore è che a portare la barca scalcagnata e riempita di poveri cristi è l’inesperto Seydou.

F1) Una scena quasi onirica del film di Garrone

Nella figura F1, Seydou_Sarr_and_Khady_Sy in un momento di “IO, CAPITANO”.
Credits/Fonte: Biennale Venezia 80, materiale stampa

Analisi & recensione
Il film ci fa conoscere due ragazzi che, sì, sono del Senegal e vivono in condizioni diverse da quelle forse della maggior parte degli europei, popolo cui loro ambiscono per un cambio di vita, ma che nessuno costringe a partire; due adolescenti mossi solo dai loro grandi e meravigliosi sogni a dispetto dell’inevitabile sofferenza data dal distacco da casa, in particolare dalle loro mamme. Si vogliono bene, si aiutano, crescono insieme in un’esperienza che li cambia fin dall’inizio, camminano mano nella mano verso un futuro agognato e, più o meno, ce la faranno: questa è la storia che Garrone abilmente racconta nel suo film, ossia non è la tragedia che conosciamo dai servizi televisivi a essere messa sul grande schermo, ma un altro modo umano di trovarsi su quei barconi. L’invito del regista è quello di rivedere la nostra posizione nei confronti di chi dagli stessi scende ogni giorno sulle nostre coste e spiagge. Il cast è ben scelto e, soprattutto, diretto. Il film è principalmente in senegalese e francese, oltre a un po’ di inglese qui e là: scelta comprensibile, comunque coraggiosa e da mentalità molto internazionale e poco italiana. Garrone si conferma regista impegnato e, stavolta, capace di raccontare, con una delicatezza che ne permette una visione estesa, una storia di violenza, ahimè, ispirata a fatti veri. Del resto, il titolo “IO, CAPITANO” è l’espressione uscita da un ragazzo alla cui vicenda Garrone si è ispirato per la trama. Voto: 8,5.

F2) Locandina di “IO, CAPITANO” di Garrone

Nella figura F2 la locandina del film.
Fonte: Biennale Venezia 80, materiale stampa

Il regista, le sue note
“Io Capitano nasce dall’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questa odissea contemporanea e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha.”

(Fonte: Pressbook Biennale Venezia 80, materiale stampa)

Conclusione

F3) Matteo Garrone con Seydou Sarr al Photocall a Venezia 80
Nella figura F3 Photocall regista e attore principale di “IO, CAPITANO”.
Credits: Jacopo_Salvi. Fonte: Biennale Venezia 80, materiale stampa_-_Foto_ASAC

L’isola di Lampedusa attrae il turismo legato alla terra, al tepore estivo prima che sia estate, alla natura un po’ selvaggia, al concetto di vacanza in una perla italiana circondata da acque cristalline che raccontano di paradiso. Eppure, proprio su quei litorali arrivano a frotte costantemente poveri uomini, donne, vecchi e bambini, bisognosi di cure e di una possibilità reale e pacifica di vita. Va avanti così da anni in questa spettacolare isola siciliana dalle due facce. Il film ci mostra la nobiltà d’intenti di alcuni giovanissimi che lasciano casa di propria spontanea iniziativa per realizzarsi e rischiano il tutto e per tutto pur di mettere piede in Europa, in Italia, forse iniziando con Lampedusa. Il film è attualmente visionabile in streaming su una delle piattaforme. Non smettiamo di riflettere.

 

Alessandra Basile

Attrice e Autrice. Ha collaborato con la Comunicazione Corporate di un’azienda. Ha una formazione in Life coaching (per un periodo ICF) e una laurea in Giurisprudenza. Presiede la Associazione Effort Abvp con la quale ha interpretato e prodotto diversi spettacoli teatrali a tematica sociale, fra i quali una pièce contro la violenza domestica, ‘Dolores’, della cui versione italiana è co-autrice Siae. Ha scritto ‘Films on The Road’, un libro sul cinema girato in Italia, edito Geo4Map. Scrive di film e spettacoli teatrali con l’occhio dell’Attrice, il suo primo mestiere, e intervista persone e personaggi, soprattutto del mondo dello spettacolo.

Email: Alessandra.Basile@outlook.com Sito web: www.alessandrabasileattrice.com

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