Capitalismo: Stop & Reverse?

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20 giugno 2018 E’ operazione di ardua sintesi essere immersi nell’epoca in cui si vive e cercare di guardarla dall’alto. E che epoca, poi: quella dove i mezzi di comunicazione e i social hanno aperto a tutti, proprio tutti, la possibilità di esprimersi. Cosa grandiosa, anche se dubbia sotto il profilo del risultato qualitativo.Cerchiamo di fare del nostro meglio per capire ciò che stiamo attraversando e come la fine di questo decennio e l’inizio del prossimo potrebbero essere ricordati nei libri di storia. ProviamociNel 1989, la Cina negava, con i carrarmati di Piazza TienAnMen, possibilità di accesso ai cinesi alla democrazia. Utilizzava cioè il classico strumento, i carrarmati appunto, usato dai comunisti sovietici negli anni precedenti per domare i conati democratici in Europa. Malgrado questa evidente e dichiarata persistenza dei metodi comunisti, la Cina si “apriva” al capitalismo. Conscia, finalmente, dall’esperienza sovietica, che il sistema economico comunista è destinato a miseramente implodere, senza abbandonare la logica del partito unico, la Cina dichiarava l’adesione al capitalismo. Un po’ come dire: trasformo il sistema economico, prima che fallisca (e travolga tutto il sistema di potere, come avvenuto per l’Unione Sovietica), e lascio sostanzialmente inalterato il sistema politico. Siamo comunisti per esercitare il potere, ma ci siamo accorti che il capitalismo ci porta i soldi e allora proviamoci.Proviamoci. Euforia dell’occidenteNella parte occidentale del mondo, c’era una grande euforia. Il capitalismo aveva spazzato via il comunismo senza sparare un colpo. Il mondo si avviava verso la globalizzazione, come presunta massima espressione del sistema capitalista diffuso a livello mondiale e apparentemente senza confini.C’era già chi teorizzava la pax mondiale come prossima ventura: una grande illusione permeava il mondo che aveva visto Gorbachov e Reagan stringersi la mano su un muro di Berlino in fase di smantellamento. Sì, era pura euforia. Da noi, nella Italietta che ha sempre contato poco, squillavano tromboni e trombette, di ogni parte politica: tanto che più volte ho avuto la tentazione di raccogliere in un libro satirico tali strombazzamenti sulla nascente globalizzazione, perché sarebbero di grande insegnamento alle generazioni future. Provate a cercare i nomi che parlavano allegramente di “Cina come opportunità”, per rendervene conto. Troverete tutti i tromboni di quel tempo, alcuni ancora pronti a strombazzare oggi.Il “proviamoci” dei cinesi e l’euforia capitalistica creò un connubio che la storia ancora non è riuscito a classificare del tutto. La miopia capitalista dell’immediato guadagno di oggi e domani, e comunque di breve termine, creò l’annessione ufficiale della Cina nel mondo capitalista. Un immenso serbatoio di manodopera a basso costo non era rinunciabile. E il “proviamoci” del potere cinese divenne un grande successo. Il virusCome ho già spiegato altre volte, su queste stesse colonne, l’annessione della Cina del partito unico comunista nell’economia capitalista equivaleva alla iniezione di un virus letale nel sistema. Il capitalismo dimenticava di essere erede di quell’illuminismo che voleva l’uomo al centro delle attenzioni umane, l’uomo valorizzato attraverso le sue capacità. Dimenticava quell’eredità che lo pretendeva essere come il sistema economico che avrebbe potuto portare il  massimo benessere al maggior numero possibile di uomini, attraverso un progressivo allargamento della classe media e del benessere economico che questo processo porta con sé. Il capitalismo dimenticava se stesso, roso dalla sua voglia di profitto di breve termine. Dimenticava la lezione di capitalisti di grande eccellenza, come Henry Ford o altri. Capitalisti fino al midollo, ma consapevoli che una classe operaia benestante era il principio cardine per lo sviluppo del sistema. Poche idee, ma chiare.Annettere la Cina nel novero dei capitalisti, è significato dimenticare che il binomio democrazia-capitalismo non può essere scisso. Non ci può essere un capitalismo del partito unico, pena il giocare sullo stesso campo con regole diverse a seconda del colore della maglia della squadra. America Great AgainIl mondo capitalista, quello vero, non quello del partito unico, nel frattempo, e veniamo ai giorni nostri, prende coscienza dell’errore. Ovviamente, non prende coscienza dell’errore storico, quello difficile da vedere: prende coscienza che tante cose non vanno. Prende coscienza che andare avanti così, significa suicidare la classe media ad una velocità molto ma molto superiore a qualsiasi aspettativa. Nascono movimenti, partiti, che negano la consueta impostazione destra/sinistra degli