VOLUMI

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21 febbraio 2018Bella settimana anche questa. Test, e son tre, in area 21800/900 e dintorni per Fib. Ormai si può dire che è un triplo minimo sporco, si può dire che l’open annuale è soglia per ora insuperabile e funziona da supportone. E’ chiaro che se dovesse cedere sarebbe un brutto segnale! Ma per ora tengono… e si avvicinano le elezioni. Dax dimostra di essere il rammollito, il budino molle degli indici ma vedremo fino a quando. Per ora il 12711 che era l’ultimo baluardo non è stato più ripreso. In compenso anche su questo indice si è formato un supporto molto evidente a 11900 con ben 4 test su questo livello, uno a rialzo e tre a ribasso. Ora abbiamo due limiti chiari ed evidenti, se vogliono scendere devono sfondare 11900, se vorranno salire devono sfondare 13600. Nel mezzo “balleranno” in un laterale ampio. Io questa area laterale la divido in due quadranti, quello inferiore compreso tra 11900 e 12711 e quello superiore compreso tra 12711 e 13600. Lo spread tra i vari indici espresso in euro come lo calcolo io mi dice che fib ha recuperato tutto il terreno perso o quasi nell’ultimo anno e il Nasdaq ha una forza da Ercole perché aumenta su tutti. Ecco il Nasdaq, per trovare una discesa come quella appena fatta si deve andare indietro fino alla fine 2015/inizio2016, lì c’è stata l’ultima discesa importante da cui è partito un rialzo poderoso portando a fare quasi il 100% del valore. Una salita poderosa! Vorranno fare la stessa cosa se riesce a sfondare il 7050? Mmmmm, io i doppi massimi li vendo senza se e senza ma, se sbaglio c’è lo stop a limitarmi i danni ed eventualmente anche il reverse. Nella figura 1 ci sono i tre indici.F1) Fib, Dax, NasdaqIl trio Lescano degli indici, i miei tre grafici presi questa volta dalla MT4. Fib, Dax, Nasdaq. Nei grafici sono applicati gli indicatori Heiken Ashi Smoothed nella mia versione e il mio indicatore proprietario PT SRT. Ricordo che il PT SRT è scaricabile dal sito www.privatetrading.it gratuitamente e funzionante per 30 giorni e proietta i target T1 per l’intraday.Fonte: dati ActivTradesFatta questa premessa dico subito che NON è di questi che voglio parlare ma bensì di un’altra cosa alquanto discussa, foriera di pareri controversi e con già una serie di indicatori su di essi basati: i VOLUMI.Chi mi conosce sa che ho sempre detto e sostenuto che i volumi sono come l’aria fritta, non servono a niente. Ognuno è libero di avere la propria opinione, giusta o sbagliata che sia e questa è la mia!Ho sempre sostenuto che potrebbero servire e pronto ad usarli nel e dal giorno in cui qualcuno avrebbe saputo dirmi quando “le mani” forti saranno acquirenti o venditori. Io voglio sapere quando le mani forti stanno facendo salire il mercato o lo stanno facendo scendere. A questa domanda dovrebbero dare risposta i volumi, è quello che mi aspetto, se non lo fanno, per me, e sottolineo “per me”, servono a niente. Chi fa muovere il mercato non sono certo i nostri miseri ordini di trader sparpagliati lungo lo stivale, che se anche lì sommassimo creano “delle onde” alte come quelle generate da un sasso lanciato in uno stagno.Come potete capire non ho molta considerazione di ciò.Io quello che vorrei è che i volumi e il suo sviluppo mi dicessero quando chi ha potere di farlo sta muovendo il mercato e in quale direzione. Chiedo troppo? Forse si!Nella figura 2 vedete il Fib con applicato l’OBV, On Balance Volume, un indicatore molto conosciuto e molto “datato”. Per me non aggiunge niente a quello che può dare il grafico già di suo e soprattutto non dà quei segnali che cerco in un indicatore, qualunque esso sia.F2) Fib e OBVFib, sul grafico è stato inserito l’OBV, On Balance Volume, un indicatore sui volumi abbastanza conosciuto.Fonte: dati Banca SellaForse è meglio se spiego brevemente il mio concetto di indicatore: per me un indicatore deve fornire un segnale di acquisto o vendita indiscutibile e con elevate probabilità che sia esatto. Lo stop serve in quei casi dove il segnale fallisse. Da questo concetto base va da sé che per avere un indicatore “valido” deve possedere già “di suo” degli ottimi segnali perché a fare testa o croce già abbiamo il 50% di probabilità di azzeccare l’operazione giusta. Quindi “prendendo tutti i segnali” generati da un ipotetico indicatore devo ottenere una statistica di tali segnali che per essere considerato deve superare almeno 70-75% altrimenti è cestinato. Questa è la mia linea guida per validare e prendere in considerazione un algoritmo altrimenti non mi interessa e non ci perdo nemmeno del tempo.Io purtroppo, non ci vedo nessuna utilità appunto ad usare i volumi se non a filtrare pochissimi segnali operativi proprio perché nelle mie statistiche non andiamo mai oltre il “testa o croce” sui segnali generati.Anche