Home Autori Maurizio Monti Conosci il VVIX? quello con due V

Conosci il VVIX? quello con due V

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Passa l’aspirapolvere sul passato.

Il Vix, detto indice della paura, è l’indice diffuso in tempo reale dal CBOE americano per misurare la volatilità delle opzioni dell’S&P500.

E’ un indicatore importante, in genere inversamente correlato con l’S&P500: un aumento sull’indice Vix, significa un aumento della volatilità, cosa che più frequentemente avviene nelle discese del mercato.

Un indicatore ritenuto anticipatore di quanto avviene sul Vix è il VVIX (non è un errore di battuta, è come il Vix con la doppia V all’inizio). E’ meno conosciuto, ma vale la pena di approfondirlo.

Il VVIX misura la volatilità della volatilità: cioè la volatilità del Vix.

E’ estremamente interessante constatarne alcune correlazioni con l’S&P500.

Alla chiusura del mercato americano di ieri sera, il VVIX aveva un valore di 81.17.

E’ un valore statisticamente molto basso: come dire la volatilità attesa sul Vix è in questo momento su valori minimi. L’altro ieri il VVIX aveva toccato un minimo a 79.17, due punti ancora più in basso.

Per trovare un valore consimile, dobbiamo risalire al 29 luglio scorso, con un minimo a 78.73 e una chiusura, il giorno dopo molto più in alto a 86.43, un balzo di quasi otto punti da un giorno all’altro.

Per ritrovare un valore precedente di minimo sotto quota 80, dobbiamo risalire molto più indietro, alla settimana del 22 luglio 2019. Da un punto di vista dei mercati, un’era geologica fa.

Ora, il VVIX che aumenta significa una prospettiva, teorica, di aumento della volatilità sul Vix nei successivi 30 giorni. E ricordiamo ancora, il Vix che aumenta significa molto probabilmente il mercato che va al ribasso dopo un massimo.

Nella settimana del 22 luglio 2019, l’S&P500 future si accingeva a violare quota 3000. Cosa che avveniva nella settimana successiva: a fine luglio, il mercato toccava un massimo sopra 3000 e crollava poi di 250 punti, atterrando sull’immancabile media mobile a 200 periodi.

Il minimo del VVIX ha coinciso, quindi, non con il massimo, ma con una anticipazione di un massimo importante che si sarebbe verificato a distanza di circa 7-10 giorni.

Veniamo a tempi più recenti e al minimo citato sopra del 29 luglio 2022.

In quel giorno l’S&P500 future toccava quota 4144, in piena fase di ripresa dopo il minimo del 16 giugno.

Seguiva una fase di lateralità, di alcuni giorni, seguito da un ulteriore guizzo in alto del mercato che perdurava fino al 16 agosto.

Da lì il mercato crollava giù pesantemente fino al drammatico minimo del 13 ottobre, giorno destinato a passare alla storia.

Con una variazione di qualche giorno e una significativa differenza di magnitudine, dovuta alla differenza fra un storno all’interno di un mercato rialzista e un’onda negativa in un mercato ribassista, si è ripetuta la stessa figura del 2019: cioè, il minimo del VVIX ha anticipato di qualche giorno un massimo importante dell’S&P500, a cui è seguita poi un’onda ribassista significativa.

La differenza in tempo è stata fra 7-10 giorni nel 2019 e di 18 giorni nel 2022.

Ora, come detto, il VVIX ha toccato un minimo importante l’altro ieri, 26 ottobre, minimo da cui è risalito nella giornata di ieri. Anche questo, esatta ripetizione, almeno in apparenza, del minimo del luglio 2019 e del minimo del luglio 2022.

Nel luglio del 2019 il mercato ha fatto un +2% circa prima di toccare il massimo da cui è sceso. Nel luglio 2022, il mercato è salito di circa il 4% prima di arrivare al top del 16 agosto.

In entrambi i casi, questo è avvenuto dopo una pausa di lateralità o un piccolo storno, e ieri è avvenuto uno storno, che ha riportato l’S&P500 ben sotto i 3800 punti.

Se la storia si ripetesse, e non è detto, ovviamente, che si ripeta allo stesso modo, dovremmo aspettarci un rialzo del 2-4% dal minimo dello storno di ieri (o dal minimo di quando finirà lo storno). Nel contempo, un po’ di lateralità del VVIX e al momento del top un aumento deciso con nuovi massimi relativi del VVIX rispetto ai 10-16 giorni precedenti.

Proviamo a dare date e livelli. Se supponiamo a 3750 il minimo dello storno, la massima estensione al rialzo sarebbe fino a 3900, prima di un’onda ribassista: in realtà questo livello di prezzo è stato già (quasi) toccato il 26 ottobre, esattamente in coincidenza con il minimo del VVIX.

I casi sono due: il massimo del rimbalzo in corso è stato già toccato a quota 3897 (all’incirca 3900, come detto sopra) e la discesa è già iniziata. Consideriamo questa come l’ipotesi meno probabile.

Oppure, e secondo noi è quella con maggiore probabilità, c’è ancora un prosieguo del rimbalzo destinato a durare fino al 5-10 novembre e, se così fosse, la magnitudine sarebbe maggiore dei casi precedenti: probabilmente un +4% dal massimo del 26 ottobre, che significherebbe quota 4050 circa.

In questo ultimo caso, a quota 4032 il giorno 8 novembre (giorno che i nostri sistemi danno come giorno potenziale di inversione) transita la linea di resistenza, mostrata più volte nei nostri webinar, che proviene dal minimo del 6 marzo 2009 e che contraddistingue un punto di riferimento storico fra rialzo e ribasso del mercato.

Che cosa avverrà poi, sarà materia di discussione prossima.

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