schieramenti politici. Come sempre in queste circostanze, e non faccio nomi, perché entrerei nelle opinioni e rispetto quelle di tutti, nascono leader che basta vederli in faccia per capire che tutto possono essere, meno che leader politici. Ma il desiderio del nuovo gioca anche questi scherzi. Quando la fame aumenta, fa sragionare, alle volte.Così, per dirne una, il 9 novembre 2016, il mondo apprende che il nuovo presidente degli Stati Uniti sarà Donald Trump. Non il nuovo conduttore del programma di una rete televisiva americana. Non il presidente di una squadra di calcio. Non il presidente di una società, magari anche multinazionale.No: il Presidente degli Stati Uniti. Il desiderio del nuovo, la fame che aumenta … alle volte si sragiona per questo. E magari dall’altra parte l’avversario politico è di quelli convinti che deve vincere per il proprio cognome e non potrà che vincere. Così, il nuovo Presidente degli Stati Uniti è Donald Trump.Il quale, deve rendere l’America great again: una bella tombola di problema. Guerra commercialeE così, Trump pian piano porta le cose su un piano di guerra commerciale: l’America great again. Litiga con la Corea del Nord e fa lavorare la diplomazia sotto banco. La Cina? Mettiamogli un concorrente come la Corea del Nord vicino: comunisti come loro, vediamo che succede … Così, dopo gli insulti, le strette di mano …E dopo avere stretto la mano alla Corea del Nord, ora i dazi. Che non colpiscono solo la Cina, ma anche la Germania. Sì, la Germania con le sue WolksWagen, BMW e Mercedes …. E nel frattempo fa l’occhiolino a Conte, così litiga con i francesi e poi con i tedeschi …E poi … gioca di sponda con Macron (guarda che faccia che ha, sembra dire Trump mentre gli stringe la mano), e cerca di attizzarlo contro l’Italia e poi contro la Germania. A forza di occhiolini, favorisce le condizioni di crisi nientemeno che del governo tedesco …E poi, che simpatici gli inglesi, che già hanno abbandonato l’Unione Europea, tenendosi tutti i vantaggi dei rapporti commerciali senza più spendere un soldo per alimentare un bilancio fatto di tonnellate di carta inutile.Insomma: l’Europa, per mandarla in frantumi, basta un soffio. Per la Cina ci sono i dazi. Al G7 Trump non firma, lo manda di fatto a monte. Gli accordi sul clima? Se i cinesi fanno come pare a loro, l’America perché deve penalizzarsi? Sì, così l’America è great again. Con una politica di divide et impera. Con una politica che non è né di destra né di sinistra: è centralmente folle, antistorica, fare sul serio, facendo finta di scherzare, poi scherzare facendo finta di fare sul serio.E ora, via alla guerra commerciale. Via a follie sull’immigrazione come separare i bambini dalle mamme, scioccando gran parte dell’opinione pubblica americana e facendo arrabbiare vigorosamente persino Ivanka. Ma si sa, le donne contano poco nel nuovo scenario politico. Guardate l’Italia … Il nuovo scenario politico è quanto mai maschile: forse, anche per questo, così delirante. ItaliaNoi: abbiamo chiuso i porti ad una nave di migranti. Non so, non giudico. Dico solo che se l’Italia ha per la prima volta dichiarato che non può essere l’unica zona di attracco del Mediterraneo insieme con la Grecia, e che Spagna e Francia hanno molti chilometri di coste come noi, forse non ha tutti i torti. Non so se c’era un modo migliore per dichiararlo, forse sì, forse no. Di certo, il governo italiano al momento si sta occupando con i due leader (?) Salvini e Di Maio di cose che non sono centrali: occuparsi di migranti e sicurezza è importante, occuparsi delle società che utilizzano personale “precario” forse può meritare qualche attenzione. Ma che non si parli più di economia, presto se ne accorgeranno i mercati, credete a me. Perché una cosa che i mercati non vogliono è il vuoto. E se non ci occupiamo dei problemi veri, centrali, economici saranno i mercati a ricordarcelo. E molto presto, anche.L’EuropaOh, l’Europa. Che figata l’Europa. Ma veramente. Ricorda, vagamente, i capponi di Renzo dei Promessi Sposi: tutti destinati a finire in padella ma non trovano nulla di meglio che beccarsi e litigare fra loro. Questa è l’Europa. I capponi di Renzo Tramaglino.La politica degli statiE gli stati? Che dal 2008 non fanno altro che mettere le mani nelle tasche dei cittadini? Che si sono messi in testa di poter vedere i loro conti correnti, di vedere i movimenti delle loro carte di credito? Salvo poi scrivere leggi che sembrano trattati per fingere di voler proteggere la privacy.Gli stati hanno dovuto fronteggiare la loro strutturale incapacità di non fare debiti che non possono pagare attraverso la pervicace convinzione che limitando progressivamente la libertà economico finanziaria dei cittadini possano attingere alle risorse che permettano loro