Trading e psicologia: 5 regole per ridurre il rischio volatilità nelle performance

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23 maggio 2018Riceviamo da Money.it e pubblichiamo per i nostri lettoriDopo diverse settimane di attesa, con gli investitori istituzionali alla finestra in vista dell’individuazione della nuova maggioranza di Governo, Borsa Italiana ha vissuto nelle ultime sedute alcuni momenti di nervosismo e volatilità. Dalla chiusura del 15 maggio a quella del 18, il FTSE Mib ha lasciato sul terreno il 3,5% del suo valore, circa 850 punti. Dai massimi di periodo del 7 maggio scorso la flessione è stata del 4,40%, quasi 1.100 punti.Rispetto ai veri picchi di volatilità registrati nel corso dell’ultimo decennio, solo per citare i più emblematici dal 2008 in avanti si ricorda il fallimento di Lehman Brothers, la crisi greca, lo spread BTP-Bund e la Brexit, il quadro attuale non sembra al momento poter preoccupare i trader. Anzi, la volatilità rappresenta la linfa per l’attività di trading degli investitori. Movimenti borsistici come quello che ha caratterizzato il mercato azionario statunitense nel 2017 sono, salvo certe eccezioni, la peggior cosa per un day trader.Se è vero che dunque la volatilità è amica intima del trader, è altresì vero che la mancanza di consapevolezza e di studio di essa rovina le performance degli investitori, intaccandone molto spesso il capitale più importante: quello psicologico. Questo vale sia per operazioni che si muovono nella corretta direzione del mercato che ancor più per quelle in sofferenza. E’ però possibile imparare a sfruttare a proprio favore la volatilità, con poche semplici regole che mirano ad non far esporre l’investitore a un rischio eccessivo e non controllato.La prima regola per affrontare un mercato con volatilità è quella di tagliare la size con cui ci si muove sul mercato. Volatilità più elevata richiede stop più larghi e fare trading con la size tradizionale potrebbe avere ripercussioni negative sul fronte della gestione del money management.La seconda regola è quella di non esagerare con la grandezza delle proprie posizioni nei momenti in cui invece la volatilità si restringe su valori storicamente molto bassi. Ci si deve sempre ricordare che la volatilità è come una molla che si ricarica e dopo periodo di tranquillità torna all’improvviso. Avere una posizione troppo grande, nella convinzione che tanto i mercati non si muovono, potrebbe costare molto caro se costruita sulla direzione sbagliata…La terza regola essenziale per affrontare la volatilità quotidiana, sia essa bassa, media o elevata, è quella di conoscere fin dall’avvio delle contrattazioni quella che è stata la volatilità nel corso delle ultime 22 sedute di Borsa nei diversi timeframe, scalando da quella giornaliera fino al timeframe usato nell’attività di trading. Questo consente di adeguare l’individuazione dei propri target sia in termini di tempo probabilmente richiesto per arrivare all’obiettivo sia in termini di fixing dell’obiettivo stesso. Se so che mediamente il sottostante in esame si muove tipicamente di 5 ticks su un timeframe di 15 minuti, se voglio ottenere un ritorno di 20 punti devo considerare che dovrò tenere aperta l’operazione presumibilmente almeno 1 ora. Questa dashboard consente inoltre di segnalare immediati balzi fuori dagli schemi della volatilità, consentendo così di adeguare immediatamente le proprie strategie.La quarta regola è quella di modificare i timeframe con cui si opera sui mercati. Se solitamente si usa un grafico a 15 minuti, incrementi della volatilità favoriranno l’individuazione dei livelli più rilevanti su cui negoziare portando il grafico a 30 minuti o addirittura a 4 ore. Viceversa contrazioni della volatilità potrebbero giustificare un passaggio dal grafico a 15 minuti a quello a 5, seppur questa operatività esponga il trader a un maggior rischio.La quinta regola è quella di pianificare sempre prima di ogni seduta quelli che sono i livelli statici strategici sul daily chart e sul grafico a 4 ore. Essendo timeframe che consentono di filtrare i segnali operativi che generano, riduco in parte il livello di rischio operativo per il trader. Oltre nelle normali attività di trading intraday, tali soglie statiche di supporto e resistenza consento all’investitore di evitare di trovarsi nella direzione sbagliata quando si registrano repentini balzi della volatilità. Quando i mercati si muovono bruscamente, il trader meno smaliziato potrebbe essere preso dalla foga di comprare/vendere quando le quotazioni dell’asset tradato è già giunto su un livello strategico di resistenze/supporto, con il rischio dunque di essere esposto a un veloce rimbalzo/storno delle quotazioni. Dalla Redazione di TRADERS’ Magazine