usando algoritmi basati su tale dato (volume) di più recente creazione io non sono stato capace di trovare dei benefici al mio trading. Un altro bel grafico “inutile” (per me) è applicare il VP contenuto nel mio compagno di viaggio Multicharts. Beati coloro che riescono ad identificare supporti e resistenze, io l’unica cosa che vedo e che trovo interessante è che i massimi e i minimi hanno volumi bassissimi, sarà anche “ovvio” ma è interessante proprio perché è SEMPRE così.F3) Fib e VPFib, grafico a 15minuti con applicato il VP contenuto in Multicharts. Viene riportata la distribuzione degli scambi giornalieri evidenziando zone di maggiore scambio che a detta dovrebbero fungere da supporti e o resistenze.Fonte: dati Banca SellaA riprova di quello che sostengo riporto grafico a 5 minuti del Fib con applicato un mio indicatore, posizionato sul grafico dei prezzi. Vedasi figura 4. Si notano benissimo i segnali long (asterischi azzurri) e segnali short (asterischi rossi). Questo è quello che intendo per indicatore “che funziona”. Però pure lui NON è perfetto, sarebbe troppo bello, però funziona discretamente bene. Sapete cosa implementa? Si proprio loro, i volumi, ma non per farci trading o meglio, non è un indicatore basato sui volumi. Questi servono solo come sorta di controllo “volumetrico” per dare una ulteriore conferma e sostegno ai segnali generati dall’indicatore.Lanciare il sasso e nascondere la mano non sta tanto bene e allora senza inoltrarmi troppo nei “miei” dettagli tecnici vi oriento dove poter indirizzare i vostri studi e le vostre ricerche sfruttando i volumi secondo il mio modus operandi.Nella figura 4, sotto il grafico del prezzo c’è il mio “indicatore volumetrico” estrapolato dall’indicatore principale. Cosa fa questo indicatore? Analizza i volumi per estrarre la direzione probabile, estrae quanto è la “forza” della spinta dei volumi nella direzione prevalente e infine estrae quanto dovrebbe essere il saldo tra forza rialzista e forza ribassista. Questi dati saranno integrati col segnale vero e proprio dell’indicatore dando un pizzico di aiuto in più. Giusto per chiarire, se operassi solo sui segnali dei volumi sarebbe una strage!! Invece implementando i miei segnali con questo “aiutino” dei volumi ottengo un beneficio dell’ordine di un 3-6% sui segnali puri dell’indicatore. NON è molto ma per l’intraday questo aiuto non è da trascurare. Mi evita qualche falso segnale in più, che vuol dire risparmiare in commissioni e soprattutto in stoploss.F4) FibFib con applicato un indicatore proprietario che implementa un controllo sui volumi ad integrazione ai segnali generati.Fonte: dati Banca Sella.L’aiuto fornito dai volumi non è sulla bontà del segnale ma sulla probabile direzione/forza che dovrebbe avere il mercato, aumentando le probabilità in caso tutti i dati siano concordi.Un assaggio del percorso intrapreso per questo tipo di analisi e ricerca sui volumi lo si può simulare prendendo l’OBV e applicandogli una media mobile all’OBV stesso. Esce un grafico come quello in basso sempre in figura 4. E’ parecchio differente nello sviluppo della linea principale rispetto al mio però nel complesso i due indicatori si assomigliano.Concludendo questa lunga ma non esaustiva discussione sui volumi: io rimango sempre della mia idea base, non servono a niente… o quasi. Li ho implementati solo come controllo ma non come “fonte di segnali operativi”. Implementati come controllo per verificare se veramente le mani forti stanno spingendo dalla parte del mio segnale.Auguro buon lavoro a tutti coloro che prendendo spunto da questo input si vogliano cimentare nella ricerca di algoritmi sui volumi con la speranza che qualcuno riesca a creare un indicatore veramente utile sull’utilizzo di questo dato e cosa meno importante che mi faccia cambiare idea sulla sua importanza ma soprattutto che riesca a trovare quell’algoritmo che dica dove stanno operando le mani forti. Io finora non ci sono riuscito. Attendo di essere illuminato! Infine mi congedo invitandovi a dare uno sguardo ai seguenti titoli azionari italiani: Recordati, Saipem, Snam, Terna, Enel. C’è qualcosa di buono.Spero di aver stuzzicato un po’ il vespaio! Zzzz…zzzzz..zzzzz..zzz.zzzzz. si, il ronzio arriva già fino a qui!                                                                                                               Bruno Prelli   Bruno Prelli, mi avvicino ai mercati finanziari nel 1993 che da allora seguo costantemente e opero per gestire i miei investimenti. Ho partecipato a diversi concorsi fra cui le 2 edizioni della TRADERS’ Cup ottenendo un secondo posto nel 2014 sulle azioni e il primo posto nell’edizione 2015 sezione algotrading. Seguo costantemente i future sugli indici azionari e sulle azioni italiane. Attivo sui social o tramite il mio canale www.privatetrading.it