di continuare ad ingigantire il debito. Suicidio collettivo. Suicidio della classe media. Suicidio assistito del capitalismo, che già non ne aveva certo bisogno, essendosi inguaiato da solo, nel modo descritto sopra, dimenticando l’asse ineliminabile democrazia-capitalismo.Transizione Siamo nella fase di transizione dove il capitalismo ha cominciato a fare Stop & Reverse. Il capitalismo ha capito che così si sta suicidando. Come anticipavo nelle analisi cicliche in articoli precedenti, gli anni 2017-2024 sono quelli di reazione agli otto anni prima, 2008-2016. La crisi finanziaria ha sterminato un capitalismo che aveva commesso tali errori macroscopici da essersi indebolito strutturalmente. Un virus, come detto sopra, che ha fatto alzare una febbre terribile al capitalismo. Ben lungi dal sembrare in ottima salute, il capitalismo è moribondo. Ha tentato di prendere il suo posto una sorta di imperialismo dei pochi, che la storia ci ha dimostrato essere sempre l’anticamera della fine. Il capitalismo ha dimostrato, nella sua storia, un’eccezionale capacità di rigenerazione, di autocorrezione degli errori. E a questo dobbiamo credere.I segni dello Stop & Reverse sono evidenti. Ancora profondamente negativi, come descritti sopra. E avremo a che fare con queste incertezze almeno fino al 2020. E speriamo che queste incertezze non passino attraverso qualche cosa di peggio delle guerre commerciali. Le borse non staranno a guardare lo sfacelo che il primo Stop & Reverse porta con sé. Reagiranno. Nel 2019 e 2020 gli investimenti dovranno essere molto selettivi e dotati di adeguate coperture. Il ribasso delle borse è dietro l’angolo. L’America tenterà nuovi massimi prossimamente. Secondo le proiezioni dei miei sistemi, l’S&P500 avrà un top a 2929, probabilmente fra agosto e ottobre. Poi, non ce ne è più per nessuno. Non prendete questi numeri per fare trading o dimensionare i vostri investimenti: sono solo indicazioni, i numeri quando vengono previsti contano come le previsioni dei numeri del lotto. Ma le indicazioni di scenario, no. Quelle sono statistica. La probabilità è probabilità e su quella dobbiamo ragionare. Stop & reverseSiamo nel quadriennio critico, 2017-2020. Il malato sta reagendo ma non ha ancora capito la terapia da adottare. L’ha chiamata Trump, o 5 stelle, o Brexit, o uscita dall’euro. Lo Stop & Reverse fa così: nel frattempo fermiamoci. Ma la direzione da prendere è la decisione più dura, e, come detto, fame e desiderio del nuovo a tutti i costi fanno brutti scherzi. Così, di primo acchito, la direzione può essere sbagliata. Poi, sarà il capitalismo a trovare la strada giusta. Io credo nel capitalismo. Io credo che il capitalismo erede dell’illuminismo è la via giusta per condurre l’uomo a diffondere il massimo benessere al maggior numero possibile di cittadini. Io ci credo. Da questo stop, sta nascendo un reverse di follia, ma è temporaneo. È la reazione del malato che vuole uscire dalla malattia ma non ha trovato ancora l’antivirus giusto. Lo troverà.Nel secondo quadriennio di questo ciclo, 2021-2024 vedremo nascere qualche nuova strada da percorrere. Occorrerà tutto questo tempo per individuare la vera strada giusta da imboccare per il reverse. E dal 2025 quella strada sarà intrapresa e sarà quella giusta. L’uomo impara dai propri errori lentamente. ConclusioniDa investitori, prepariamoci a soffrire e ad essere molto selettivi nel prossimo biennio. Non a caso TRADERS’ Magazine e Investors’ stanno massicciamente incrementando i servizi che hanno come obiettivo assistere da vicino trader e investitori. Per questo i servizi della Traders’ Cup e anche quelli di Investors’ sono sempre più orientati ad affiancare trader e investitori nelle scelte di mercato. Lo sentiamo come una missione, l’abbiamo sempre sentito così. Quando i mercati salgono ad oltranza come negli ultimi anni, è tutto più facile. Ora, ci attendono momenti più difficili.Abbiate fiducia di Traders’ e di Investors’: sono dalla vostra parte, sempre. Mai dalla parte del potere costituito e di chi ama scrivere sotto dettatura, non saremmo qui. Noi ci divertiamo solo ad essere con voi, che ci sostenete ogni giorno: perché siamo liberi, amiamo la libertà e nessuno può togliercela perché è nella nostra mente. Esattamente come nella vostra. E quella nessuno può rubarcela, né a voi, né a noi.Grazie al Pubblico di TRADERS’ Magazine per il continuo sostegno!Maurizio MontiEditoreTRADERS’ Magazine Italia P.S.: proprio per quello che ho detto sopra, mercoledì 20 giugno ore 18.00 (oggi per la maggior parte di voi che leggete), non perdere il webinar di Investors’ sull’applicazione dell’intelligenza artificiale per costruire e gestire un Portafoglio Fondi:                                                          ISCRIVITI QUI